Di seguito la mia risposta alla risposta di Claudio Cerasa (eccola: Vuoi dire che non si può considerare rivoluzionaria un'idea della politica che era rivoluzionaria già trent'anni fa? ) al mio precedente post:
Dipende molto dal tema politico. In generale, e' di certo possibile che un'idea rivoluzionaria trent'anni fa oggi non lo sia piu'. E i motivi possono essere diversi. Un solo esempio: se un politico trent'anni fa avesse detto "Vogliamo un'Italia multietnica subito", poteva essere questa un'idea rivoluzionaria, nel senso che la base della comunita' non era pronta ad accettarla, e nel senso che avrebbe cambiato in modo repentino e profondo il tessuto sociale. Rivoluzionaria, ma sempre basata su convinzioni e contesti: l'ideologia socialista, comunista o cattolico-sociale da un lato, la necessita' di forza lavoro dall'altro. La stessa frase, detta oggi, ha un sapore diverso. Da una parte perche' l'Italia multietnica e' gia'in progress, dall'altra perche' abbiamo avuto esperienza, in Italia e in Europa, delle difficolta' dell'integrazione. Non prendere esempio da Inghilterra, Olanda, Germania e le periferie parigine sarebbe folle. Fare il figo di sinistra e lanciare solo slogan a difesa dei diritti di tutti e' solo populismo. Se e' vero che la mia liberta' arriva fin dove non lede la liberta' dell'altro, possiamo immaginare il diritto e la liberta' come una palla, una grossa sfera di plastica che ci circonda. Se diventa troppo grande e' facile scontrarsi con altre palle. Si inizi anche a parlare dei doveri del cittadino. Sarebbe anche questa una forma di rispetto delle liberta' conquistate.
La pupa e il secchione
2 mesi fa
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