venerdì 30 maggio 2008

Sodoma ovvero l'hospitalitas

In pratica, se non ho capito male, successe che il signor Lot viveva lì a Sodoma, una delle cinque città che Dio voleva distruggere perché vi si facevano troppe sozzerie. Siccome Lot era il nipote di Abramo, Dio vuole salvarlo e manda un paio di messaggeri a dirgli che deve fuggire. Lot li accoglie in casa con estrema hospitalitas –parola chiave della storia-, tanto che quando il popolo sodomita accerchia la sua casa per sodomizzare i messi divini, Lot l'ospitale è disposto ad offrire le due figlie agli empi, ma l'ospite no, l'ospite è sacro. Lot fugge dalla città con le figlie, e Dio fa piovere zolfo e fuoco e sangue sulla città. E in una caverna, le figliole di Lot, per continuare la generazione, decidono di farsi ingravidare incestuosamente dal padre, narcotizzato. Nasceranno Moab e Ammon, da cui i popoli bastardi e nemici di Israele dei Moabiti e Ammoniti.

Il sugo di tutta la storia però, come direbbe Manzoni, non è un giudizio morale sull'incesto, o sulle pratiche di retrogusto, o sui riti orgiastici: il sugo è che l'ospite viene prima di tutto. Anche se dopo una settimana puzza. Di zolfo.

giovedì 29 maggio 2008

Da Israele

All’età in cui i giovani cercano di scoprire i segreti della matematica e i misteri della Bibbia, a soli 16 anni, mi fu dato un fucile per potermi difendere e purtroppo anche per poter uccidere nel momento del pericolo. Non era questo il mio sogno, io volevo fare l’ingegnere idraulico. Yitzhak Rabin
Un messaggio che il popolo ebraico porta avanti da millenni è rintracciabile nel Libro dei Libri, che il mio popolo ha lasciato a tutti gli uomini civilizzati. Nelle parole del Deuteronomio: “Dunque abbiate cura di voi”. E’ il messaggio della sacralità della vita. Yitzhak Rabin

Per come la vedo oggi, la mia f**a è diventata la mia personale striscia di Gaza: contraria all’occupazione, anche se persa senza di lei; incapace di superare la fase della parziale penetrazione; in cerca di un’infrastruttura stabile. Iris Bahr, in "Stupida Puttana".

mercoledì 28 maggio 2008

Temi o patemi?

Pubblicato sulla sezione Hyde Park de ilfoglio.it il29 maggio.
Ho ritrovato queste righe di quasi un anno fa. Le giro alla ministra dell'istruzione. Sacrosante.
Anche quest’ anno per la prova di italiano all’esame di maturità si sono scelti i soliti titoli pesanti o complessi da sviluppare, riferiti ad argomenti non svolti in classe o di dubbio interesse per i maturandi. Perché non farli cimentare su tematiche del tipo “Si può giudicare oggettivamente il valore di una cultura?”, “Si può dimostrare qualcosa attraverso l’esperienza?”, “Dovremmo preferire la felicità alla verità?”, “Una singola cultura può essere portatrice di valori universali?”, “Abbiamo dei doveri verso gli altri?”, “Ha un senso voler sfuggire al tempo?”? Sembrano titoli astrusi? Eppure sono stati assegnati l’anno scorso ai maturandi francesi: meglio questi o i “nostri” Dante, la Costituzione o il villaggio globale?

Global warming o demagogic warning?

Ogni tanto qualche vuoci fuori dal coro che inneggia al mare che si alza, all'anidride carbonica che che ci soffoca, agli orsi che scompaiono, alla temperature in lineare aumento. Articolo in parte uno e parte due. Purtroppo i catastrofisti sono in maggioranza, Al Gore è forte e popolare, al gor non si gomanda.

Scorie scordate

No, non è mia la riflessione, purtroppo.
Se fossi napoletano mi vergognerei di me. Non tanto per i rifiuti, per la trasandatezza fatale della città, per la brutta figura eccetera. Napoli ha sempre scambiato con il resto del mondo, che la voleva scioccamente sorridente, un suo ghigno indecoroso che mi piace, che affascina ed è regale anche quando è laido, puzzolente. Mi vergognerei piuttosto per la totale assenza di una classe dirigente e per l’indulgenza con cui la città accetta di essere trattata, in mancanza di alternative, come una appendice coloniale fastidiosa e riottosa. I ministri arrivano in pullman, il governo è in visita all’estero, la conferenza stampa si farà nel palazzo dei Borboni, i proconsoli di lingua endogena abitano i loro appartamenti regionali e municipali ma sono virtualmente esclusi dalla vita pubblica, inabilitati anche alle campagne elettorali, il governo decide per via commissariale da dieci, quindici anni, e non risolve alcunché, adesso si è lodevolmente messo in testa di farla finita, attrezza soluzioni che deve militarizzare, le tiene segrete fin che può, poi giù un po’ di botte contro la ribellione della monnezza. Uno si domanda: ma c’è a buon bisogno un napoletano di grido, uno straccio di scrittore, di professionista, di magistrato, di accademico, un capopopolo, un filosofo, un armatore, un poliziotto, un magistrato, un calciatore, un bandito, un giornale, un ex prefetto, una lega di donne, un sindacato, una comunità religiosa, un prete, un cristiano come tanti che sappia prendere in mano, non la città, certo, che è fuori controllo da secoli, ma almeno il discorso sulla città? C’è qualcuno che sia in grado di dare un qualunque significato a quello che succede? Questo è l’impudico disastro di Napoli, inquietante e osceno, non il fatto che non si risolvano i problemi, bensì il fatto che la città ha perso la voce, non fa più nemmeno rumore, trasmette l’onda piatta e decerebrata della morte urbana, della fine della fantasia, pure quella in discarica come tutto. Eppure Napoli è l’intelligenza fatta città. Da sempre è così che ne conosciamo e onoriamo la bellezza, la prestanza culturale, l’ambizione piena di smagata capacità di affabulazione, di persuasione, tutti sempre convinti, edotti, fatti furbi e anche fessi dal Gran Signore Napoletano charmant capace di spiegare l’inspiegabile. Napoli è una delle grandi anime di questo paese, un suo profilo liberale e borghese e giacobino ma anche aristocratico e schiettamente reazionario, ma sempre ben intagliato nel fiume della parola napoletana, e davvero se quell’anima dovesse rivelarsi mortale il declino del corpo nazionale che la contiene e nutre sarebbe senza speranza. Cercasi napoletano o gruppo napoletano in grado di spiegare come mai quella è l’unica area urbana al mondo in cui non si riesce a smaltire la spazzatura. Accettasi ogni tipo di spiegazione, anche irridente, surreale, provocatoria, purché si interrompa un lungo e sinistro silenzio. Non tollerasi che tutto finisca con grevi scazzottate con la polizia di don Silvio Berlusconi intorno a dei buchi dove ricoverare le deiezioni della città. Napoli si faccia viva, sennò è molto morta.

Appunti di ponti

Belle le foto e le descrizioni.

Gomorra

Appena uscito dalla sala pensavo questa cosa qui, che è un film un po' documentario, un po' estetico, un po' esercizio di stile, un po' neo-neorealista. Poi ci ho pensato bene e mi sono accorto che la verità è quest'altra. Mariarosa ha sempre ragione.

domenica 25 maggio 2008

Botta di culo o diritto morale?

Il mio amato amico anonimo ribatte al post "Una grande cazzata". A seguire mie cazzatine.

Antefatto: quando vedo in Olanda un tedesco girare con maglia nera, calzoni nocciola e sandali coi calzetti, lo guardo con disprezzo e penso di poterlo fare perche' sono un erede di Michelangelo. Una volta lessi che data l'infinitesima dimensione delle molecole di ossigeno ed il loro infinito numero il calcolo statistico ci permette di affermare che ad ogni respiro immettiamo almeno una delle molecole che esalo' Cesare in quel fatidico giorno di marzo. Ora, siccome ho studiato come prendere le misure senza fare i conti, non mi sfugge che i geni di una cellula sono meno del numero di Avogadro e, per quanto frenetici siano gli accoppiamenti nelle colline del centro Italia, non somigliano ancora ai moti browniani. Tuttavia il naso mi dice che difficilmente ci sono nel mio sangue piu' acidi nucleici figliati dall'elica del pittore che in quello di un comune umano che non viva in una valle svizzera o in un isola della Micronesia. E poi chissa' se il genio, o la misura, si eredita?Forse ci si addestra a queste virtu' se si e' vissuti in casa del toscano. Largheggiamo: supponiamo che vi si assorba la consuetudine se si vive all'ombra delle sue opere. Ma sono nato, cresciuto ed ho studiato in una anonima periferia di una cittadina che del Buonarroti non ha neppure una via (bensi' un piazzale in una frazione, in cui non vi sono neppure case ma, stabilmente, una pattuglia della stradale). Insomma non sto a tirarla lunga la solfa perche' si e' capito dove voglia parare. Amare ed onorare la patria e' meritorio e dovuto, ma che la patria ed i suoi meriti debbano onorare noi con la stessa automaticita' e' difficile da dimostrare. Dunque, per tornare al post di Sofri, quel prato non ci spetta perche siamo i discepoli eletti e prediletti di chi decise di farci un luogo di contemplazione o di civile occasione d'incontro, invece che un pascolo per capre da scoparsi di notte o una radura per smontare auto rubate. Forse dovremmo accampare diritti perche' siamo se non altro gli eredi patrimoniali di coloro che con le loro tasse e le loro vanghe il prato l'hanno pensato, voluto e seminato. O di quelli che l'hanno difeso dai Goti, dagli Unni, dai Lanzi, dai Tedeschi. Ma allora i figli dei fanti dell'esercito asburgico che ci legnarono a Custoza, non dovrebbero sedersi neppure loro sulle panchine di Treviso? Peccato perche' l'ottanta percento di loro erano veneti e dunque Gentilini ha speso soldi invano. E i figli degli evasori? degli incapienti? dei disertori? degli invalidi? Insomma perche' il prato e' di un bambino appena nato nella casa vicina e non lo e' del bambino che nasce altrettanto nudo, infante e innocente (peccato originale a parte)? E perche' il mostro di Firenze, chiunque egli sia, dovrebbe essere per me un connazionale migliore di un laureato in filologia italiana all'Universita' di Bucarest?
Se andiamo avanti a paradossi non ne usciamo piu'.Occorre un diritto di cittadinanza che sia meno spocchioso di quello degli sversatori di mondezza e arsori di case altrui di Napoli. Che crei cittadinaza esso stesso, ovvero comproprieta' e corresponsabilita' del paese. Ovviamente la soluzione non esiste. Ma ci sono pii tentativi, tra i quali quello americano, guarda un po'! Nell' 800 e rotti, Schliemann, lo scopritore di Troia, acquisto' inconsapevolmente la cittadinanza degli Stati Uniti per il solo fatto di essere a San Francisco, per affari, il giorno in cui la California raggiunse l'Unione. Chi nasce sul quel suolo benedetto , se non m'inganno, dovrei indagare, acquista ancora la cittadinanza. Il diritto di cercarvi lavoro e' disciplinato dal criterio di utilita' sociale, declinato al singolare del richiedente, e, per compensare, da una lotteria. Non che per questo si diventi stinchi di santi: hanno 2.5 milioni di carcerati, ma questo e' un altro problema.Tuttavia la rigida applicazione delle leggi e la franca disponibilita' ad offrire una possibilita' successivamente a chiunque e' entrato legalmente, crea un senso di gratitudine per la nazione, piuttosto che una voglia di fregarla. Forse e' l'esempio dei gia' residenti che da noi spinge al secondo atteggiamento. E forse e' anche il fatto che la destra americana crede al merito ed al singolo, mentre la nostra crede ancora al privilegio ed al popolo (eletto e schiavo di Roma).

AAA (Amato Amico Anonimo)

Cazzatine a rispondere.
Nato dall’amorevole grembo di Venere e dal potente seme del mortale Anchise, Enea si realizza nel biancore dell’apoteosi solare. Nel suo trionfo splende il Verde di Flora venerea, il Bianco del Sole gioviale, il Rosso di Marte vulcanico. Splende il tricolore nostro.
Qui andiamo pesanti sul concetto di Nazione, che citi anche tu. Nella mia tesina per l’esame di maturità, La crisi della patria (sottotitolo L’idea di Nazione in Italia dal Risorgimento ad oggi), chiudevo con una citazione tratta dal saggio Che cos’è una nazione di Renan: oltre all’affermazione famosa “La nazione è un plebiscito di tutti i giorni”, frutto di una solidarietà “costituita dal sentimento dei sacrifici compiuti e da quelli che si è ancora disposti a compiere insieme”, l’autore scrive: “Una nazione è un’anima, un principio spirituale. Due cose, che in realtà sono una sola, costituiscono quest’anima: una è nel passato, l’altra nel presente. Una è il comune possesso di una ricca eredità di ricordi, l’altra è il consenso attuale, il desiderio di vivere insieme, la volontà di continuare a far valere l’eredità ricevuta indivisa. L’uomo, signori, non s’improvvisa. La nazione, come l’individuo, è il punto d’arrivo di un lungo passato di sforzi, sacrifici e dedizione”.
Certo che in un mondo perfetto la cittadinanza non è mero catalogo di diritti legittimi, ma vincolo reciproco, motivato da una comune appartenenza storica divenuta fonte di lealtà politica e solidarismo civico. Ma una “nazione di cittadini” non cancella le pluralità delle culture, e non è neanche un colpo di spugna su ricordi di contrasti e odi reciproci. Anzi, il riconoscere tale intreccio di memorie diverse, di conflitti vissuti assieme, dovrebbe essere fattore di formazione di un’autentica identità nazionale.
Certo che ci sentiamo più connazionali del romeno che studia lettere italiane piuttosto che del mostro di Firenze, ma bisogna dare una definizione di cittadinanza. Dobbiamo distinguere un livello etico-teorico da un livello giuridico-amministrativo: il primo deve puntare all’ottimo estetico e il secondo all’ottimo funzionale. E personalmente, tra i privilegiati con certificato italico, preferisco tre o quattro mostriciattoli fiorentini in più da bastonare in suolo patrio a tre o quattro milioni di laureati romeni esperti di Risorgimento. La nazionalità è l’opposto di nazionalismo, è sentimento nobile e utile alla vita dello Stato: un sano vincolo di appartenenza ad una storia comune, ad una lingua e religione e usi condivisi si sono rivelati buoni catalizzatori di energie positive nelle democrazie europee mature, soprattutto nei momenti di difficoltà. Ritengo ancora attuale interrogare i classici, ascoltare la tradizione, rispondere alla domanda “chi siamo?”. Prima di saper accogliere bene l’altro dobbiamo capire noi stessi, e non ci siamo ancora riusciti visto che il momento più alto di solidarismo nazionale è la finale dei mondiali degli Azzuri.
Certo che la destra americana è più meritocratica della italiana, come la sinistra americana è più socialdemocratica della nostra; in un impeto d’ottimismo sosterrei che la democrazia e lo stato nazionale in Italia sono molto giovani, e il giovane è hegeliano, il giovane è idealista e brama il bene comune, l’Ordine o l’Anarchia, che sono la stessa cosa perché entrambe le categorie risultano interpretabili come mondoperfetto, chimera utopistica e fine ultimo dell’uomo inteso come animale sociale in terra.
Il “nostro” paese non è di tutti, come vorrebbe Sofri il giovane. Al massimo potrebbe essere di chi se lo merita, e c’è una bella differenza.

Satira satura?

Cheppalle. E' la squadra di governo che sognavo da bambino, il Cattivo alla difesa, la Bella alle pari opportunità, il Problem Solver all'interno, il Saggio agli esteri, il Secchione all'Economia, il Riformatore alle riforme, la Giovane alle politiche giovanili, il Clerico-Liberale alla Cultura e il Salvatore a presiedere. Manca l'ispirazione per la satira. Frizzi lazzi e sberleffi sono finiti sotto il letto, insieme alla polvere. E il pungolo per la critica feroce? E il castigat ridendo mores? E la materia prima per la condanna virulenta? C'è rimasto un laudat plaudendo moras. Che noia che barba. Ridateci Prodi!

sabato 24 maggio 2008

venerdì 23 maggio 2008

Preghiera 23/V/2008

Cattiva?
Vasco, io non ci casco. "Il mio rock è disperato perché il mondo fa schifo" ti sei lamentato con Paolo Giordano del Giornale. Le tue canzoni più che disperate sono disperanti, c'è differenza. Mette tristezza il ripetersi sempre più stanco e sfocato degli stilemi, l'imitare il Vasco Rossi degli anni Novanta che a sua volta imitava il Vasco Rossi degli Ottanta. Il mondo fa schifo? Moltissimo. Tu però non lo stai migliorando. Basta guardare la foto pubblicata sopra l'intervista. Che cos'hai appeso al collo? Un triangolino e un rettangolino? Nemmeno i tuoi ciondoli hanno senso. Fossi almeno un cattivo maestro, Vasco. E invece al mondo dai soltanto assoli di chitarra che non san di niente e triangolini e rettangolini che puzzano di nulla.
Langone superstar.

Una grande cazzata

Tanto per ricordare a tutti che, prima delle sacrosante questioni di ordine pubblico, criminalità, convivenza civile, a volte sfugge un dettaglio: che il diritto mio nei confronti del territorio cosiddetto "italiano" non è in niente diverso o superiore da quello del primo albanese o senegalese o rumeno che arriva. E viceversa: un prato di Londra o di Bucarest è mio quanto di un londinese o di un rumeno. Che la nostra pretesa di avere maggiori diritti di stare qui di quelli che ha chiunque altro è basata moralmente solo su una convenzione necessaria: ma non abbiamo fatto niente per meritarcelo. Ci limitiamo a cercare di esserne degni, e peraltro non tutti. Abbiamo avuto una botta di culo: tra una botta di culo e un diritto morale c'è una certa differenza.
Dal post di Sofri: Promemoria: il "nostro" paese è di tutti.
L'esatto contrario di quello che penso. Grazie per aver sfasato di 180° il mio pensiero.

Startup 2.0 e Social media

Li leggerò, imprese web europee e una ricerca sui social media in Italy.

domenica 18 maggio 2008

Laura c'è o non c'è?

Cara Latella, mio marito è bello, dolce, gentile…ma indovini un po’ la sua username qual è? Il nome abbreviato della sua ex seguito dall’anno in cui si sono fidanzati. Quando gli ho chiesto perché, mi ha risposto: “Sono abituato e la ricordo facilmente”. Non sono gelosa perché dimostra di amarmi. Silvia. Risponde Annalena: Però lui ama di più lei, che gli ha spezzato il cuore, ha sposato te ma si ricorda soltanto dell’anno in cui si sono fidanzati loro due. Pensa a lei almeno ogni volta che accende il computer, ogni volta che scarica la posta, di sicuro anche ogni volta che compra dischi su Amazon e cianfrusaglie su Ebay. Pensa a lei perché l’amore conta, canta Ligabue, “io e te ne abbiam vista qualcuna – vissuta qualcuna ed abbiamo capito per bene il termine insieme”, e pure Venditti, “certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”, e anche Baglioni, “finimmo prima che lui ci finisse perché quel nostro amore non avesse fine”, De Gregori, “dille che non si preoccupi per le cose lasciate qui, e se crede che l’abbia scordata non dirle che non è così”, Cremonini, “da quando mi hai lasciato pure tu non è più domenica, e non si dimentica”, Battiato, “e quando ti troverai in mano quei fiori appassiti di un aprile ormai lontano, li rimpiangerai”, fino a Nek (perché qui non ci si scolla dalla realtà), “Laura non c’è, capisco che è stupido cercarla in te” ed Eros Ramazzotti, “e mi torna in mente quando eri la ragazza del mio cuore tu, quella luce che negli occhi avevi come vedo non si è spenta più”. C’è un’intera discografia pop (Jovanotti escluso, lui ha amato e ama sempre e soltanto Francesca) a dimostrare che la vittoria è soltanto delle ex. Allora si deve: farsene una ragione e farli disperare, anche fino a provocare “e adesso siediti su quella seggiola, stavolta ascoltami senza interrompere”, se serve, che fa sempre un grande effetto.

sabato 17 maggio 2008

Una montagna di Montaigne

Dai Saggi di Montaigne, 1200 pagine sfogliate dalle 22:30 alle 23:20. Vediamo cosa ne tiro fuori. Segnale di pericolo: banalizzazioni in corso. Una birra media, grazie.
Un capitolo si intitola: Come il sapore del bene e del male dipende in buona parte dall’opinione che ne abbiamo. Puzza di relativismo, andiamo avanti.
La paura è motivo determinante di molte azioni umane. Vero, ma forse un’altra parola di quattro lettere ancora di più.
Filosofare è imparare a morire, recita il capitolo XX. Ma si dimentica di continuare a dire che imparare a morire significa comprendere la vita, e quindi imparare a vivere.
Della forza dell’immaginazione, dalla quale possono derivare addirittura miracoli, come le stimmate di S.Francesco, e che può determinare persino la morte. Addirittura: pensiero demiurgo e devastante.
L’educazione deve avere una base pratica e non dottrinaria; la scienza è dannosa se l’anima non è ben conformata. Capito Maria Stella? Capito Sandrino? (Dico alla Gelmini e a Bondi).
Elogio dell’amicizia, differenza rispetto alla banale conoscenza e all’amore. Non ci interessa, è un tema abusato.
La moderazione va applicata a tutte le azioni della vita, e si deve usare in particolare con le donne, nel matrimonio e nell’amore in genere: prendi una donna, dille che l’ami, scrivile canzoni d’amore…
Dei cannibali: qui sono tentato di smettere, relativismo assoluto, non puzza ma miasma. Non bisogna giudicare barbarie ciò che non rientra nei nostri costumi, i popoli primitivi non conoscono il tradimento, la menzogna, l’avarizia, tutto è relativo agli usi e alle occasioni. Evviva l'indulto.
L’uso del vestire è artificiale; la natura avrebbe di per sé già provveduto alla protezione dell’organismo umano. Sì ma Rosy Bindi nuda no, per favore.
Un filo conduttore in molti capitoli è la morte (nota a margine): bisogna accettarla, bisogna prepararsi prima, può arrivare da un momento all’altro, non è facile arrivare alla vecchiaia. Che sfiga.
In ogni piacere è mescolata qualche dose di dolore. Leopardi copione!
Dei cattivi mezzi adoperati a buon fine. Machiavelli copione!
Non si può giudicare niente e nessuno, però il suicidio è deplorevole, gli ubriachi gli irosi gli infingardi i bugiardi i vili i vanitosi non vanno guardati in faccia.
Allora come si definisce la bugia se la verità è relativa? Cos’è la viltà e l’infingardaggine se gli atteggiamenti umani dipendono da come li guardiamo e da chi e da quando li guardiamo? Come è possibile dettare la morale del singolo in un contesto a-morale in quanto non perseguibile di giudizi etici?
Ok, birra finita, andiamo a nanna.

Evita da non evitare - Mara la mora

Un bel ritratto della ministra Giorgia, datato 20 ottobre 2007. E un bel ritratto della ministra Mara, datato 8 dicembre 2007. Godibili.

venerdì 16 maggio 2008

Happy Birthday to LASER

Articoletto con immagini per commemorare il mezzo secolo dei laser, dal sito Wired. Perchè, come viene qui ricordato, coi laser si fa tutto, dalla fusione nucleare al ringiovanimeto vaginale.

Oltre l'orgia

Quali sono i confini del Moderno, o del Post-Moderno, o del Tardo-Moderno?
Brava Annalena, è una goduria leggere articoli come questo.

Preghiera - 16/V/2008

Rom. Rom rom. I giornalisti imitano i gatti e fanno rom rom. O forse imitano i monaci buddisti ma pronunciano male Om. Non è una parola, rom, è un mantra. Rom. Rom rom. Non significa nulla, o forse sì, è il suono primordiale di chi non vuole prendersi la responsabilità della propria lingua. Rom non significa nomadi (alcuni sono stanzialissimi), non significa romeni (sono tutti di origine indiana), non significa nemmeno rom (alcuni sono sinti, manouche, kalè, gitani). Ovviamente non significa nemmeno ladri (alcuni non rubano i bambini). Rom rom è il sonno del linguaggio quindi della ragione. Io la sera per addormentarmi prendo la tisana col papavero, il tiglio e il biancospino, oppure sfoglio un giornale.
Camillo Langone

giovedì 15 maggio 2008

La madre delle due gemelle

Incinta, è di una bellezza giulivamente angelica Angelina Jolie in questi giorni a Cannes, poesia in carne ossa e tatuaggi; sfoggia una orgogliosa maternità sfacciatamente pudica, e sacrileghi tatuaggi si tramutano in simboli pagani della dea Fertilità. Silvio c'è ancora un posto da ministra libero?

La suocera del grande fratello

Il voyeurismo suoceristico e grandefratellistico trova nuovi mezzi nella rete. Uno stralcio dal Wall Street Journal. Vai su questi link e cerchi i nomi della gente, è un passatempo pure questo. Mi è ancora ignoto il nome dell'ormone che scatena il godimento nello spiare, ma di sicuro esiste.
... Zaba Inc.'s ZabaSearch.com turns up public records such as criminal history and birthdates. Spock Networks Inc.'s Spock.com and Wink Technologies Inc.'s Wink.com are "people-search engines" that specialize in digging up personal pages, such as social-networking profiles, buried deep in the Web. Spokeo.com is a search site operated by Spokeo Inc., a startup that lets users see what their friends are doing on other Web sites. Zillow Inc.'s Zillow.com estimates the value of people's homes, while the Huffington Post's Fundrace feature tracks their campaign donations. Jigsaw Data Corp.'s Jigsaw.com, meanwhile, lets people share details with each other from business cards they've collected -- a sort of gray market for Rolodex data...

Gongolare con Google

In effetti Luca Sofri mi fa notare ciò che non avevo visto, e cioè che su Google Maps alla voce "Altro" ci sono tantissimi links a wikipedia e fotografie. Oltre allo strabiliante Google Earth per vedere il mondo da casa. Google non solo sta realizzando cosette utilissime; la notizia è che funzionano davvero bene e sono semplici da usare, dalla perfetta Gmail al Reader ai Documents al Calendar ai Blog ai Books ai Patents alla Research ai Groups. Et cetera. E non mi pagano per fare pubblicità.

mercoledì 14 maggio 2008

Maieutica della grammatica

Stamattina alla tv (ebbene sì, la guardo otto minuti la mattina e venti la sera, per un totale di ventotto) un professore sosteneva che i libri ben scritti sono sempre, per il lettore, indagini intorno a se stessi, ricerche sulla propria mente, approfondimenti dell'io. Un buon libro è un supporto psicanalitico, aiuta a pensare ai propri meccanismi mentali e alle proprie interpretazioni della realtà.

La notizia è che parlava dei libri di testo degli studenti, dei libri di storia e dei libri di grammatica. E il bello è che sono d'accordo.

martedì 13 maggio 2008

Tra il nove e il dieci

Ci ho provato in tutti i modi, mi sono messo seduto all'estrema sinistra del padre, poi al centro e dopo a destra. L'ho ascoltato da sotto e da sopra, cum tabula rasa e cum grano salis, senza pregiudizi preparati preconcetti, con spirito critico criticante criticatore. Ho invocato anche Dio per riuscire a trovargli un difetto, ma il Suo discorso per la fiducia al governo sfiora la perfezione. La sfiora perchè è stato fin troppo buono e giusto. Sarebbe stato perfetto se avesse aggiunto, con le palme al cielo:
"Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento. Poiché in verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà senza che tutto sia adempiuto. Chi dunque avrà violato uno di questi minimi comandamenti e avrà così insegnato agli uomini, sarà chiamato minimo nel regno dei cieli; ma chi li avrà messi in pratica e insegnati sarà chiamato grande nel regno dei cieli".

lunedì 12 maggio 2008

Intercettazioni da innamorati?

Oggi Cav e W si sono sentiti brevemente al telefono.
Silvio: "Pronto? Ciao Walterino mio, come stai?"
Walter: "Ciao tesoretto mio perduto! Che letizia! Oggi ho le mie cose. Ho la testa che mi schioppa, lo stomaco in travaglio e ho passato la notte in bianco."
Silvio: "Anche a me girano i maroni, ho avuto i miei casini e poi ci si è messa pure la russa".
Walter: "Guarda che sono geloso."
Silvio: "Non devi esserlo, mi manchi e ti penso sempre."
Walter: "Anch'io, non posso fare a meno di te, tu sei il massimo".
Silvio: "Lo so, tra qualche giorno ci vediamo? Si può fare?"
Walter: "Non vedo l'ora di abbracciarti tremante, magari tra i monti, tre monti."
Silvio: "Un bacione."
Walter: "Un bacione, ti voglio bene."

Chiediamo alla luna

Stasera pessimismo. Cosmico.
Dimmi, o luna: a che vale / al pastor la sua vita, / la vostra vita a voi? dimmi: ove tende / questo vagar mio breve, / il tuo corso immortale?...
...forse in qual forma, in quale / stato che sia, dentro covile o cuna, / è funesto a chi nasce il dí natale.

sabato 10 maggio 2008

Psico-Logos

Un’ottima psicologa mi vaticina che la verità è soggettiva: lavorando su noi stessi e abbattendo le nostre rigidità, grazie all’autocoscienza e all’automotivazione e all’autostima e all’autoefficacia, possiamo plasmare noi stessi e la realtà. Tante auto per guidarmi nel parcheggio comodo del relativismo: ognuno crea la sua verità con la sua mente. E mi sono ritornate alla mente (mente creatrice di verità, ovvio) le correnti individualiste, scettiche, pirroniste, nichiliste, gorgiane, nicciane.
Un eccellente filosofo contemporaneo di nome Joseph che spesso va in giro vestito di bianco mi assicura invece che la verità è una, che ci è dato il Logos. Esiste un ordine intelligente, un Kosmos, che siamo chiamati a comprendere.

Chissà chi ha ragione.

Ministri non cattolici

Pubblicato sulla sezione Hyde Park de ilfoglio.it il 9 maggio.
Piove, governo laico!

giovedì 8 maggio 2008

Palazzo Bigi

Pubblicato sulla sezione Hyde Park de ilfoglio.it l'8 maggio.
Luci e colori in politica, chi sale e chi scende: raddoppia il verde rigoglioso, vola l’azzurro, rossi e neri in fuorigioco. Dopo il temporale non brilla più l’arcobaleno. Passate le notti bianche di Walter, e i giorni bui con Prodi, ci mancava solo il governo ombra.

mercoledì 7 maggio 2008

Non è la solita ministra

Pubblicato sulla sezione Hyde Park de ilfoglio.it l'8 maggio.
Ah, le ministre donne, le aspettavo con ansia. Subisco il fascino della femmina che decide, del rossetto che decreta, dell'emisfero destro che ordina e dispone, del rimmel che intima e dello chanel che ingiunge. Il carisma disturbante del tailleur pianificatore e dei tacchi organizzativi. Ce ne sono quattro nel Berlusconi IV. Due con portafoglio: la fidatissima Maria Stella Gelmini e la collaudatissima Stefania Prestigiacomo. Altre due senza portafoglio ma con chicchissime borsette: Mara Carfagna e Giorgia Meloni. Che siano destre moderne, magnifiche e progressive ma destre, neocon creative ma neocon, liberalchic in gonnella ma cazzute. La bionda e la mora, mica veline. La preferita? I love Giorgia, maschiaccio tostissimo col viso d'angelo e gli occhi dolci.

martedì 6 maggio 2008

Autarchie al passo coi tempi

Mica "Io ti lovio mio darlingo", ma glocal e dolce desco.

Notizie destabilizzanti

E' che uno ha bisogno di punti fermi. L'uomo cerca centri di gravità permanenti, per sua natura. Ecco perché i terremoti o le navi o gli aerei incutono sottopelle paura, nel migliore dei casi timore reverenziale. E i punti fermi sono ad esempio che Marcelletti è l'ottimo cardiochirurgo che non solo è ottimo ma è buono e retto; che i bambini sono buoni e non bruciano i capelli degli altri, non stuprano e non rubano; che Fini usa sempre le parole giuste al momento giusto. Invece pare di no. Per fortuna dalle dichiarazioni dei redditi on line è confermato che il Cav. è ricco. Paese stabile, meno male.

USB rocket launcher

Geniale il lanciarazzi USB, lo colleghi al PC, lo punti dove vuoi e colpisci chi o cosa vuoi fino a tre volte. Poi si ricarica. Anche disponibile con webcam integrata. E si pulisce da solo, come sfornatutto.

lunedì 5 maggio 2008

Italia in caduta liberal

Devo finirla di postare articoli dal Foglio, epperò l'elefantino scrive maledettamente bene.

domenica 4 maggio 2008

Domande in BAL diesis e risposta in S minore

Domande BALtiche from Riga, ma anche BALdanzose, BALlerine e BALsamiche.
1) Is there something in your life you would have changed, if you could?
2) What do you like in a woman?
3) Have you a dream for your future?
Risposta: un Silenzio Sorridente, Sardonico, Sagace, Sognante.

Frasi sparse: spedite ed arse

Un Paolo Panelli esteta: "Son disteso sul divano / mentre un gatto soriano / mi mordicchia il deretano / Ahi! Come sono dannuziano."
Frank Zappa sulla critica musicale: "Scrivere di musica è come ballare di architettura."
Da Secret Diary of a Call Girl: "La prostituzione è un'occupazione stabile, ma non impegnativa. Incontro un sacco di gente. Ed è sempre meglio che guardare l'orologio fino alla prossima pausa caffè." "In un mondo di bambine in bikini e nonne con scollature imbarazzanti, il miglior modo per individuare una prostituta è cercare una donna in abito elegante."
Lo ieratico Carlo Grande: "La fantasia è un pezzo di stoffa colorato che freme su un valico."
Bette Davis: "Realizzare un sogno è l'arrosto della vita; i soldi sono solo la salsa."
Rebecca Onion in un articolo commenta il libro di un ambientalista che celebra e brama, nel descriverla, una futura catastrofe ecologica: "Queste donne post-apocalittiche tornano al loro vero ruolo di cuoche e di puttane."
Fabrizio Moro: "Stasera sei lontana mentre io penso a te eppure sei vicina a me non chiedermi perchè."

In bocca al Lupomanno!

E chi ci credeva? Una selezione di articolini, riflessioni, ritratti.
Fini parla da presidente della Camera e Alemanno si affaccia in Campidoglio; un bellissimo articolo di Buttafuoco sul dopo elezioni romane; il cronista di sinistra che si lecca le ferite; il Lupo in Campidoglio e AN al vertice della sua storia parlamentare e amministrativa; un ritratto del Lupo, un tipo bello, brutto, sporco e cattivo.
Rutelli, da piacione a piacevo.

Ci si affeziona a tutto

Sembra che a Napoli, in alcune strade dove avevano appena rimosso i rifiuti dalle strade, gli abitanti del quartiere hanno organizzato un lungo e rumoroso corteo per protestare contro la rimozione dei rifiuti. "Ormai ci siamo affezionati", ha dichiarato il loro portavoce. Ieri, in tarda serata, hanno riportato i rifiuti nelle strade e tutto ora è tranquillo.
Gianni Boncompagni

Spunti da pandemia

Alcuni interessanti link da Pandemia: stunning pictures and photos, pubblicazioni in pdf su social networking e internet in UK, il decalogo per essere un buon blogger, le potenzialità del podcasting spiegate semplicemente in tre minuti.