Non sottovalutiamo le provocazioni.
Magari non c’è bisogno di dire che l’idea di Matteo Salvini di riservare posti o interi vagoni della metropolitana milanese a indigeni (i quali, notoriamente, non esistono più da tempo - e viene da chiedersi dove abbia vissuto il proponente finora) e non meglio identificate “persone perbene” (suppongo che i controllori non dovrebbero essere incaricati di verificare l’avvenuta obliterazione del biglietto, ma la validità del certificato di buona condotta del passeggero) è una scemenza di dimensioni piuttosto cospicue. Però forse c’è bisogno di dire che quella boutade esprime una sensazione di pancia che non sono in pochi ad avere: e non parlo di leghisti duri-e-puri, ma di un sacco di altra “gente”, che non arriva a tanto solo per questioni di forma e buona educazione (insomma, perchè “non sta bene dirlo”). Certo, raffigurare Salvini come il fanciullino pascoliano che dice la parola che tutti (o comunque tanti) hanno sulla punta della lingua ma nessuno riesce a pronunciare è un indubbio segno dei grami tempi che viviamo; ma non farlo è forse addirittura peggio.
Un anno bellissimo [Parte I]
4 anni fa
1 commento:
Io abito in un paese che è distante una trentina di Km da Milano, ma a Milano vado spesso (sia per lavoro, sia per diletto). Il "problema" metropolitana (e la conseguente "provocazione") è, a mio modo di vedere, un minuscolo tassello del problema della malavita straniera sul nostro territorio (ed anche il mio "paesello" pullula di loschi figuri - tutti schedati, violenti e con precedenti - che Italiani non sono).
Vedi, quando il Vaticano, ad esempio, parla di "Popolo Migrante", si riferisce ad un concetto tanto fascinoso, quanto impalpabile ed astratto il quale rimanda ai diseredati, alle vittime dei soprusi della politica o della stessa Religione; alle vittime, in generale, di un ipotetico stato povero e canaglia che ai suoi "sudditi" non fornisce alternative, se non la fuga. L'asilo politico.
Ma il problema dei "barconi" che arrivano a Lampedusa e delle altre migliaia di immigrati che importiamo ad occhi bendati e braccia aperte ogni anno, dall'Africa del Nord all'Est dell'Europa è molto diverso e più complesso. Gli Stati Canaglia ci sono, ma i "Migranti" che sbarcano qui ogni giorno non sono tutti "vittime innocenti", anzi...Gli innocenti e le vittime "VERE" sono una percentuale irrisoria della gente che ci arriva in casa. Forse un paio ogni cento, o duecento.
Io me ne infischio di essere chiamato "razzista" (razzista? Ma se la prima frase che i "Migranti" Tunisini, Libici e Marocchini imparano e poi ci rivolgono è "italiano di merda"???) e non mi faccio scrupoli a dire che il punto è "a monte" (anzi: spessissimo "in mare aperto"...): noi non importiamo i Migranti nel senso che ho dianzi precisato. Noi importiamo il peggio del peggio (per lo più criminali senza scrupoli e comunque gente indesiderata nel proprio Paese di origine), créme-de-la-crème della malavita nordafricana ed est-europea, che viene qui a fare quel che vuole perchè si "sente" (ed è, di fatto) protetta ed impunita.
Io viaggio e conosco, un pò per lavoro ed un pò per attitudine, un sacco di persone, di tutte le età ed estrazioni. E non ne ho trovate molte che "vedono" le cose in maniera tanto diversa da come le ho descritte qui di sopra...
Siamo tutti "razzisti" allora? No. La verità è che è più facile dire all'Italiano "sei un razzista", piuttosto che sanare una piaga che, sebbene purulenta, era, qualche tempo fa, limitata a poche regioni (le più "esposte"). Una piaga che adesso sta iniziando ad intaccare seriamente l'intero tessuto sociale italiano. L'intolleranza globale, tanto deprecabile quanto prossima ed inevitabile, è alle porte...
"Popolo Migrante" da accogliere? Ma smettiamola di fare gli ipocriti. Meglio essere "razzisti per rabbia" che "ipocriti per professione"!
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