venerdì 29 maggio 2009
Le bugie della storia
L'avevo sempre detto che era vero che i comunisti mangiano i bambini.
Una scelta di dieci menzogne tramandate dagli storici. A partire dalla più grossa: la Storia si ripete e serve a prevedere il futuro. Melograni smonta alcune finora indiscusse verità e dimostra prove alla mano che: l'Italia doveva essere federata e non unita; la Belle Epoque fu tutt'altro che un'epoca di pace e di sviluppo; le rivoluzioni scoppiano nei momenti di prosperità, non in quelli di povertà e stenti; la Grande Guerra non fu determinata da cause economiche; i comunisti mangiavano i bambini; Marx non visitò mai una fabbrica; la globalizzazione esiste da secoli; gli italiani non capirono Guglielmo Marconi. Ogni capitolo è un sintetico e preciso saggio.
giovedì 28 maggio 2009
Fratelli di storia
Il massimo del predellino
Per una volta vorremmo mettere i piedi, o meglio: la penna, nel piatto. Da osservatori modesti della politica italiana non possiamo non esprimere una preoccupazione forte per lo stato di decomposizione del Pd. Non abbiamo la palla di vetro e non facciamo i bookmaker, o tantomeno i tifosi, ma temiamo che le prossime elezioni sanciranno un risultato con il segno meno per il partito voluto da Veltroni. Non sappiamo se le urne sanciranno un giudizio definitivo oppure no. Con un po’ di fantasia pensiamo all’ipotesi che il Pd vada male, anche molto, ma non moltissimo: questo potrebbe spingere ulteriormente Franceschini a sostenere la causa referendaria. Berlusconi, che ha fatto del sistema bipolare il perno della sua strategia politica, lo cavalcherebbe a sua volta. Anche solo cinque giorni di martellamento mediatico ed il quorum si potrebbe raggiungere.
Un esito positivo del referendum porterebbe per direttissima alle elezioni (magari provocate dalla Lega che avrebbe interesse ad andare alle urne con la vecchia legge elettorale) o, meno probabilmente, ad aprire il cantiere della riforma. Fantapolitica, non c’è dubbio ma in entrambi i casi il Pd risulterebbe schiacciato. E questo rappresenta un problema: la fisiologia politica prevede infatti la presenza di un’opposizione. Che per ora è non pervenuta. A sinistra serve non un leader assolutista ma una personalità autorevole che abbia spessore e lungimiranza, capacità tattica e visione strategica (almeno per il medio periodo), e che riesca a mettere ordine in un’area che rappresenta – potenzialmente – il 40 per cento della popolazione italiana. A nostro avviso questo identikit corrisponde al profilo di Massimo D’Alema. Si tratta, lo sappiamo, di un esponente politico assai controverso. Non è peregrino pensare che lui stesso immagini per se un ruolo da “padre nobile”, magari in un contesto internazionale. Ultimamente è apparso stanco, logorato dalla sua immagine pubblica di “scorpione”.
Se questo fosse il suo stato d’animo, lo comprenderemmo. Tuttavia, non vediamo alternative. Chi altri, in quello schieramento, può dialogare con Vendola, Casini e Berlusconi? D’altra parte, D’Alema non può pensare che tutte le ferite della sinistra vengano rimarginate di colpo e che il partito (o quel che ne resterà) si inginocchierà ai suoi piedi. Il successo politico da Berlusconi insegna che bisogna avere il coraggio di rischiare. Il Cavaliere è salito sul predellino ed ha inventato il Pdl. Se D’Alema o chi per lui non rischierà altrettanto, si potrebbe avverare la profezia di Massimo Salvadori secondo cui il prossimo futuro politico potrebbe non contemplare la sinistra ma uno scontro fra destra e centro.
mercoledì 27 maggio 2009
Eran 630
Altre dieci domande
1. Signor Ciccio, come e quando ha conosciuto Nonna Papera?
2. Nonna Papera si occupa del suo futuro e la sostiene economicamente?
3. È vero, come sostengono Qui, Quo e Qua, che lei è divenuto l'unico beneficiario del testamento della Nonna?
4. È vero che lei ha promesso a Nonna Papera di favorire la sua carriera di cuoca nel jet set culinario internazionale?
5. È vero che ha ristrutturato caseggiati privati con fondi europei destinati all'attivazione di attività agrituristiche?
6. È vero che lei fornisce prestiti a tassi di interesse illegali, come più volte ha fatto nei riguardi di suo cugino Paolino Paperino?
7. Come descriverebbe le ragioni della sua corrispondenza anonima con Clarabella?
8. Ha avuto un ruolo nell'esaurimento nervoso accorso a Pico De Paperis?
9. Paperina sostiene che lei frequenta ultraottantenni. Ce ne sono altre, oltre Nonna Papera, che lei incontra o alleva?
10. Archimede Pitagorico testimonia che lei non sta bene, che la dipendenza da torta di mela le produce improvvise e perduranti flatulenze, nonché flussi di diarree secretorie. Quali sono le sue condizioni di salute?
Dieci controdomande
martedì 26 maggio 2009
Solo et pensoso
Vincere
Maggiorenni minorati
Don Rodrigo agli sgoccioli
lunedì 25 maggio 2009
Abstracts
Le pene del pene
Asta la verginita', siempre!
Eran 200...
Suicidi
Alle 8.30 di mercoledì 20 maggio nel centro storico di Potenza.
Stefano Grollo, 43 anni. Ingegnere di Villorba in provincia di Treviso, sposato con Paola Botter, «persona aperta, solare», responsabile della produzione della Simec di Castello di Godego che produce macchine per la lavorazione del marmo, da qualche giorno era assai angosciato perché, come responsabile delle relazioni sindacali, gli toccava comunicare la cassa integrazione ad alcuni dei centoventi dipendenti della ditta. Giovedì scorso a metà mattinata si allontanò dal suo ufficio, attraversò il parcheggio dell’azienda dove aveva sistemato la sua Toyota station wagon, si nascose nella siepe che confina con la linea ferroviaria e appena vide il treno 11065 che da Bassano va a Venezia si buttò sui binari lasciandosi stritolare.
Alle 11.20 di giovedì 21 maggio a Castello di Godego in provincia di Treviso.
Walter Ongaro, 58 anni. Di Fontanelle in provincia di Treviso, sposato con Francesca, padre di Martina e Marco, «buono e altruista», stimato da tutti i compaesani, appassionato di calcio e tifoso del Milan, titolare di una piccola azienda del legno in forte difficoltà finanziaria, da giorni non riusciva a dormire perché ossessionato dal pensiero di dover licenziare alcuni dei suoi otto dipendenti. Martedì sera, rimasto solo nel capannone, legò una corda in cima a una scala, l’altro capo se lo strinse al collo, e si buttò di sotto. A trovarlo che penzolava furono i figli, che erano andati a cercarlo in azienda perché non s’era presentato a casa per la cena.
Serata di martedì 20 maggio nella falegnameria Fratelli Ongaro di via Roma a Lutrano, frazione di Fontanelle in provincia di Treviso.
Claudio R., 47 anni. Romano, padre di una ragazza di 14 anni, tecnico dell’Ericsson, due anni fa era stato lasciato dalla moglie, l’anno dopo gli era morto il padre, a cui era legatissimo, e mercoledì scorso aveva saputo che rischiava di perdere il lavoro perché era tra i 235 dipendenti che l’azienda intende mandar via entro settembre. L’altra mattina come d’abitudine andò in ufficio, a un certo punto salì sul terrazzo dove talvolta si ritrovava coi colleghi per fumare una sigaretta, e si buttò di sotto. Volo di otto piani.
Alle 11,30 di venerdì 22 maggio nello stabilimento Ericsson di via Anagnina a Roma.
giovedì 21 maggio 2009
Mignotte semantiche
Cortigiano: gentiluomo di corte
Cortigiana: mignotta
Massaggiatore: chi per professione pratica massaggi
Massaggiatrice: mignotta
Il cubista: artista seguace del cubismo
La cubista: mignotta
Uomo disponibile: tipo gentile e premuroso
Donna disponibile: mignotta
Segretario particolare: portaborse
Segretaria particolare: mignotta
Uomo di strada: uomo duro
Donna di strada: mignotta
Passeggiatore: chi passeggia, chi ama camminare
Passeggiatrice: mignotta
Mondano: chi fa vita di società
Mondana: mignotta
Uomo facile: con cui è facile vivere
Donna facile: mignotta
Zoccolo: calzatura in cui la suola è costituita da un unico pezzo di legno
Zoccola: mignotta
Peripatetico: seguace delle dottrine di Aristotele
Peripatetica: mignotta
Omaccio: uomo dal fisico robusto e dall'aspetto minaccioso
Donnaccia: mignotta
Un professionista: uno che conosce bene il suo lavoro
Una professionista: mignotta
Uomo pubblico: personaggio famoso, in vista
Donna pubblica: mignotta
Intrattenitore: uomo socievole, che tiene la scena, affabulatore
Intrattenitrice: mignotta
Adescatore: uno che coglie al volo persone e situazioni
Adescatrice: mignotta
Uomo senza morale: tipo dissoluto, asociale, spregiudicato
Donna senza morale: mignotta
Uomo molto sportivo: che pratica numerosi sport
Donna molto sportiva: mignotta
Uomo d'alto bordo: tipo che possiede uno scafo d'altura
Donna d'alto bordo: mignotta (di lusso, però)
Tenutario: proprietario terriero con una tenuta in campagna
Tenutaria: mignotta (che ha fatto carriera)
Steward: cameriere sull'aereo
Hostess: mignotta
Uomo con un passato: chi ha avuto una vita, magari sconsiderata, ma degna di essere raccontata.
Donna con un passato: mignotta
Maiale: animale da fattoria
Maiala: mignotta
Uno squillo: suono del telefono o della tromba
Una squillo: mignotta
Uomo da poco: miserabile, da compatire
Donna da poco: mignotta
Un torello: un uomo molto forte
Una vacca: una mignotta
Accompagnatore: pianista che suona la base musicale
Accompagnatrice: mignotta
Uomo di malaffare: birbante, disonesto
Donna di malaffare: mignotta
Prezzolato: sicario
Prezzolata: mignotta
Buon uomo: probo, onesto
Buona donna: mignotta
Uomo allegro: un buontempone
Donna allegra: mignotta
Ometto: piccoletto, sgorbio inoffensivo
Donnina: mignotta
Morale: c’è un problema nella lingua oppure ci sono troppe mignotte in giro.
martedì 19 maggio 2009
La peggio vecchiaia
lunedì 18 maggio 2009
I minorenni nella letteratura
Feydeau: nei primi anni '90 passò una serata allegra con una signora dell'entourage craxiano, dopo una serie di gustosi equivoci si scopre che la minorenne è sua figlia.
Sofocle: se la fa con la minorenne, scordando che nei primi anni '90 aveva passato una serata allegra con una signora dell'entourage craxiano, la quale per vendicarsi di diciott'anni di abbandono gli ha messo il frutto del peccato nel letto, rimandando l'agnizione a incesto consumato: si uccidono tutti e tre, bevendo limoncello avariato.
Lovecraft: lui è già morto, ma si mantiene attivo sulla scena politica consumando periodicamente il sangue di una minorenne vergine. Ah no, questa non è plausibile. Di una minorenne, via.
PDLimitazioni
Figli di p...adri diversi
domenica 17 maggio 2009
L'Italia degli stupori
Ma dov’è la “Nazione”che conoscevo? Dove ho vissuto? I sogni e le speranze? Sembra passato un secolo ma non è così, non è possibile che questo Paese abbia perso la propria identità, il desiderio di essere primi in tutto.
Ricordo che la speranza dei giovani, era quella di lavorare, il desiderio di dimostrare a se stessi che si poteva raggiungere il proprio obbiettivo, progettare il futuro, vivere con il proprio amore e sposarlo. I genitori che li aiutavano con lo stipendio e i nonni con la pensione, i giovani si sentivano tutelati, sicuri e felici.
Tutto questo non c’è più, molti dei giovani nei prossimi anni non avranno la fortuna di trovare un posto di lavoro, non potranno programmare nulla, l’incertezza e la instabilità sarà il live motive della loro vita, lavori e impieghi precari, licenziamenti, la libertà non esisterà più,saranno persone alle quali sarà tolta la dignità…
Furono statalizzate le grandi aziende, si fissarono i tassi di interesse dei mutui di tutti gli istituti di credito all’1%, fu garantita la vigilanza in tutte le banche con funzionari dello Stato.
Non si licenziarono più i dipendenti delle aziende private, si spostarono in altre aziende, tramite le agenzie governative. Le agenzie interinali furono trasformate in uffici di reclutamento, di assunzione per la ricerca, lo sviluppo, le nuove tecnologie.
I giovani, terminati gli studi, furono assunti direttamente dallo Stato, occuparono posti di assoluta necessità in aziende, enti, strutture governative. Gli fu insegnato anche un lavoro alternativo per essere camaleontici, conoscere diversi mestieri per essere utilizzati in diversi settori.
Il primo stipendio non fu mai inferiore a 2000 euro.
Le risorse economiche dello Stato nacquero da accordi con i paesi che avevano le materie prime e grazie alla reciproca collaborazione si crearono i presupposti per offrire la tecnologia necessaria agli Stati che ne erano sprovvisti. Uno dei compiti fondamentali del nuovo stato fu quello di tutelare i cittadini, debellare la povertà, l’analfabetismo e la solitudine.
Gli anziani e i bambini erano un bene prezioso della nazione e per questo venivano tutelati e aiutati in tutto, rapporto con i propri cari (i genitori avevano il dovere di garantire la crescita dei propri figli), sanità, istruzione e infrastrutture gratis per tutti coloro che avevano un reddito inferiore a 40.000 euro.
Gli immigrati erano accolti ed aiutati ad integrarsi, chi non lo faceva aveva due possibilità: essere impiegato nella costruzione di grosse infrastrutture e alla sistemazione di strade e territori mal messi, gli veniva garantito il vitto e l’alloggio per i primi tre anni oppure venivano espulsi senza poter più ritornare.
Il Parlamento era composto da persone che lavoravano, si occupavano di politica tramite un grande social community tipo Facebook. Le grandi decisioni si prendevano in tempo reale, in base alla necessità e alla gravità del problema, tramite graduatorie online. La legislatura durava dieci anni
Non esisteva un capo del governo ma un gruppo di persone con il potere decisionale.
La valutazione avveniva mensilmente, i docenti potevano risiedere nei college ed erano impegnati tutto il giorno. Due mesi all’anno dovevano andare in un’altra nazione e tenere corsi della propria materia ad alunni stranieri, conoscere almeno tre lingue.
In ogni struttura scolastica sia college che università veniva creata una sede del Centro Nazionale Ricerche Italiano, almeno dieci ricercatori per ogni scuola, una scuola trasversale che andava da un’istruzione elementare, normale e avanzata fino all’università.
In dieci anni questo Paese divenne una delle migliori nazioni.
Il signore smise di parlare, mi salutò e mi diede una pergamena e mi disse di leggerla attentamente.
Tornai in albergo, cenai velocemente, ero curioso di leggere questo documento, sciolsi il nodo, aprì la pergamena e rimasi stupito, ecco cosa c’era scritto:
Art. 1.
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Art. 2.
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 4.
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Art. 5.
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.
Art. 6.
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.
Art. 7.
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.
Art. 8.
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.
Art. 9.
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Art. 10.
L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.
Art. 11.
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
Art. 12
La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.
Paolo Latella
La dipartita degli immigrati
sabato 16 maggio 2009
House
"House" è l'abbreviativo di "Warehouse" (ovvero magazzino), la discoteca di Chicago dove il dj resident Frankie Knuckles, allora giovanissimo, si cimentava nei primi esperimenti di tale genere. Spesso (e questo accade anche in Italia) si identifica il genere musicale con il locale che l'ha originata (vedi musica Cosmic dalla nota discoteca Cosmic dove il genere che andava in auge era quello Afro/Sperimentale/elettronico ma che per comodità tutti chiamavano musica 'cosmic')
La Storia
La storia inizia più o meno nel 1969 quando un gruppo di giovanissimi amici ottiene la tessera di soci del club Loft, l'attico di proprietà del dj David Mancuso dove egli stesso organizzava dei party rimasti nella storia e nell'immaginario dei clubbers di tutti i tempi. Il carisma di David, la sua musica, quel senso di gioia sul dancefloor che a detta di chi l'ha vissuto è stato qualcosa di unico, quelle feste che si trascinvano anche per 24 ore mentre sulla stessa pista ballavano gay, etero, bianchi, neri, ricchi, poveri, aveva affascinato quel gruppo di amici che aveva deciso di dedicare la loro esistenza alla musica e al continuamento dell'opera di Dave Mancuso diventando dj. Questi 3 amici si chiamavano Frankie Knuckles, Larry Levan e Nicky Siano. I loro nomi hanno segnato la storia del djing, perché sono stati i primi a sperimentare nuove strade in questo mondo. per prima quella del "beat mixing" che consiste nel sovrapporre il suono dei due dischi che prima vengono portati allo stesso "tempo", ma anche (insieme ad un altro genio del djing come Francis Grasso) del remixing, tagliando letteralmente pezzi di nastro delle bobine di registrazione delle canzoni e incollandole insieme, più l'aggiunta di altri suoni provenienti da drum machines, utilizzate anche nei live, e insieme ai primi synt stavano cambiando il modo di comporre o creare musica.
Intanto Nicky Siano prende la consolle del "The Gallery" mentre Frankie Knuckles si sposta da NYC a Chicago, per diventare resident del "Warehouse"...nel '76 Nicky Siano cerca di convincere Frankie Knuckles a trovare lavoro per Larry Levan (al momento disoccupato) all'interno di qualche locale di Chicago, ma Larry intanto ha già deciso: comprerà un garage all' 84 di King Street (negli anni che seguirono, alcuni tra gli artisti più in gamba per onorare questo storico locale fonderanno l'etichetta discografica 'King Street) e all'interno di questi organizzerà i suoi primi parties, il garage si chiamerà "paradise garage" e come avremo modo di vedere diventerà uno dei templi del nascente movimento house.
Nell'aria c'è odore di cambiamento e il dj, ormai diventato un'antenna ricevente ed elaboratore delle mode e dei gusti, inizia ad adeguarsi proponendo qualcosa che tutti volevano e tutti invocavano, ma pochi eletti avevano la possibiltà di capire cosa fosse ed estrapolarla da quello che già esisteva, e che stava raggiungendo livelli sempre piu insoddisfacenti per il pubblico...ed è qui che nasce la house; un po' per gioco, un po' per caso, di sicuro non all'improvviso, e di sicuro il popolo non ha dovuto abituarcisi prima di amarla...la house è un non-genere, la house è fusione di culture, di idee, di generi diversi,la house non è un invenzione ma una scoperta perché nasce da cose già trite e ritrite all'epoca pur risultando fresca e piacevole alle orecchie del pubblico.
Forse il momento in cui nasce la house, come racconta Frankie Knuckels, è proprio quando camminando per le strade di Chicago nota un bar con un cartello "qui si suona musica house". Frankie entra incuriosito dalla scoperta di questo nuovo genere e chiede a un barista cosa fosse questa musica "house" e il barista gli dice "ma come Frankie, è proprio quello che suoni tu nel tuo locale!" e da lì per la house music la strada sembra essere in discesa. Il Warehouse trova un avversario a Chicago nel Music Box la cui selezione è diretta dal dj Ron Hardy, un'altra grande figura carismatica che si spegne per problemi di droga nell'88. Sarà lui a dare una spinta a dj Pierre un ragazzo che giocando in maniera ingenua sul suo tb303 crea un suono così nuovo e difficile da capire, che subito viene definito "acid" Ron Hardy inizia a passare dischi acid nel Music Box, e riesce a passare uno stesso disco anche 5 volte nella stessa serata, finché la reazione del pubblico diventa da sbigottita e estasiata; questo da' i natali alla acid house e prova a sbarcare in europa grazie a Farley "jackmaster" Funk e Paul Oakenfold oltre che allo stesso Pierre. tutto questo mentre Frankie diventava un idolo grazie alla sua prima house, miscela di funk ed elettronica...e siamo nell'86, cioè quando Larry Heard lancia "can you feel it" (pubblicata poi nel 1988), altra pietra miliare della storia della house, in quanto apre il filone "deep house" della quale Chicago (insieme a Frankie) si stava facendo portavoce, ma proprio in quegli anni, un comportamento altamente speculativo delle case discografiche sancisce la distruzione del mercato house a Chicago, con conseguente fuga dei maggiori dj. Frankie Knuckles quindi approda di nuovo nella sua New York, dove gli viene offerta la consolle del Sound Factory Bar uno dei locali-mito di NYC chiuso solo nel 2005 quando viene acquisito da Erick Morillo che lo trasfoma in filiale della mega-catena Pacha.
Proprio in quegli anni Larry Levan diventa una leggenda di New York, grazie alla sua house piena di soul, che in onore del suo locale viene riconosciuta come "garage". La gente impazzisce per Larry come impazzi' per la sua musa ispiratrice Dave Mancuso. Levan porta avanti set lunghi anche un giorno dove incanta il dancefloor. La gente era diposta a fare carte false pur di ottenere la tessera d'ingresso al Paradise Garage, mentre un negozio di dischi mandava degli incaricati alle serate di Larry per sapere che dischi mettesse e il giorno successivo alla festa tale negozio veniva preso d'assalto dagli avventori del locale per avere i dischi.
Per anni il paradise garage e lo "studio" furono le due essenze contrapposte del clubbing: da un lato la sostanza, la musica, la passione, il dj con la sua forza e le sue emozioni... dall'altro l'apparire, la lussuria, la voglia di diveritrsi e basta, magari ballando... ma poi a cavallo degli anni '80 e '90 qualcosa si ruppe: i proprietari dello studio 54 furono indagati per droga mentre Larry Levan chiude il paradise garage per partire alla volta di un tour mondiale che sarebbe finito con l'arrivo a Londra, per diventare il resident di un nuovo locale: il Ministry Of Sound... ma la vita di Larry stava per giungere al confine... tanti i suoi problemi: la droga soprattutto, e ci fu un giovane dj che poté testimoniare un cambiamento in lui, anche nella sua musica, dopo averlo sentito in una gig in giappone: questo ragazzo si chiamava Francois Kevorkian.
E tutto questo accade mentre Tony Humpries era ormai consacrato, grazie al suo programma radiofonico sulla mitica Kiss FM: lui ha portato nelle case, a ora di pranzo, la house music, i genitori ascoltavano la musica dei loro figli e questo fu una grande conquista per il genere... intanto nuovi dj emergenti bussavano alla porta della notorietà: Todd Terry, David Morales, Louie Vega, Roger Sanchez...di cui molti provenienti dall'hip hop.
In Europa allora c'era già l'acid, arrivata dall'Inghilterra, ma i party acid furono mal visti dal governo Thatcher in quanto considerati pretesto per l'assunzione di LSD (infatti il termine acid fu equivocato per lungo tempo con l'uso di "acidi"Smiley e quindi la acid house passo' lentamente dal mainstream, dalla radio della BBC a rave illegali che usavano lo "smile" come simbolo di riconoscimento...tutto questo mentre in altri club inglesi si mescolava garage reggae e la nascente techno, per ottenere lo speed garage prima e lo UK garage poi. Un'altra importante contaminazione europea arriva ancora nei primi anni '90: è il periodo della trance, la dream progressive di importazione italiana, con "Children" di Robert Miles (Roberto Concina all'anagrafe) fa conoscere il genere trance. Da qui nasce la progressive house dove il termine "progressive" non allude a legami col progressive rock, bensì all'immagine di progresso che questa musica porta e che in europa trova la sua roccaforte.
Anche l'italia non è mai stata immune all'house: negli anni '70 Daniele Baldelli, TBC, Mozart & co. stavano facendo qualcosa di simile: mescolavano funk, reggae, dub, rock, elettronica e world music insieme a nuove sperimentazioni sul piano tecnico come un raffinamemento della scuola del "beat mixing" nasceva la musica "afro". Questa musica ancora oggi rappresenta un esempio di avanguardia nella musica elettronica, ma la musica afro era anche cultura, e la fine di questa cultura sancì la fine di questa musica. Ma l'Italia non resta zitta neanche a metà degli anni '80, quando nasce il famosissimo 'Vae Victis', al cui mixerrisiedevano Richi Montanari e Flavio Vecchi ed alla voce Maurizio Monti. Ma la vera esplosione house in Italia arriva nei primissimi anni '90 con le produzioni dei celebri 49ers e Black Box.
E siamo quindi arrivati agli anni '90: Larry Levan muore nel '92; "attacco cardiaco" dicono le diagnosi ufficiali, ma tutti sapevano già che si trattava di AIDS. Frankie Knuckles assieme a David Morales fonda la Def Mix: una label, la prima, che nasce con l'obbiettivo di prendere commissioni di artisti pop che vogliono remixare i loro brani: molti si rivolgeranno alla def mix... gli U2, Madonna, Mariah Carey, Cher e molti altri ancora, tanto che Morales ottiene 2 Grammy come miglior remixer. La house è un dato di fatto: la house vende e molti dischi degli artisti appena citati avranno un boom di vendite grazie ai loro "house rmx". Nel '95 Todd Terry ha l'intuizione di remixare un brano degli Everything But The Girl, band britannica legata al pop. All'inizio il disco circola sottobanco perché è una produzione Bootleg, ma il successo è talmente tanto che viene stampato ufficialmente in tutto il mondo. Il brano in questione si intitola Missing ed è sicuramente uno dei maggiori successi dell'anno, e apre a Todd Terry le porte della notorietà. Ma gli anni 90 sono anche gli anni dei MAW, ovvero Kenny Dope Gonzales e Little Louie Vega, che tra remix e produzioni proprie (insieme al progetto Nuyorican Soul lasciano una grande impronta nel genere,mescolando un mood latino,il jazz e rimiche tribal su strutture talvolta innovative.... sono i tempi di To Be in love (feat. India), nota vocalist nell'ambito della musica latinoamericana e compagna di uno dei due, Runaway....ma anche i tempi in cui la house è realtà...i club di tutto il mondo la suonano, e la gente di tutto il mondo balla gli stessi dischi, così come li suonano le radio. la Strictly Rhythm, la Defected, Nervous, Azuli, queste sono le maggiori label e i loro artisti stanno per entrare nelle hit parade.......o almeno questa sarà la sorte di molti dischi alla fine degli anni '90: Homework dei francesi Daft Punk diventa un must e frutta al duo Thomas Bangalter/Guy De-Homem-Christo fama mondiale e un contratto milionario (di dollari) con la Virgin....seguirà per loro nel 2000 il nuovo atteso album Discovery che sarà la colonna sonora di "Interstella 5555", film di animazione curato da Leiji Matsumoto, creatore di famosi personaggi dei cartoons giapponesi quali Capitan Harlock e sono proprio i Daft Punk (Bangalter in primis) a mescolare funk ed elettronica nell'house e creare la "french house".....genere che sarà conosciuto dalle masse come "funky house" e che da fine anni 90 in poi vedrà una grande esplosione.
A cavallo del nuovo millenio un altro dj che farà successo sulla scia della funky house è Roger Sanchez già consacratosi grazie al progetto Release Yourself (e alle sue compilation omonime) nel 2000 entra nella "top of the pops" grazie ad Another Chance, costruito sul campionamento di una strofa del brano I won't hold you back dei Toto mentre alla prima posizione campeggiava da settimane Little L dello "space cowboy" Jay Kay (Jamiroquai), un altro che non ha mai disdegnato la house. E sempre nel 2000 la Francia dimostra di muoversi con forza: il già famoso chrisftophe le friant aka Bob Sinclar si consacra grazie a "The beat goes on" e "Kiss my eyes" mentre porta avanti insieme a DJ Gregory e Martin Solveig il progetto Africanism. Nello stesso periodo in Italia nasce il progetto DB Boulevard, formazione che spopola nelle classifiche dance di tutto il mondo con il brano Point Of View. La vocalist di quel brano, Moony, poco tempo dopo riscuoterà grande successo con il singolo Dove, lanciando una serie di produzioni legate alla label Airplane creata nel 1996 da Mauro Ferrucci e Frankie Tamburo, che sotto la sigla T&F firmeranno altri successi mondiali.
Nei primi anni 2000 l'house assurge a vera e propria musica da tormentone prendendo il ruolo avuto fino ad allora dall'eurodance che iniziava a perdere colpi. Si comincia con "Crying at the discoteque" degli Alcazar, e seguono pezzi come "Gimme fantasy" di Gianni Coletti, "The weekend" di Michael Gray, fino alla recente "Sound Of Freedom" di Bob Sinclar.
Oggi l'house prosegue la sua storia con artisti come Joey Negro (uno dei più grandi dj europei), Ian Carey, Robbie Rivera, gli Shapeshifters e i Freemasons, ma anche la Swedish House Mafia, gruppetto di DJ Svedesi (quasi tutti di Stoccolma) di cui fanno parte Eric Prydz, Steve Angello, Sebastian Ingrosso e Axwell.
I meglio libri / 6
Zitate, von Goethe
Capacita' di astrazione
Basterebbe un programma
venerdì 15 maggio 2009
E' solo abbronzato
Lussuria
giovedì 14 maggio 2009
Col ferro nel Sasso
IL PROGETTO
Ferdinando FIORANELLI Ferrara 18/05/1954
Luciana ANGELUCCI Roma 31/07/1957
Goffredo BELLOCCHI Sassoferrato 17/09/1958
Paolo Francesco BONCRISTIANO San Severo 04/01/1953
Carla CALPISTA Fabriano 22/12/1957
Domenico CAROFIGLIO Bari 01/04/1968
Graziella CAROVANA Roma 04/03/1957
Miraldo CICCACCI Sassoferrato 13/09/1952
Enrica GISMONDI Roma 24/07/1958
Lorenzo GUERRIERO Fabriano 05/07/1990
Massimo MARSILI Roma 15/06/1957
Vincenzo MORONI Sassoferrato 28/04/1962
Marco PARODI Livorno 10/08/1968
Wilma PIEROSARA Cerreto D'Esi 24/09/1956
Caterina PRATO Lecce 08/11/1964
Giulio RICCIOTTI Fabriano 02/03/1954
Enrico SILVESTRINI Fabriano 07/05/1979
AMMINISTRIAMO INSIEME - UGO PESCIARELLI SINDACO
Ugo PESCIARELLI Sassoferrato 04/07/1959
Massimo BARDELLI Roma 15/03/1955
Diego CAPPELLINI Sassoferrato 22/09/1975
Sandro CICCACCI Sassoferrato 07/02/1964
Sandro CONTI Sassoferrato 07/11/1953
Daniela DONNINI Sassoferrato 02/08/1963
Andrea FRATINI Fabriano 25/06/1980
Paola GIORGI Sassoferrato 25/07/1967
Marco GIULIETTI Sassoferrato 19/09/1969
Piero IPPOLITI Sassoferrato 10/01/1945
Roberta LERI Sassoferrato 03/08/1979
Ugo MASSI Sassoferrato 17/08/1956
Corrado PANETTI Sassoferrato 14/08/1952
Carlo SABBATINI Sassoferrato 28/03/1948
Sauro SANTONI Sassoferrato 14/06/1968
Paolo STEFANELLI Sassoferrato 11/12/1969
Lorena VARANI Arcevia 10/06/1966
LISTA CIVICA PER SASSOFERRATO - MARINI BIAGIO
Biagio MARINI Sassoferrato 21/12/1949
Daniele BALDASSARI Milano 02/04/1962
Mohammad Ali BAYARI Teheran (Iran) 15/06/1971
Pamela DAMIANI Fabriano 01/08/1982
Marco DEZI Fabriano 01/02/1984
Massimo FANESI Osimo 27/03/1957
Roberto FRABONI Sassoferrato 25/03/1951
Rita FRANCHINI Sassoferrato 22/06/1978
Roberto detto Bebo FROLLICHI Gubbio 18/02/1970
Moreno ILARI Sassoferrato 24/05/1949
Simone LATINI Sassoferrato 07/06/1971
Damiano LOPPI Fabriano 25/01/1981
Sabatino detto Dino PAOLETTI Sassoferrato 04/01/1971
Claudio PATRIZI Sassoferrato 30/10/1972
Lidia PELLICCIARI in ANDREOLI Sassoferrato 19/02/1948
Claudio PETTINELLI Hamilton (Canada) 26/09/1963
Carla POGGI in CAVERNI Roma 01/10/1956
GOVERNO DI POPOLO PER SASSOFERRATO - LISTA CIVICA
Franco SORCI Fabriano 3/12/1946
Elisabetta MALCOTTI Fabriano 26/07/1980
Andrea FIORI Sassoferrato 10/09/1981
Aldo SANTINELLI Sassoferrato 24/06/1940
Vito MEMOLI Modugno !4/05/1984
Stefano PATERNIANI Fabriano 28/01/1985
Tito BALLANTI Sassoferrato 12/03/1952
Eugenio COFANI Fabriano 06/03/1955
Filippo ROMITI Roma 22/01/1958
Giampiero MAZZANTI Senigallia 05/11/1971
Mauro ROMAGNOLI Senigallia 19/12/1942
Maria Emanuela PASSARINI in ALESSANDRINI Roma 17/03/1965
Daniela GRILLANTINI Numana 14/04/1957
Rocco Massimo CANNATA' Bordighera 23/05/1972
Luca RAZZI Roma 14/01/1979
IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PER SEBASTIANELLI
Maurizio SEBASTIANELLI nato a Sassoferrato il 30/07/1959
Giovanni Maria detto Gianni AMICO Santa Caterina Villarmosa 01/02/1944
Daniela ARGENTATI Chivasso 03/06/1961
Giancarlo BERGAMANTE San Benedetto del Tronto 25/07/1959
Sandro BUSELLI Sassoferrato 24/09/1963
Fabrizio COLOMBO Roma 31/12/1964
Galliano CRINELLA Sassoferrato 17/05/1949
Carlo CRISTALLINI Sassoferrato 19/04/1961
Eglis MARCUCCI Serradifalco 13/06/1954
Ugo MORONI Sassoferrato 26/11/1950
Manuel MULAS San Giovanni Valdarno 26/11/1975
Roberta SALVONI Jesi 31/12/1979
Michele SORCI Fabriano 03/11/1980
Giovanni detto Gianni TITTONI Sassoferrato 01/06/1961
Michele TRIONFETTI Fabriano 10/09/1974
Michele VENTURI Fabriano 26/04/1975
Roberto VITALETTI Sassoferrato 21/10/1961
Retorica xenofila
Vabbè, adesso basta. Ieri sera sento il presidente della Repubblica, nell’intervallo della finale di coppa Italia esprimersi a favore dell’idea che le partite di calcio vadano sospese, al primo coro razzista. Facile immaginare che pugnale dalla parte del manico si offra così a ogni tifoseria becera e prepotente, in casa o in trasferta, libera, insieme, di épater le bourgeois e di mandare tutti i ventidue a prendere un tè caldo negli spogliatoi. Tra il dire e il fare, tra l’indignarsi davanti a slogan beceri e combatterli con efficacia, c’è la differenza che corre tra il dover essere e il poter essere, tra la declamazione di principio e la buona, realistica pratica. Oggi leggo che Napolitano lamenta il crescere di retorica antixenofoba. A me pare che, anche grazie a lui, il pericolo sia la crescita di una retorica xenofila, vuota e destinata a rovesciarsi nel suo contrario, e cioè a produrre più razzismo, più ostilità nei confronti degli immigrati, più emarginazione, minor integrazione.
In questi giorni per strada, a scuola e davanti a scuola, nei bar, sui mezzi pubblici, ho ascoltato e qualche volta sollecitato sconosciuti e conoscenti sulla questione dei respingimenti verso la Libia dei barconi degli immigranti clandestini. E constato una singolare differenziazione, abbastanza netta, nel giudizio: studenti, professori, intellettuali sono contrari. Tassisti, operai, baristi, commessi sono a favore. E che è: una nuova, singolare lotta di classe? O il lusso di chi può permettersi la tolleranza e la paura di chi stenta a barcamenarsi? Non credo: piuttosto, è il contrasto tra il dover essere e il poter essere, tra chi ragiona in base ai principi e chi conclude in base alla realtà. A convincermi di questo, le poche volte che esprimo una mia obiezione, è la risposta. Anche i contrari al respingimento, quando si obietti che allora dev’essere evitato anche il respingimento alle frontiere di terra, che è pratica quotidiana senza clamore né scandalo, dicono che no, quello è altra cosa. Il respingimento marino, per così dire, ha a che vedere con la memoria insopportabile dei cadaveri in acqua, con le immagini bibliche dei naufragi, con l’idea stessa del soccorso in mare e dell’ostilità, per quanto magnifica dell’ambiente (non è un caso che incrociandosi su un sentiero di montagna due persone che sul marciapiedi si schiverebbero, si salutino).
Il fatto è che la retorica xenofila (falsamente xenofila, in realtà) risponde all’immagine che vogliamo dare di noi stessi a noi stessi e agli altri: buoni, generosi, aperti. E l’antiretorica di tanta gente comune, più libera da ideologie e oculata gestione della propria immagine, del proprio dover essere, risponde al buon senso, quando non è insidiata da pulsioni razziste che sono incentivate dalla irresponsabilità della correttezza politica. Dunque: perseguibile o no, l’immigrazione che viene dal Canale di Sicilia è illegale. E una volta che stabilisci questo, devi fare in modo di essere conseguente, devi fermarla, senza contraddire il diritto internazionale e la tua stessa idea del diritto e dell’umanità. Per me questo vuol dire che è legittimo e persino giusto rinviare i barconi, quando lo si può fare senza pericolo per chi vi si è imbarcato, al porto di partenza. Con una eccezione: chi avanza domanda di asilo politico.
Ora, è noto che chiunque ha diritto di avanzare domanda di asilo politico (ho visto persino inequivocabili prostitute farlo negli uffici delle questure, senza che questo togliesse nulla allo scenario, peggiore della persecuzione politica, della schiavitù dello sfruttamento sessuale). E allora i casi sono due: o si trasforma un centro italiano di prima accoglienza in un centro di sosta in attesa dei tempi di concessione o rifiuto dell’asilo politico – con conseguente accoglienza o allontanamento – o si appronta, in accordo con la Libia, un centro analogo nel paese dirimpettaio. Questa è l’unica soluzione, perché, posto che le cose come stanno ora non possono restare immutate, l’alternativa è che, se si accolgono tutti, non ha senso sottoporli al dominio dei trafficanti e al rischio della traversata.
Perché non andare a prenderli, i migranti, con un traghetto della Tirrenia? E se si promuove questa disponibilità matura e conseguente all’accoglienza, perché non chiedersi quale diritto in più debbano avere quelli che hanno pagato il viaggio rispetto a quelli che non possono pagarselo. I più disperati non tentano neppure la traversata del deserto. Allora perché non rinunciare ai traghetti Tirrenia e fare dei voli direttamente da L’Asmara, Addis Abeba e tante altre capitali? Non è un ragionamento assurdo, è un’ipotesi che ci avvicina a ciò che renderebbe davvero credibile il respingimento alle frontiere. Perché se vogliamo davvero ridurre all’eccezionale la migrazione clandestina, l’unico modo realistico e autentico di farlo, è governare l’immigrazione legale. Aprire le cancellerie dei visti, concederli in ragione di quote annuali, accompagnarli da corsi di lingua e di cultura, pavimentare insomma una strada di immigrazione che abbia l’imprinting dei diritti e dei doveri, e non quello del disordine illegale. Ovviamente, è una strada troppo impegnativa, minuziosa, pragmatica e fantasiosa per chi ragiona per slogan, per battaglie politiche, per lotte fini a se stesse. Meglio accogliere, e nascondere in cantina, una xenofilia come certi matrimoni: fiamme all’inizio, e disinteresse dopo.
mercoledì 13 maggio 2009
L'Italia dei livori
«È vero, abbiamo cambiato idea. Lo abbiamo fatto quando sono mutate le condizioni. Pur essendo referendari non possiamo votare Sì perché quel voto finirebbe per uccidere non una legge ma la democrazia. Invece del coltello sarebbe una sventagliata di mitra. Detto questo io sarei più orientato a votare No perché credo nell´istituto referendario. Ma è aperto un confronto con tutti i cittadini, con le forze politico-culturali di questo Paese per studiare la soluzione migliore».
Resta il fatto che avete portato i cittadini a firmare i quesiti e ora dite loro che devono andare al mare il 21 giugno. Non è una capriola azzardata?
«Sarebbe azzardato il contrario: persistere in una decisione presa in un tutt´altro momento, con altre condizioni. Noi sappiamo che il Porcellum, l’attuale legge elettorale, significa la morte della democrazia. E sappiamo che questo Parlamento non la cambierà mai senza un intervento esterno, perché è composto da nominati che non hanno nessuna intenzione di suicidarsi anche se ci sarebbe bisogno, diciamo la verità, di una bella catarsi. Volevamo un grimaldello per scardinare questa legge. La ragione nobile si è tramutata in un fine ignobile dopo il Sì di Berlusconi».
Si', viaggiare
martedì 12 maggio 2009
lunedì 11 maggio 2009
La liberta' e' una palla
Dipende molto dal tema politico. In generale, e' di certo possibile che un'idea rivoluzionaria trent'anni fa oggi non lo sia piu'. E i motivi possono essere diversi. Un solo esempio: se un politico trent'anni fa avesse detto "Vogliamo un'Italia multietnica subito", poteva essere questa un'idea rivoluzionaria, nel senso che la base della comunita' non era pronta ad accettarla, e nel senso che avrebbe cambiato in modo repentino e profondo il tessuto sociale. Rivoluzionaria, ma sempre basata su convinzioni e contesti: l'ideologia socialista, comunista o cattolico-sociale da un lato, la necessita' di forza lavoro dall'altro. La stessa frase, detta oggi, ha un sapore diverso. Da una parte perche' l'Italia multietnica e' gia'in progress, dall'altra perche' abbiamo avuto esperienza, in Italia e in Europa, delle difficolta' dell'integrazione. Non prendere esempio da Inghilterra, Olanda, Germania e le periferie parigine sarebbe folle. Fare il figo di sinistra e lanciare solo slogan a difesa dei diritti di tutti e' solo populismo. Se e' vero che la mia liberta' arriva fin dove non lede la liberta' dell'altro, possiamo immaginare il diritto e la liberta' come una palla, una grossa sfera di plastica che ci circonda. Se diventa troppo grande e' facile scontrarsi con altre palle. Si inizi anche a parlare dei doveri del cittadino. Sarebbe anche questa una forma di rispetto delle liberta' conquistate.
domenica 10 maggio 2009
PD (Per Democristiani)
2) Economia sociale di mercato tra concorrenza, solidarietà e autonomia dalle forze sociali e sindacali
3) Il partito della nuova cittadinanza, della convivenza civile basata sulle regole e sui valori costituzionali
4) Politica, media e informazione.
Ci può essere niente di più vecchio, polveroso e stantio di questo linguaggio? Sembra la scimmiottatura Fgci di una riunione dei grandi del Pci: "Solidarietà e autonomia dalle forze sociali e sindacali?". Che è, un saggio di Rinascita?
Per non dire di "partito della nuova cittadinanza", formula già vetusta agli inizi degli anni Novanta.
"Economia sociale di mercato" è un'espressione alla Alemanno, da convegno della destra sociale. Mentre la neutralità etica dello Stato mi pare una stronzata sesquipedale, certamente non di sinistra. "Politica, media e informazione", invece, è una specie di Varie ed eventuali dell'era berlusconiana. Auguri.