mercoledì 26 agosto 2009

Théophile de Viau

Nato in una famiglia ugonotta, ebbe vita movimentata. Studiò dapprima all'Académie de Saumur e all'università di Leida. Prese parte alle guerre di religione in Guienna dal 1615 al 1616. Dopo la guerra divenne un brillante poeta nella corte reale. Entrò in contatto con le idee epicuree del filosofo italiano Lucilio Vanini il quale metteva in dubbio l'immortalità dell'anima.
Nel 1622, una raccolta di poemi licenziosi "Le Parnasse satyrique"; de Viau fu denunciato e condannato a presentarsi a piedi scalzi di fronte a Notre Dame di Parigi per essere bruciato vivo (1623). Poiché si era reso irreperibile, la sentenza fu eseguita in effigie; alla fine il poeta fu catturato, mentre si apprestava a scappare verso l'Inghilterra, e rinchiuso nella prigione della Conciergerie a Parigi per quasi due anni. La vicenda diede luogo a varie discussioni fra gli studiosi e gli intellettuali: furono pubblicati 55 pamphlet, sia a favore che contro de Viau. La pena fu commutata in quella del bando perpetuo e de Viau trascorse i restanti mesi della sua vita a Chantilly sotto la protezione del Duca di Montmorency.

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