Nell’articolo Liberisti senza libertà, apparso sul domenicale del “Sole 24 Ore”, Andrea Romano ha citato, condividendolo, il giudizio che Alessandro Campi e Angelo Mellone, ne La destra nuova (Marsilio, 2009), hanno dato del new conservatism europeo. In esso «il tradizionalismo dei valori è innervato di aperture alla grammatica dei diritti civili e alla volontà di lasciarsi alle spalle il culto sentimentale del passato e della tradizione, l’enfasi retorica in materia di patriottismo e religione, le rigidità ideologiche e i pregiudizi mentali in materia di immigrazione e di diritti civili».
In linea di massima, mi associo anch’io all’elogio anche se vi avverto qualcosa che mi riporta al vecchio stile della “ideologia italiana” , fatta di sottintesi, di “capisci bene a cosa mi riferisco”, di riflessi condizionati a eludere i problemi librandosi, al di sopra dei casi concreti, nei cieli astratti dei “princìpi”.
È uno stile che ha buon gioco solo contro fantocci polemici che non esistono o si ritrovano unicamente in frange marginali della politica e della società civile. Oggi, ad esempio, dove si trova più «l’enfasi retorica in materia di patriottismo» se persino in un circolo culturale di An, mi è capitato di sentire discorsi sulla “conquista regia” che sembravano dettati dalla libellistica antisabauda e antirisorgimentale?
E, per quanto riguarda i «pregiudizi mentali in materia di immigrazione e di diritti civili», in cosa consistono realmente? C’è, forse, qualcuno che abbia giustificato i teppisti romani che hanno massacrato di botte un povero extracomunitario? Tra l’universalismo dei cosmopoliti e il tribalismo estremista c’è un’ampia zona grigia che non consente giudizi tranchant e con cui bisogna fare i conti, almeno in democrazia.
...La “filosofia dei diritti” sta diventando un campo mal coltivato, pieno di equivoci e di pericoli. Forse non sarà male ricordare che ai “diritti di cittadinanza” degli individui corrispondono i “doveri” della collettività di farli osservare...
Un anno bellissimo [Parte I]
4 anni fa
1 commento:
In altre parole: l'Italia e coloro che la rappresentano (non solo a livello politico, ma anche - ahimè - a livello intellettuale) è e sono, rispettivamente, sempre più un Paese e delle persone di merda.
Perchè?
Perchè quando una barca fa (palesemente) acqua e chi comanda - il capitano o chi per esso -, anzichè turare o far turare le falle, discute sul tasso di inquinamento (o di purezza) dell'acqua che viene imbarcata, allora è davvero la fine...
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