mercoledì 26 agosto 2009

Io e noi

Questa nostalgia del Noi, elevata a dignità letteraria nel romanzo di Veltroni e indicata come motivo dell'insuccesso del suo governo nell'articolo di Prodi, non solo è inattuale, perché non corrisponde più alla società italiana di oggi. È anche pericolosa. Per due ragioni. La prima è che se una politica di progresso è giudicata impossibile in presenza di egoismo e individualismo così diffusi, non c'è niente da fare se non aspettare una palingenesi culturale e antropologica. E, a quel punto, effettivamente romanzi e articoli servono più della politica. La seconda ragione è che ogni volta che si esalta un Noi, si indica implicitamente anche un Voi. E quel Noi generico e aulico diventa allora un noi-noi, la nostra parte politica, quelli che la pensano come me, la nobile minoranza che condivide la mia stessa nostalgia. Mentre voi, gli altri, la maggioranza che state dall'altra parte, siete ciò che impedisce a noi, i migliori, di trionfare. Il che equivale - se mi si passa la battuta - alla più perfetta delle vocazioni minoritarie.

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