lunedì 11 agosto 2008

Sfruttamenti

Basta leggere “Amanti e Regine” per accorgersi di quanto sgomitassero le ragazze d’antan per infilarsi nei letti dei sovrani. Oggi il potere è piuttosto diffuso, anche i funzionari sono piccoli principi, e basta un’apparizione per incominciare una carriera. Ciò è scandaloso? Ma perché? Chi ha stabilito che vendere la bellezza sia più disdicevole che commercializzare lo studio, l’intelligenza, il sudore? Nel 1970 un mucchietto di generose intellettuali femministe ad un convegno desiderava riscattare le prostitute dall’umiliazione e dallo sfruttamento. Dopo tanti bei discorsi, due prostitute conquistarono il palco e gridarono la loro verità: “Chi è più sfruttato, noi che in un quarto d’ora guadagniamo quanto voi in una settimana, oppure le impiegate che al capo devono dare il loro cervello, la loro obbedienza e magari (gratis) qualcos’altro?”. Sull’assemblea calò il silenzio.

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