Non è sempre facile, così da lontano, capire che cosa voglia dire il titolo del Meeting di Rimini. "O protagonisti o nessuno". C'è il motto di uno che non aveva messo abbastanza in conto la fortuna: Aut Ceasar aut nullus. Poi quel modo di insultare il prossimo dicendogli: "Non sei nessuno!". E trovo in rete che pronunciare questa frase nei confronti di un'altra persona è un reato: sentenza del Tribunale di Trieste, confermata dalla Cassazione. Brava Cassazione: l'aveva detto un automobilista a un parcheggiatore. Motivazione: "La frase 'tu non sei nessuno' significa precisamente affermare che una persona è una nullità e, per la coscienza comune è certamente offensivo, perché lesivo del decoro di una persona, ovvero della dignità fisica, sociale ed intellettuale… Tutti noi esistiamo e pertanto siamo qualcuno". (Il nome del condannato, fornito solo abbreviato, è suggestivo: Giulio C.). Poi mi viene in mente Odisseo, naturalmente, e l'inganno del povero Polifemo. Dio ha scelto quelli che non sono "nessuno", per dare una lezione a chi si crede "chissà chi": così una parafrasi della prima lettera di san Paolo ai Corinzi. Ho letto il testo di don Giussani dal quale il motto riminese è ispirato. Vi si dice che "il protagonista della storia è il mendicante". Il mendicante, quando faccia l'incontro giusto, sa riconoscerlo. Spero che don Giussani non immaginasse l'attualità stretta di questa figura. E il grigio cielo di quest'anno risparmi ai mendicanti di Rimini i cattivi incontri.
Adriano Sofri
Un anno bellissimo [Parte I]
4 anni fa
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