mercoledì 9 luglio 2008

Cortigiane.Sedici donne fatali dell'Ottocento

Il libro di Scaraffia è un’eloquente antologia di mattatrici ottocentesche, composta con gusto, accurata documentazione e giusta miscela di curiosità e ironia. Le cortigiane qui raccontate sono colte nell’arco effimero e sfolgorante che tracciarono nei salotti, nell’atmosfera fumosa dei caffè, lungo i viali del Bois de Boulogne e nei teatri della Parigi del secondo Impero.Erano figlie di lavandaie, di sartine, di contadini, uscivano da un’infanzia di miseria e approdavano a Parigi dopo tracolli, miserie e abbandoni familiari. Alcune, ancora ragazzine venivano avviate alla prostituzione o vendute a un circo o a qualche lubrico impresario. Furono donne che usarono non solo una bellezza straordinaria, ma spirito e sagacia, per incantare potenti e intellettuali dell’epoca. Parliamo della grande aristocrazia e di letterati che andavano da Victor Hugo a Flaubert, da Mallarmé ai Dumas e a Baudelaire, da musicisti come Liszt e Rossini, da pittori come Courbet e Manet e poi da banchieri, uomini di stato e facoltosi mercanti, dandy, ambasciatori e sultani. Una popolazione maschile titolata e variegata fu sottomessa senza eccezioni dalle Grandi Orizzontali, come erano chiamate per alludere al modo in cui avevano accumulato enormi fortune, le quali usarono il lusso, gli scandali, l’audacia degli abiti, l’esibizione sfrontata di monili, la spregiudicatezza e, in una parola, lo spettacolo delle loro vite come strumenti dell’unico potere allora concesso alle donne. La fama e lo scandalo di cui erano circonfuse erano valsi a ognuna un titolo, la medaglia al valore in una campagna di cui erano le sfolgoranti e temerarie macchine da guerra: la Leonessa dei boulevard, la Contadina, la Presidentessa, la Signora delle Camelie, La Venere di Milo, L’Agente di borsa con il seno.“Per riuscire nella vita – aveva scritto Leonide Leblanc, una delle più famose e celebrate cortigiane raccontate da Scaraffia – devi dimenticare il cuore. Una volta raggiunta la meta investi il capitale, compra azioni, specula. Quando non saremo più delle donne facili, saremo oneste”. C’è anche un lato meno noto e spettacolare, nelle biografie di queste donne. Dissipatrici leggendarie, si rivelarono alla fine discrete benefattrici di ospedali e di orfanotrofi, più ancora che creatrici di nuovi stili e di mode.

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