venerdì 18 luglio 2008

Brividi caldi o allarmismi agghiaccianti?

La copertina del Corriere Magazine di oggi titola "Brividi caldi" un lungo servizio sulla temperatura che sale, i ghiacci che si sciolgono, i pinguini che scompaiono e i "grandi della terra" che se ne fregano altamente. Tra gli "esperti" intervistati ci sono Leo Di Caprio e Alessandro Cecchi Paone che lanciano un grido disperato "prima che sia troppo tardi". Tra foto di pinguini intrappolati su blocchi di ghiaccio alla deriva in un mare che ormai ribolle, scopriamo che, dato che i ghiacci si stanno sciogliendo, il mare si alzerà dai 7 ai 72 metri. Andando a vedere il rapporto 2007 dell'Ipcc (la bibbia di ogni ambientalista catastrofista che si rispetti), leggiamo però che la previsione è quella di un innalzamento di 29 centimetri entro la fine del secolo. Nel 2050 (anno entro cui i "grandi" hanno promesso di dimezzare le emissioni di CO2) il mare probabilmente sarà aumentato di 12 centimetri. Esattamente gli stessi che gli oceani hanno eroso alla terraferma dal 1940 ad oggi (compreso quindi il periodo in cui si pensava che saremmo morti di freddo entro pochi decenni, gli anni Settanta). L'unico modo che gli "esperti" dicono possibile per impedire la catastrofe è quello di ridurre drasticamente le emissioni di anidride arbonica. E' stato però calcolato (ma in pochi lo dicono) che la spesa per ridurle sarebbe altissima e comunque con un'incidenza molto parziale sull'aumento della temperatura globale (la ritarderebbe al massimo di pochi anni), mentre il mettere in salvo quei pochi posti in riva al mare toccati da questo aumento del livello dell'acqua costerebbe decisamente molto di meno. Sul fatto poi che i discorsi sullo scioglimento dell'Antartide siano fatti considerando solo una penisola dove in effetti il ghiaccio diminuisce, senza però citare mai le zone dello stesso continente in cui il ghiaccio sta aumentando, ci sarebbe molto da dire.

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