giovedì 29 novembre 2007

Puttanismo, in- e de-formazione, il Gianfranco innamorato

Un mio carissimo amico ed acerrimo ma stimatissimo avversario politico sin dalla prima elementare che lascio per il momento anonimo risponde al mio post “La statistica va a puttane”. Inserisco il suo commento in un nuovo post, primo per il brillante piglio acuto-ironico-polemista, secondo per la sua apertura ad un tema degno di spazio, l’oggettività di una notizia. Mia risposta a seguire.

L'utilizzo dei metodi statistico-probabilistici, anche nella loro semplificazione semi-probablistica, è una delle maggiori conquiste della scienza applicata e della tecnologia del ventesimo secolo. E questo solo perchè il metodo su cui si fonda l'analisi è rigorosamente scientifico. Indiscutibile. Innanzitutto ragionerei sull'idea che codesti metodi trovano campo di applicazione nei dintorni delle scienze...ed ancora, nonostante la mia nota apertura alla comprensione dei drammi altrui, mi risulta estremamente complesso ammettere che la psicologia e la sociologia siano scienze! Fare un sondaggio, seppur con metodi scientifici, sul puttanismo è di per se arma a doppio taglio (ricorda che se i pensionati settantenni avessero una decorosa pensione ed una esatta informazione sul viagra segnerebbero nel campo della prostituzione tre o quattro punti del prodotto interno lordo). Torniamo al punto.Dai una risposta corretta ad una domanda sbagliata.Te la faccio io quella giusta: con quale metodo il giornalismo e l'informazione possono giustificare la linea editoriale?...Del Debbio ci insegna. Amara constatazione: a nessuno interessa più "la notizia", la nuova frontiera è l'interpretazione della stessa. A che costo?Credi che se il tg1 si chiamasse "Editoriale" e non telegiornale se ne accorgerebbe nessuno? Non mi fraintendere: la corretta informazione passa anche per l'approfondimento, l'opinione del colto e la risposta del volgo.Ma non può prescindere dal fatto. E se il fatto non c'è!?Se le otto milioni di firme di Silvio fossero tre, e Gianfranco fosse innamorato davvero, e il PPL fosse un nome nuovo da dare ad un partito vecchio, e se giovanardi avesse già deciso di fare la cavallina, e ,se nel gioco dei paradossi, la Brambilla fosse intelligente, se a piazza san Babila ci fossero state solo le trenta persone inquadrate dalla telecamera...DI COSA STAREMMO PARLANDO, COSA COMMENTEREMMO?

La statistica è scienza, sono d’accordo. Ed è scienza complicata ed esatta quanto l’elettrodinamica quantistica (anche se molto meno elegante). Ma il mio professore di misure elettriche ti rimanda al prossimo appello se assieme ad un numero non specifichi incertezza ed unità di misura. Per questo è triste vedere oltraggiata la statistica da sedicenti statistici. Il problema non è la scienza medica ma il dottore che ti misura la pressione con il termometro nel sedere. Sia il dottore che lo statistico te lo hanno messo dietro. Concludo con la statistica osservando che un buon sondaggio sui clienti del mercato dell’amore è possibile farlo, eccome. A parte l’interesse che può destare l’inchiesta, a parte la domanda potenziale (non solo settantenni più ricchi e più informati ma anche diciottenni con la paghetta paterna più generosa), a parte la qualità dell’offerta, e a parte l’intersezione delle curve succitate che determina il prezzo, si tratta di fotografare l’ attuale realtà, in un campo delimitato da condizioni al contorno precise e con un metodo consolidato e scientifico. Questo è il compito della statistica. Se a valle di ciò risulta che la gaussiana dei clienti è centrata in una tipologia di consumatore con un’età media che è la metà della vita media del maschio italiano, di istruzione media, peso medio, che in una donna meretrice cerca tutto, e se il triplo della deviazione standard della gaussiana (99% circa di confidenza) è pari agli anni di vita media dell’uomo italiano, significa semplicemente che la gaussiana è degenerata in una distribuzione uniforme di probabilità, ossia che il tipo di puttaniere medio è…chiunque. Ma anche questo è un risultato scientificamente possibile.
Passiamo al focus: tracce di sano idealismo utopico del ragazzo della migliore sinistra che vuole migliorare il mondo, come i quattro amici al bar di Gino Paoli, sono ancora presenti nel rosso (ora tricolore?) e appassionato sangue del mio amico e coetaneo. Scherzi a parte. Ti dico la mia. Il fatto è ontologicamente non ripetibile, si manifesta nell’ hinc et nunc e scompare per sempre, si rende irreperibile ed incomunicabile un attimo dopo che si è reso visibile e conoscibile. Si manifesta e poi muore. Tutte le informazioni successive al fatto e che tentano di descrivere lo stesso sono elegie distorte, sono un portare i fiori ad un morto che si odiava, che si amava, o che ci era indifferente. Il fatto vive di sé per il tempo a lui destinato e un secondo dopo è storiografia, commento, interpretazione. “La informazione oggettiva di un evento” è frase già in contraddizione. Perché già l’utilizzo di un aggettivo anziché di un suo qualsiasi sinonimo è interpretazione, già la lunghezza descrittiva e la priorità data ad un evento è parafrasi della notizia stessa, già la decisione di pubblicare o meno una informazione è esegesi. Ma tutto ciò non significa, come diceva Gorgia, che nulla esiste, se esiste non è conoscibile, se è conoscibile non è esprimibile. E’ una questione di scelta delle fonti, senso critico personale (anch’esso sempre interpretativo e mai oggettivo), e soprattutto di grado di confidenza nell’avvicinamento e mai tangenza al vero. Ecco perché raramente mi interessa la verità di un fatto: mi appassiona maggiormente la riflessione critica e l’insegnamento il più possibile universale che da un’interpretazione qualsiasi di un fatto qualsiasi si può trarre. Lo sforzo infinito di giungere al vero (attenzione, al vero con la v minuscola, altrimenti è tutta un’altra Storia) viene da me sostituito con la lettura critica delle interpretazioni dei fatti. Lo considero più formativo, tutto qui.
Postilla semi-giocosa sul tuo spassoso gioco dei se: Gianfranco, a parte essere furioso come l’Orlando dell’Ariosto, è anche innamorato davvero, come l’Orlando del Boiardo. Come tutti i ragazzi di destra, fa sempre sul serio. Anche quando si innamora.
Grazie amico mio, tuo stè.

1 commento:

Anonimo ha detto...

...Complimentissimi per i Tuoi/Vostri "flussi di pensiero"! Molto bello, molto complesso - devo dire -, ma molto bello.
E, soprattutto, molto sottile: e quest'ultimo requisito è il Trademark dell'Intelligenza.

Complimenti, di Cuore!