giovedì 29 novembre 2007

Crimini di successo

Davvero pensate sia colpa di Ahmetovic, il rom condannato a sei anni e mezzo per aver ucciso quattro minorenni mentre era, ubriaco, alla guida del suo furgone, se diventerà una mini-star tipo Grande Fratello, quelle per cui le teenager si bagnano e si strappano le magliette per un mese e poi oblio assoluto? Davvero pensate sia colpa di Sundas, l’agente che vuol fare del delinquente un personaggio e lucrare sull’accaduto? Davvero pensate sia colpa delle discoteche disposte a pagare fino a 3000 euro per un paio d’ore d’ospitata all’assassino –dieci minuti di scemo scemo assassino assassino untore untore e poi pista piena unz unz e poi a bere e ballare per tre ore e poi compriamocelo l’orologio della “Linearom” che è carino e non costa neanche troppo- ?
Un sociologo-psicologo ha detto stamattina che è normale, in ognuno di noi (mie parole a seguire ma senso intatto) c’è una parte che scorge in un’azione criminale un’opera di successo, una notorietà, un’elevazione dalla mediocrità dilagante. Rifiuto razionale ma encomio inconscio delle eccezionali gesta. Come i teenager maschi di ogni credo, affascinati dai dittatori. Ergo? La causa è in tutti noi, maledetto è l’inconscio che osanna il crimine, virile estemporaneità del mediume dal mediume.

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