lunedì 26 novembre 2007

La statistica va a puttane

http://www.corriere.it/cronache/07_novembre_26/corvi_56b12762-9bef-11dc-84ae-0003ba99c53b.shtml
Lo stesso articolo presenta i risultati di due diverse inchieste o sondaggi o come diavolo si vogliono chiamare. A parte l'argomento, che può interessare o meno, sono i risultati che mi piacciono.
Risultato del primo sondaggio: vanno a fare l'amore a pagamento -ogni due mesi- i single lavoratori e soprattutto laureati dai 35 ai 40 anni.
Risultato del secondo sondaggio: frequentano le lucciole -ogni due settimane- gli sposati con figli dai 23 ai 50 anni con istruzione medio-bassa.
Quindi? Qual è l'identikit reale che corrisponde al puttaniere medio, o mediano? Qual è il contenuto informativo della notizia? Non c'è, perché buoni risultati statistici dovrebbero presentare anche il grado di confidenza dell'indagine, visto che ad ogni inchiesta statistica è univocamente associata la forchetta di errore (o validità, che è la stessa cosa). E magari dovrebbero essere spiegate le modalità di campionamento, ossia con quale tecnica è stato scelto il campione, quanto è numeroso, quanto è attendibile.
Può sembrare noioso, ma se non elenchiamo le condizioni al contorno e la tecnica utilizzata è inutile affermare che il 27% degli italiani tra i 20 e i 25 anni mangia 6.8 kg di cioccolato bianco all'anno. Magari hanno intervistato 100 studenti bulimici tutti figli di dipendenti Galak Nestlè che il cioccolato bianco lo pagano meno.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

La questione è chiara: l'articolo di cui parli presenta un risultato mal posto, una percentuale vuota, non si ha un dato, ossia non si ha informazione. Concordo pienamente con le tue osservazioni e trovo la tua questione ben posta. Un numero senza unità di misura o un valore ottenuto tramite una statistica della quale non si conoscono le condizioni al contorno non è, non può e non dovrebbe essere base per nessuna riflessione. In parole povere non si comunica nessun fatto: come si possono allora fare commenti? Purtroppo siamo circondati continuamente da tale disinformazione volta solamente a deviare in una direzione o in un'altra l'idea di chi ascolta "passivamente".
Tornando alla statistica: per me è scienza, ed è anche esatta. Attenzione però ai campi di applicazione, con particolare attenzione ai campi socio-economici, in cui le condizioni iniziali usate sono spesso poco scientifiche... di conseguenza i risultati. Concludo ricordando anche io il mio professore di misure, ed in particolare vorrei riprendere le parole scritte in bianco e nero su un foglio A4 attaccato al muro del suo ufficio: "Se il tuo esperimento necessita della statistica, avresti dovuto fare un esperimento migliore (E. Rutherford)"
Leonardo

Stefano ha detto...

Grazie Leo!
La citazione ci sta a pennello, e in generale adoro le citazioni dei Grandi.
Tra parentesi, mi sembra che l'affermazione di Rutherford sia stata confutata dalle teorie statistiche della meccanica quantistica, in particolare la statistica di Fermi-Dirac per i fermioni e la statistica di Bose-Einstein per i bosoni, le quali confluiscono per alte temperature nella statistica classica di Maxwell-Boltzmann. Ma questa è tutta un'altra storia.
Concludo con una citazione anch'io, scherzosa fino ad un certo punto! E' di Geoge Bernard Shaw: "esistono cinque categorie di bugie: la bugia semplice, le previsioni del tempo, la statistica, la bugia diplomatica e il comunicato ufficiale."