giovedì 22 ottobre 2009

Solo da piccolo

E' che succedeva di piu' quando ero bambino, peccato non succeda piu' o succeda di meno adesso, e capitava all'improvviso, e non me lo spiegavo e poi per alcuni minuti avevo una sensazione strana. Mi chiedevo, stupito e come se fossi nato in quel momento e non avessi mai visto un albero o un vecchio in vita mia: "Perche' tutto questo? Com'e' possibile che esista il mondo, la natura, il parlare e le persone? Non sarebbe piu' normale il nulla?" Era questo quello che piu' o meno pensavo, o meglio lo pensavo piu' o meno inconsciamente, ma era terribilmente vero e per alcuni secondi mi sentivo davvero come un pesce fuor d'acqua. Non erano di quelle domande filosofiche ormai diventate di routine, quelle domande che ci ridiamo sopra. Era una cosa ingenua, ma potentissima. In fondo l'essere non e' piu' sensato del non essere. Sia che sia il prodotto del caso, di una coincidenza di scoppio e brodo primordiale, sia che l'essere sia stato panteisticamente sempre presente, sia che il Motore si chiami Dio o Natura, sia che il Demiurgo esista a nostra immagine e somiglianza ovvero no, e' tutto molto stupefacente e strano. Piu' strano dell'aldila' e della stessa idea di un Dio piu' o meno eterno, piu' o meno immobile, piu' o meno onnipotente. E si', e' tutto molto strano, se ci pensi, amico: sono strane le nuvole e le piogge, le persone che camminano e che parlano, e tutte quegli aggeggi o congegni o manufatti o costrutti poi inventati e costruiti dall'uomo - di meno dalla donna -, e' strana l'arte e la conoscenza, sono strani gli oggetti e anche i sassi. In quell'intuizione da bambino avevo gia' capito tutto, teologicamente e teleologicamente proiettato nell'infinito spazio-temporale, gia' ero. Ero un filosofo, forse piu' patetico che peripatetico, e avevo gia' la soluzione: il qui e' molto piu' eccezionale dell'aldila', quindi viviamolo e carpe diem e di doman non c'e' certezza. Tutte parole, tutte buone intenzioni che durano lo spazio di qualche secondo nell'infanzia. Poi arriva la coscienza, la buona coscienza, e non si carpe piu' niente, per un motivo o per l'altro.

Cio' che e' ancora piu' strano: il sito che ti costringe a scrivere in flusso di coscienza. Si imposta tempo e parole, e poi bisogna scrivere. 350 parole, 10 minuti. Neanche l'ho riletto. E si vede.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

I was three or four. It was night. I was in bed, asleep. My dad came to me and said something like "Get up! Come with me!". I did it. Went out. A window was open, a small "thing" that I later found out was called "telescope" was there, next to the window. Mi dad said "Look in here!!" I did that. I looked, thorough a small thing that I later found out was called "ocular". And I saw something. A small pink round thing, surrounded by something like a "ring". Later, I found out that that "thing" was the planet Saturn. I was three or four. Now, over forty years later, I'm an Astronomer and a Scientist. And it was not easy. Thanks dad. That night I was pissed. Now, I'm grateful...

Questo è quello che ho scritto io. D'impeto. Senza pensare troppo, nè troppo poco.

Anonimo ha detto...

Dimenticavo...Il tuo "flusso di Coscienza", credo di averlo avuto anch'io.
E non era tanto diverso...