mercoledì 21 ottobre 2009

Dal 74 al 94

Da venerdì prossimo, parte l’iniziativa «Come eravamo. Vent’anni di storia, dal 1974 al 1994, raccontati dalle prime pagine de Il Giornale
diretto da Indro Montanelli». In allegato gratuito col quotidiano vi sarà la riproduzione di quattro prime pagine storiche.

Numericamente i Settanta possono essere così riassunti: 7866 attentati contro caserme di carabinieri, uffici pubblici, commissariati; 4290 atti di violenza durante manifestazioni e cortei; 362 morti e 172 feriti in agguati; 11 stragi per un totale di 151 morti e oltre 5000 feriti; 15 rapimenti politici; 597 sigle di formazioni che hanno rivendicato attentati o agguati (484 di sinistra, 113 di destra); 37 terroristi uccisi in conflitti a fuoco con le forze dell’ordine. Dietro questi numeri c’era un clima, un mondo, un modo di sentire. Il clima, il mondo, il modo di sentire che faceva scrivere a Leonardo Sciascia: «C’è una classe politica che non muterà mai se non suicidandosi. Non voglio per nulla distoglierla da questo proposito e contribuire a riconfortarla».

L’impressione è che la vitalità degli Ottanta fosse sana quanto il brulicare dei vermi su un pezzo di carne andata a male. L’idea del decennio riflussato e de-ideologizzato merita comunque una messa a punto: c’è la strage di Bologna, Ustica, l’assassinio di Walter Tobagi, dell’ingegner Taliercio, del generale Dalla Chiesa, il sequestro Dozier e l’attentato al Papa... E però vuoi mettere con il ricordo dei politici canterini alla trasmissione «Cipria»: il socialdemocratico Di Giesi che canta L’uccellin che vien dal mare, il repubblicano Biasini che gorgheggia Signorinella, il democristiano Mannino impegnato con la Turandot, il liberale Biondi con Buon anniversario... Poi ci si domanda da dove venga il discredito della nostra classe politica... È un decennio che si apre con la morte di Pietro Nenni e si chiude con l’esordio televisivo di Gigi Marzullo, e questo vorrà pur dire qualcosa. A livello internazionale però c’è il crollo del muro di Berlino, c’è Tienanmen.

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