giovedì 10 settembre 2009

Le catene del peccato

A Parma sono un personaggio, sono famoso per avere la catena più
grossa della città (sono andato fino a Milano per comprarla, cinquanta
euri di pesantissimo acciaio cementato con maglie elettrozincate a
sezione quadrangolare e lucchetto blindato, dovreste vederla, è
tremenda ed eccitante). Quando a barriera Garibaldi incateno la
bicicletta al lampione (i pali della segnaletica stradale non bastano
più, una volta i ladri non riuscendo a tagliarmi la catena hanno
sradicato il palo) i negozianti escono dal negozio per commentare e i
passanti si fermano a guardare. Pensano che tenga molto alla due
ruote, che invece all’interno del mio biciparco rappresenta
l’esemplare più dozzinale, valore affettivo zero e valore materiale
non superiore a quello della catena. In realtà tengo molto alla
catena: non conosco confutazioni migliori al teologo che nega il
peccato originale, l’animista Vito Mancuso.
C.Langone

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