Parla di estate ma è come se parlasse della domenica. Secondo uno che ci capisce di libri e di messe e di ristoranti è la più bella poesia italiana, dopo La pioggia nel pineto. Leopardi è inflazionato, piace a tutti, lasciamolo fuori classifica, diamogli il premio della giuria e non se ne parli più.
Distesa estate,
stagione dei densi climi
dei grandi mattini
dell’albe senza rumore
ci si risveglia come in un acquario
dei giorni identici, astrali,
stagione la meno dolente
d’oscuramenti e di crisi,
felicità degli spazi,
nessuna promessa terrena
può dare pace al mio cuore
quanto la certezza di sole
che dal tuo cielo trabocca,
stagione estrema, che cadi
prostrata in riposi enormi,
dai oro ai più vasti sogni,
stagione che porti la luce
a distendere il tempo
di là dai confini del giorno,
e sembri mettere a volte
nell’ordine che procede
qualche cadenza dell’indugio eterno.
La pupa e il secchione
2 mesi fa
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