In pratica, se non ho capito male, successe che il signor Lot viveva lì a Sodoma, una delle cinque città che Dio voleva distruggere perché vi si facevano troppe sozzerie. Siccome Lot era il nipote di Abramo, Dio vuole salvarlo e manda un paio di messaggeri a dirgli che deve fuggire. Lot li accoglie in casa con estrema hospitalitas –parola chiave della storia-, tanto che quando il popolo sodomita accerchia la sua casa per sodomizzare i messi divini, Lot l'ospitale è disposto ad offrire le due figlie agli empi, ma l'ospite no, l'ospite è sacro. Lot fugge dalla città con le figlie, e Dio fa piovere zolfo e fuoco e sangue sulla città. E in una caverna, le figliole di Lot, per continuare la generazione, decidono di farsi ingravidare incestuosamente dal padre, narcotizzato. Nasceranno Moab e Ammon, da cui i popoli bastardi e nemici di Israele dei Moabiti e Ammoniti.
Il sugo di tutta la storia però, come direbbe Manzoni, non è un giudizio morale sull'incesto, o sulle pratiche di retrogusto, o sui riti orgiastici: il sugo è che l'ospite viene prima di tutto. Anche se dopo una settimana puzza. Di zolfo.