lunedì 24 marzo 2008

Una definizione di felicità

Può venire da una poesia di Segej Esenin, grande poeta russo morto suicida a trent'anni impiccato ai tubi del riscaldamento di un hotel? Sì, perchè no.
Mai come oggi
fui malato di vita e di feste; come un ragazzo
vorrei rotolarmi sugli allegri prati,
far cadere le gazze dalle croci di campanili azzurri.
Non voglio morire, non voglio finire nel nulla.
Ancora voglio scuotere il miele dagli alberi come un ragazzo
e protendere le palme come teneri, bianchi vassoi.
Ascoltami, io voglio sputare sul firmamento
se domani non sarò più in vita.
Io voglio vivere vivere vivere
vivere sino al male, sino al rimorso, sino alla noia;
anche da ladro, da minatore, in qualunque umano inferno,
ma vedere nei campi i topi che saltano di gioia
ma ascoltare le rane che cantano in estasi nelle cisterne.

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