domenica 30 marzo 2008

Settecentomila lire, punto e virgola, noi ci fanno...

Pubblicato sul forum Scioglilingua del corriere.it il 31 marzo.
"Il capo gli si intorbidò di stanchezza, di sonno; e rimise la decisione all’indomani mattina.", A.Fogazzaro, Piccolo mondo moderno.
Ma dove è finito il punto e virgola? Me lo spiegò la maestra delle elementari, il primo anno, come si doveva leggere: la regola era contare fino ad uno se c'era la virgola, fino a tre se c'era il punto, e fino a due se c'era il punto e virgola. La vita ultraveloce, le frasi brevi e abbreviate, l'ansia da prestazione dell'ipotassi ha abolito il tre, non si può aspettare fino a tre; (punto e virgola, ndr) si aspetta uno per la virgola e due per il punto. Che peccato.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il punto e virgola è un ibrido tra virgola e punto: per questo si tende a non usarlo o usarlo a sproposito, come mi pare faccia anche il mio caro Fogazzaro. "Caro" perché mi ricorda la mia tesi di laurea e il primo libro che ho pubblicato.
Giorgio De Rienzo, Corriere

Anonimo ha detto...

Il punto e virgola, detto anche punto acuto, punto coma, è oramai un segno inutile!
Pensare che è stato oggetto pure di uno scherzo, il 1° Aprile, in Francia. Un giornale riportava la notizia che Sarkozy fosse intervenuto a difesa del declino del punto e virgola e che ne avesse prescritto l’uso nei documenti ufficiali, almeno tre volte a pagina.
Un certo fondamento c’era, evidentemente, se l’inglese Guardian ha ripreso la notizia. Difatti, in Inghilterra, l’uso del punto e virgola è oggetto di vivaci dibattiti.
Oggi è utilizzato per chiudere una istruzione, in informatica, comporre l’emoticon che ammicca e, in Grecia, come punto interrogativo. Fuori da questi usi, non si sa che farne.
Su altre interpunzioni -ad eccezione delle tre fondamentali, punto, virgola e due punti - ci sono alti e bassi, ma nessuna ispira discussione.

“Forse il suo è il problema del maiale” scrive Bartezzaghi, (su “La Repubblica” del 5 aprile ,pg.50), “che secondo una teoria non banale deve la cattiva stampa che lo affligge al fatto di essere l’unico animale della fattoria che, almeno sino a che è in vita, non serve a nulla“.
E’ pur vero che i linguisti “puntigliosi” ne prescrivono l’uso, ma - sempre secondo Bartezzaghi, “per la sensibilità contemporanea è forse più comprensibile come definizione da Kamasutra. Del resto una vera e propria funzione erotica è stata attribuita al punto e virgola da Toto Cotugno, in una sua vecchia canzone così intitolata: “e poi mi stringi forte, forte di più, virgola: / la gonna e il resto sale più su, punto”.

Il punto è che “la sua obsolescenza ispira controversie”, se è vero che nel 2003 il punto e virgola è stato oggetto di una trattazione appassionata da parte di Lynne Truss, con il suo “Tolleranza zero per gli errori di punteggiatura“.

A decretarne la fine, secondo Bartezzaghi, è la velocità di scrittura e di lettura. Le sue funzioni non sono più richieste, perchè la prosa corrente contemporanea, che sparge punti fissi per far sobbalzare il lettore come su una macchina sfrizionata, usa le virgole al posto dei due punti e viceversa, non sa come ‘tagliare’ il punto e virgola in modo che prenda un effetto accattivante. Un segno di dosaggio ha vita difficile, in un mondo che straborda.
Meglio metterci un punto. E andare a capo.
lamontagnaincantata.wordpress.com