domenica 30 marzo 2008

Sintesi politica della settimana

Pierferdy fa sapere che Veltrusconi, fiera crudele e diversa, con tre gole caninamente latra sovra la gente che quivi è sommersa.
Alitalia non decolla, e se si tira troppo la cordata, poi si spezza.
La proposta di Bertinotti: è sbagliato boicottare le Olimpiadi a Pechino, semmai possiamo istituire un nuovo gioco olimpionico; il tiro al tibetano.
Daniela-mon-amour sulla proposta funesta di Fausto l’Infausto di occupare le case dei privati sfitte spiega il mutuo sociale e bestemmia: “prima gli italiani”.

Camillo Benso di Cavour rifiuta di ricandidarsi, e ha risposto in conferenza stampa: “Avete ragione di parlare di inferno, giacché da quando vi ho lasciato, vivo in una specie di inferno intellettuale, ossia in un paese ove l'intelligenza e la scienza sono reputate cose infernali da chi ha la bontà di governarci”.

Settecentomila lire, punto e virgola, noi ci fanno...

Pubblicato sul forum Scioglilingua del corriere.it il 31 marzo.
"Il capo gli si intorbidò di stanchezza, di sonno; e rimise la decisione all’indomani mattina.", A.Fogazzaro, Piccolo mondo moderno.
Ma dove è finito il punto e virgola? Me lo spiegò la maestra delle elementari, il primo anno, come si doveva leggere: la regola era contare fino ad uno se c'era la virgola, fino a tre se c'era il punto, e fino a due se c'era il punto e virgola. La vita ultraveloce, le frasi brevi e abbreviate, l'ansia da prestazione dell'ipotassi ha abolito il tre, non si può aspettare fino a tre; (punto e virgola, ndr) si aspetta uno per la virgola e due per il punto. Che peccato.

Ebrious storming

"I Persiani usano discutere i loro affari più importanti in stato di ebrietà, e l'indomani si fanno ripetere a digiuno ciò che avevano trovato buono nella discussione: se lo trovano buono anche a digiuno lo accettano, altrimenti ci rinunciano. In compenso, una cosa già discussa a digiuno, tornano a discuterla quando sono ubriachi."
Brain storming, problem solving, decision making, follow up, strategy feedback.

venerdì 28 marzo 2008

Non solo scienza&lettere in palestra

Beh, non è mica vero che si parla solo di scienza e letteratura in palestra. Spesso, condensato in un unico argomento, si discute di arte post-moderna, comunicazione non verbale, semiotica, salute, estetica del corpo, affermazione dell'Io: il tatuaggio. Dopo ragionamenti a tutto tondo su cuneiforme o rotondo, astratto o linguistico, colorato o no, la proposta condivisa, dal più saggio: un segnale stradale di divieto d'accesso verniciato indelebile, appena sopra le chiappe.

mercoledì 26 marzo 2008

Risotto al sugo crittografato

Dai, almeno una volta pubblichiamo una puntata di "Lessico e nuvole" di repubblica.it , oggi particolarmente difficile e citazionistico.
Epigrafe in latino, trovata su una tomba. Si tratta (credo) di un rebus:
O....................quid....................tuae
be..................est.......................biae
ra...................ra........................ra
es..................et.........................in
ram...............ram.....................ram
.......................i.i.........................
Soluzione: "O, superbe! Quid superest tuae superbiae? Terra es, et in terram ibis" ("Oh, superbo! Cosa resterà della tua superbia? Tu sei terra e nella terra andrai"). SUPER vuol dire SOPRA, O si trova su BE, QUID su EST, TUAE su BIAE. RA-RA-RA, in altri termini, tre volte RA, in latino TERRA. ES, ET IN... RAM-RAM-RAM è tre volte RAM quindi TERRAM. I,I... due volte I, in latino IBIS. Cosa aggiungere? Come gioco può essere considerato un rebus letterale, cioè un antenato di crittografie moderne come la famosissima AL RI GO (risotto al sugo: RI sotto AL su GO). Le storie enigmistiche riportano un aneddoto: Federico il Grande invitò a pranzo Voltaire con il biglietto A' 6 heures P/A à 6/100 (à six heures à souper à Sans-Souci) a cui Voltaire rispose semplicemente Ja (cioè: J'ai grand a-petit).

martedì 25 marzo 2008

La pipe au papa du Pape Pie pue

Je suis ce que je suis, et si je ne suis pas ce que je suis, qu'est-ce que je suis?
Sono quel che sono, e se non sono quel che sono, cosa sono?
Mon père est mon maire et mon frère est masseur.
Mio padre è il mio sindaco e mio fratello massaggiatore (stessa pronuncia di mio padre è mia madre e mio fratello è mia sorella).
La roue sur la rue roule ; la rue sous la roue reste.
La ruota sulla strada rotola; la strada sotto la ruota resta.
Un chasseur sachant chasser doit savoir chasser sans son chien de chasse.
Un cacciatore che sa come si caccia deve sapere come si caccia senza un cane da caccia.
La pipe au papa du Pape Pie pue.
La pipa del papà di Papa Pio puzza.
Si ces saucissons sont bons, ces saucissons-ci sont aussi bons.
Se queste salsicce son buone, anche queste altre salsicce son buone.
Les chaussettes de l'archiduchesse sont-elles sèches ou archi sèches ?
Le calze dell'arciduchessa sono asciutte o arci asciutte?
Si mon tonton tond ton tonton, ton tonton sera tondu.
Se mio zio rade tuo zio, il tuo zio sarà rasato.
Natacha n'attacha pas son chat qui s'échappa.
Natacha non ha legato il suo gatto che è scappato.
Si six scies scient six cyprès, six cent six scies scient six cent six cyprès.
Se sei seghe segano sei cipressi, seicentosei seghe segano seicentosei cipressi.
Poisson sans boisson est poison.
Il pesce senza bevanda è veleno.
Didon dîna, dit-on, du dos d'un dodu dindon.
Didone cenò, si dice, con la schiena di un grasso tacchino.
Tonton, ton thé t'a-t-il ôté ta toux?
Zio, il tuo tè ti ha fatto passare la tosse?

Six silly sisters selling shiny shoes

If Peter Piper picked a peck of pickled peppers, how many pickled peppers did Peter Piper pick? (Se Peter Piper prese un sacco di peperoni sottaceto, quanti peperoni sottaceto ha preso Peter Piper?)
Three Swedish switched witches watch three Swiss Swatch watch switches. Which Swedish switched witch watch which Swiss Swatch watch switch? (Tre streghe svedesi transessuali guardano i pulsanti di tre orologi 'Swatch' svizzeri. Quale strega svedese transessuale guarda quale pulsante di quale orologio 'Swatch' svizzero?)
How much wood could a woodchuck chuck, if a woodchuck could chuck wood? He'd chuck all the wood that a woodchuck could chuck, if a woodchuck could chuck wood! (Quanto legno potrebbe sgranocchiare un castoro? Potrebbe sgranocchiare tutto quello che un castoro può sgranocchiare, se un castoro potesse sgranocchiare legno!)
She sells seashells on the seashore. The shells she sells are seashells, I'm sure. (Lei vende conchiglie di mare sulla spiaggia. Le conchiglie che vende sono conchiglie di mare, sono sicuro.)
If a dog chews shoes, whose shoes does he choose? (Se un cane mastica scarpe, di chi sono le scarpe che sceglie?)
Six silly sisters selling shiny shoes. (Sei stupide sorelle che vendono scarpe luccicanti.)

Betty Botter bought some butter, but the butter was bitter and Betty Botter bought another butter.(Betty Botter ha comprato del burro, ma il burro era amaro e Betty Botter ha comprato un altro burro).

lunedì 24 marzo 2008

Scienza e letteratura in palestra

O è la mia testolina che invecchiandosi si atrofizza e si adagia, o è vero che i luoghi comuni sono un deposito di sapienti punti fermi, visto che il discorso più scientifico a cui ho partecipato in palestra in due anni è stato un trattato sui trend della temperatura dell'acqua calda nelle docce sostanziato da euristici fondamenti di statistica termodinamica (distribuzione Maxwell Boltzmann), e la conversazione più letteraria riguardava l'ultimo numero di Men's Health, dove un eminente dietologo disquisiva di pasti a tema, a giorni, a zone, per il fisico che si desidera (chiari riferimenti a Feuerbach, "L'uomo è ciò che mangia").

Una definizione di felicità

Può venire da una poesia di Segej Esenin, grande poeta russo morto suicida a trent'anni impiccato ai tubi del riscaldamento di un hotel? Sì, perchè no.
Mai come oggi
fui malato di vita e di feste; come un ragazzo
vorrei rotolarmi sugli allegri prati,
far cadere le gazze dalle croci di campanili azzurri.
Non voglio morire, non voglio finire nel nulla.
Ancora voglio scuotere il miele dagli alberi come un ragazzo
e protendere le palme come teneri, bianchi vassoi.
Ascoltami, io voglio sputare sul firmamento
se domani non sarò più in vita.
Io voglio vivere vivere vivere
vivere sino al male, sino al rimorso, sino alla noia;
anche da ladro, da minatore, in qualunque umano inferno,
ma vedere nei campi i topi che saltano di gioia
ma ascoltare le rane che cantano in estasi nelle cisterne.

Del mangiar carne

Anche se non sono d'accordo con Plutarco, pubblico la sua perplessità sul mangiar carne e il suo credo proto-vegetariano, immaginifico melodramma intriso di panteismo zoofilo e con sprazzi di furbo demagogico pulp.
Io mi domando con stupore in quale circostanza e con quale disposizione spirituale l'uomo toccò per la prima volta con la bocca il sangue e sfiorò con le labbra la carne di un animale morto; e imbandendo mense di corpi morti e corrotti, diede altresì il nome di manicaretti e di delicatezze a quelle membra che poco prima muggivano e gridavano, si muovevano e vivevano. Come potè la vista tollerare il sangue di creature sgozzate, scorticate, smembrate, come riuscì l'olfatto a sopportare il fetore?

Lettera rubata - La Passione (il film)

Il mio amico non può mica scrivere commenti così azzeccati e profondi sebbene informali e pretendere che non li posto. Mi scuserà, ne sono certo.
E' un film molto bello e ha diverse suggestioni.E' un film carnale, non per il sangue e le truculenze, ma perche' alcuni personaggi esprimono sentimenti basilari (terrore, amore filiale e materno) con una forza che eccede la recitazione, il testo e perfino l'espressione. Gli esce dalle carni. Poi e' filologicamente perfetto: i visi sono credibili (i due che lo frustano potrebbero essere due posteggiatori abusivi del Palatino). I latini parlano con un accento sporco e balcanico (di li a pochi decenni avremo una sfilza di imperatori dinarici, la gavetta devono pure averla fatta i compaesani piu' vecchi).In molte scene latine il dialogo non e' stato sottotitolato. Noi siamo lusingati. E' anche un'opera teologica, un po' rozza forse. Mi ha fatto venire in mente "Last temptaion of Christ". Stesso Cristo parrocchiale con boccoli ed abiti pastello, stessa attinenza ai tempi ed ai costumi, stesse, rare, scivolate in cialtronerie horror e pulp. Ma l'impianto di Scorsese era piu' raffinato. D'altronde lui ha studiato dai Gesuiti, mentre Mel Gibson ha studiato, credo, a casa sua, da bravo pentecostale. Siccome la moneta buona scaccia quella cattiva abbiamo Bush (ed avremo Obama) , al posto di Mario Cuomo alla casa bianca. Ma questo non c'entra. Mi sono poi ricordato di alcune pagine della nostra comune amica (Marguerite Yourcenar, ndr) che mi erano piaciute, al tempo (titolo del paragrafo: "Sequenza di Pasqua: una delle più belle storie del mondo", ndr). Siccome da lassu' ci guarda me le ha fatte ritrovare. Sono tratte da "Il tempo grande scultore". Saggio consolatorio dalla micragnosita' dei presentisti.

sabato 22 marzo 2008

Barack Mastella

Meno male, ogni tanto qualche voce fuori dal coro, o oltre il coro. Analisi del divino e irresistibile e perfetto Obama.

venerdì 21 marzo 2008

Litania di Alitalia

Ecco il canto dei dipendenti Alitalia sulla proposta di una cordata salvatrice con gli eredi del Cav:
Figlio Salvatore noi speriamo in te,
Spirito d'amore vieni in mezzo a noi,
Tu da mille strade ci raduni in unità.

lunedì 17 marzo 2008

Saggio su una passione non saggia

Pubblicato sul forum Scioglilingua del corriere.it il 18 marzo.

Post number 100, si parla di passione. Non è per essere precisi. Anzi sì, è anche per essere precisi. “Ci vuole passione”, “bisogna metterci passione”, e simili, sono frasi sbagliate, perché passione è un concetto intrinsecamente passivo, e anche passivo ha la stesso etimo di passione, come paziente, pazzia, e forse Pasqua (festa del sacrificio). Bisogna andarci cauti con la parola passione. Era una parola che mi piaceva tanto, ora a forza di abusarne mi si è inflazionata, tipo la “solidarietà” che è esplosa negli anni Novanta con Tangentopoli o la “serietà” di Prodi e Casini. Per colpa dell’abuso linguistico ora non sono più né solidale né serio. Passione viene da passum, supino del verbo pati, e dal greco pathos, che è dolore fisico o spirituale. In inglese e francese è sempre passion, e in tedesco è Leidenschaft, ma siamo sempre lì, leiden significa soffrire, patire, sopportare, e Leid è dolore, male, sofferenza. Da un lato non è elegante istigare alla passione, perché il retaggio linguistico ci racconta di un augurio di sofferenze e pene; dall’altro, non ha senso incitare la passione degli altri, essendo la passione oltremodo soggettiva e a-razionale. Certo, poi cogli anni è nato e aumentato l’aspetto semantico attivo legato alla passione, passione come pathos ed epithuma, desiderio e volontà, slancio ed eros. Ma la passione letterale e viscerale, sia essa indirizzata a donne, materie di studio, attività lucrative o spassose, è donata, è come la fede, è Grazia che scende e ci bacia la fronte, ci fa patire e dunque godere. L’altro aspetto della passione è infatti l’inconcepibile e insostituibile accoppiamento tra sofferenza e godimento. La passione ha in sé il dolore della carne e l’appagamento dello spirito, c’è un animo soddisfatto e compiaciuto nell’osservare un corpo afflitto dallo studium, dall’applicazione. Il sadomasochismo è totale nell’uomo appassionato. E il lirismo della passione sgorga proprio da questa dialettica tra eros e sofferenza, che trova l’acme nella Passione con la p maiuscola e nell’insegnamento fondamentale cristiano: un Dio d’amore et un Dio sacrificato, un Dio sacrificato per amore. La passione è manicheismo di giganti, è eros e pathos, è agape (amore gratuito e incondizionato che giunge alla Verità) e thanatos (morte del corporeo transeunte dei sentimentucoli terreni e terrestri).
Grazie all’inquinamento linguistico oggi si parla di passione per tutto. Ma proprio tutto. Quindi oltre a non essere più solidale e serio, non sarò mai più appassionato e passionale. Linguisticamente, certo.

De vita robusta

D'altra parte la vita è noiosa se uno non si ferma mai, non legge mai, non pensa mai, non sottolinea mai, non si interroga mai, non parla mai con un altro di ciò che ha pensato, sottolineato, letto. La vita, per essere divertente, per metterci di buon umore, esige che ci sforziamo di capire qualcosa, o no? Io penso di sì! Altrimenti è terribile, non c'è quella specie di stupore, che è la meraviglia, lo stupore dell'animo, lo stupore fantastico di chi crede in un senso e in un altro, in un senso di comunione, e anche lo stupore di chi crede per passione, per analisi, di chi crede di non credere, di chi crede di credere. Insomma, la vita deve essere irrobustita da qualcosa che un po' la trascenda, e questa non è una lezione del catechismo; è una lezione del migliore pensiero, anche laico, di tutti i tempi.
Non dico chi l'ha detta sennò viene giudicata la persona e non il pensierino.

sabato 15 marzo 2008

Camicie elettorali

La camicia nera di Ciarrapico, la camicia blu aperta senza cravatta del Cav, la camicia azzurra di Walter e quella celeste di Casini, la camicia bianca di Fini. Fino alla camicia di flanella a scacchi da membro di falansterio di Bertinotti, e alla camicia di forza per Emanuele Filiberto di Savoia.

venerdì 14 marzo 2008

Succubo di una reboante diàtriba. Balbettata, fragorosa, sussurrata.

I - Pare che "reboante" (di nuovo boante) sia più esatto di "roboante". Così come "irruente" è più esatto di "irruento" e "succubo" di "succube". È grazie al vocabolario che si apprende che sono corretti i seguenti accenti: incàvo, àlacre, salùbre, omèga, diàtriba. E altri.
II - Alcune parole onomatopeiche: tonfo, sciacquio, gorgoglìo, tuffo, sciabordio, boato, scoppio, clangore, fragore, fruscio, sussurro, lampo, ticchettio, tintinnio, sfrigolare, friggere, balbettare, tartagliare, borbottare, stridulo, cozzo, schianto, acciottolio, lugubre, tetro. E per gli animali: abbaiare, guaire, latrare, miagolare, muggire, belare, gloglottare, bramire, cinguettare, grugnire, gracidare, ululare.

giovedì 13 marzo 2008

Una fogliata veloce

Sfogliate brevi e chic.
I blogger e la campagna elettorale, con riferimenti e il motto più bello: “Rilassati Italia”.
Celebrazioni dell’8 marzo, gli aborti mondiali e un’Italia in meno all’anno.
Quando c’è da crescere i figli anche i cosmopoliti più cosmici e puliti bramano un bel paese nella campagna toscana.
Il cliente number 9, con la ragazzetta Chanel number 5, che si mette a battere una cittadina dopo essersi battuto per i cittadini. Da castigat mores a trombat castanes.

domenica 9 marzo 2008

Ecce homo

L'uomo è un'istituzione che ha contro di sè il tempo, la necessità, la fortuna e l'imbecille e sempre crescente supremazia del numero. Gli uomini uccideranno l'uomo.
(L'opera al nero, 1968)

Ecce omo

Pare che il 50% dei gay frequentatori di gay.it voterà Veltroni il 13 aprile, pare che tutti i gay di gayleft in gay.tv voteranno PD, pare che l'Arcigay abbia rotto col PD e voti Arcobaleno, pare che i gay di gaylib, i gay di destra, non voteranno Veltroni. Basta coi luoghi comuni che vogliono gli omo tutti di sinistra! Ce ne sono di tutti i tipi. Quindi non è vero che tutti i gay hanno buon gusto, non è vero che tutti i gay sono sensibili ed educati, non è vero che tutti i gay sono froci.

sabato 8 marzo 2008

La Donna Sublime

Donna. Universo di mari in tempesta, flutti di amori ribelli, eruzioni di passioni vulcaniche e cime di pensiero ghiacciate e irraggiungibili, vastità che svuotano ed annullano lo spettatore.
La Donna non è Bella, è Sublime, creatura eccelsa, sub limen, “che giunge fin sotto la soglia più alta”. Affascina il Diverso, e la non linearità di femmina che prelude all’ineludibile impredicibilità di eventi, che introduce ad un pericolo che terrorizza e rende estatico ed estetico l’atterrito uomo, ad un rischio che calpesta il cuore e calpestandolo lo innalza, soffocandolo lo fa vibrare, uccidendolo lo fa vivere. La Donna ha lo stesso effetto sull’uomo di un film dell’orrore su un bambino di otto anni, che ha le mani davanti agli occhi ma le dita scostate per sbirciare. Fascino orrendo, imprescindibile panico di fronte al Bello che si tramuta in Essere. La Sostanza è resa ancor più sostanziale dalla Forma, e l’Estetica legittima l’Etica. E il Sublime, come la Donna, è l’inconscio sentire di un’incolmabile distanza. Tra oggetto desiderato e dominio dell’oggetto stesso. Si ama la donna non soggiogabile, e tale superba libertà devasta, e nel distruggere presenti convincimenti forma coscienze eterne.

E’ la festa della donna –c’è anche un’altra e ben più grave ricorrenza aujourd’hui -, mi premeva l’invenzione di una cazzatina veloce.

Usi pericolosi

Ci si abitua alla ferocia delle leggi del proprio secolo, come ci si abitua alle guerre suscitate dalla scempiaggine umana, alla disuguaglianza di condizioni, alla inefficiente sorveglianza delle strade e all'incuria delle città. (L'opera al nero, Marguerite Yourcenar, 1968)

Corrierate

Le canzoni più gay della storia, quelle che si cantano col microfono bello grosso vicino alla bocca.
Maxi, l'eroina del volo di Amburgo, che era fatta, o era stata fatta, o non ci sapeva fare.
La condanna dell'apostasia, non vale il cuius tegaminus eius religio.
Mosè prese le tavole della Legge sotto l'effetto di droghe, e pare che Dio stesso sia indagato per spaccio di erba, erba buona, roba buona.
Politico messicano passa notte a puttane poi dice "stanotte mi hanno sequestrato", adorabile canaglia.

venerdì 7 marzo 2008

Innamorato fisso 7/III/2008

Alcune aziende legate al gruppo Ford fanno mettere alle hostess il gonnellino di paglia. Tu per esempio vai al salone dell'auto a Detroit e vedi le hostess allo stand della Ford che hanno su un gonnellino di paglia. Certo non è obbligatorio, chi vuole rimane in gonna blu. Quelle con il gonnellino di paglia trovano prima il moroso. Gli antropologi dicono che è un segno per l'uomo. La donna che lavora nel terziario avanzato ma indossa il gonnellino di paglia è come se dicesse: "Metto al centro dei miei interessi i sentimenti e non la carriera". Viceversa la donna con gonna tradizionale.
Viva il gonnellino di paglia. Ma non pizzica?

mercoledì 5 marzo 2008

Ein Spiel mit K

Un botta e risposta giocoso. Alcune lettere k per descrivere le organizzazioni italiane.

In der italienischen Organisation fehlt der Buchstabe K.
K wie Kooperation, aber auch K wie Koordination und K wie Kundentransparenz, K wie "könnten sie mal bitte" und nicht einfach "machen sie jetzt", K wie Kostenvoranschlag und nicht "das werden wir dann schon hinkriegen, machen sie sich darum jetzt einmal keine Gedanken, aber auch K wie kreuzendes Denken, was nicht damit zusammenhängt, dass unsere Gedanken ans Kreuz gehängt werden ( das ist ja schon seit Jahren von jemanden anderen besetzt), sondern dass man vielschichtig und überdeckend denkt. Die Liste könnte noch einiges weiter geführt werden, K wie Kinder sind keine Prestigefloskel und K wie Klonen werden weder gekauft noch verkauft (Wirtschaftsspionage), K für klein und fein (Detailpflege)statt glänzend und grosskotzig (Scheinimmage), K wie Klassifizierung (Selektion als Garantie), aber auch K wie Klasse, wie sie das gemacht haben....(Motivation für optimale Produktion), K für kreatives Denken ( bilaterale Denkensweise statt vertikale
Dogmen), Können und Kunst beginnt genauso mit K wie Kontrolle und ...


In der italienischen Organisation fehlt der Buchstabe K, aber eine grosse Menge von Buchstaben K bleiben!
K wie Kaiser: es gibt immer einen Kaiser, das heisst eine Person, die ein Chef ist, oder einen Chef sein will oder möchte.
K wie Katastrophenalarm, weil die Gefahr der Rezession immer im Hinterhalt liegt.
Katechese und Katechumenat: es gibt immer Leute, die jemanden lehren wollen.
K wie Kategorie: die Kategorien sind oft Vorurteile.
Einige Verfahren sind Kacke, oder auch Kadaver: viele Prozesse sind schlecht, während andere tot vor der Ende sind.
Der Kaffeeautomat könnte das Symbol der Ineffizienz darstellen.
K wie Kalender: trotz unserer Zeitobsession haben wir immer Verspätung.
K wie Kalkstein, weil die Strukturen sehr oft kristallisiert sind.
Kampf gegen den gesunden Menschenverstand, Kalorien gegen die gute Arbeit und Kamikaze gegen den Markt.
Es gäbe viele andere Buchstaben K, aber es ist sehr spät und leider bin ich sehr müde…

lunedì 3 marzo 2008

Santanchè. Santa...che?

Prima l'Andrea's version di oggi.
Grande Daniela Santanchè. Grande combattente, grande coraggiosa, grande quando conciona, quando dice le parolacce, quando s’infuria per le donne, quando non le liscia per il verso del pelo, quando non si vergogna dei suoi tacchi alti, del lifting, delle calze a rete, quando insiste a frequentare la camerata Ferrari nonostante il suocero che si ritrova, grande Santanchè praticamente sempre. Quando difende la sua destra, quando promette nel nome della destra, quando s’infiamma nel nominare la destra, quando prevede un futuro per la destra, si espone da destra, si bea completamente della destra e soprattutto quando, parlando come donna di destra, giura di non averla mai data per far carriera. Quantunque, almeno quella, si suppone che ce l’abbia al centro.
Grande Daniela: "Non l'ho mai data via per fare carriera".
Uno: se è vero che sei di Destra neanche devi dirlo, è tutto così ovvio.
Due: l'accento non si pone sulla principale, ma sulla subordinata finale: "per fare carriera". Altrimenti eccome se la dà via. "La Destra non è casta", in tutti i sensi.
Tre: Non l'ha data via per la carriera, ma quando dice che ha la bava alla bocca, tanta bava sulla bocca e le labbra, siamo sicuri che è tutta ira politica?

Adriano Sofri, 3 marzo

Adriano il Pessimista. O no?
Quisque faber fortunae suae? Il figlio del presidente degli Stati Uniti fa il presidente degli Stati Uniti. Il figlio del farmacista del mio paese fa il farmacista. Il figlio del boss mafioso fa il boss mafioso. Il figlio del portuale di Genova morto sul lavoro fa il portuale di Genova morto sul lavoro.

L'io è morto

Bello bello bello. Alvi superstar.

Il ristorante è di quelli come tanti, un mangiare non so quanto più salubre, ma che ha perso umanità operosa e ha guadagnato in accessori. Una volta impensabili, come l’impiantino che alita sopra i tavoli il fastidio d’una musichetta. Inutile chiedere di spegnerla o d’abbassarla. Persino nelle banche del resto ogni atrio ha la sua amplificazione; e i ragazzini coi fili pendenti dalle orecchie vagano persi ovunque. E lo stesso discorso vale per i messaggini del telefonino che storpiano le parole, i dvd da guardarsi persino in treno perché la gente non regge neppure più la noia di un viaggio.Immagini o suoni invadono ora le menti e i cuori, per dare un ritmo che la vita non sa più darsi da sola, o reiterare immagini che la mente non sa più creare. Perché a forza di essere così passivi, e quindi distratti dal tubo catodico di una tv o da musiche negroidi per cui i corpi fremono, si è presi da tutto e da niente. Mossi da istinti che non sono quelli degli animali; ma di macchine sonore o d’immagini. Vere protesi dell’anima, di cui nessuno però si accorge. Anche se sono ben peggio di gambe artificiali o pace maker, perché esse almeno surrogano un difetto del corpo. Invece amplificatori, video, tv, telefonini, calcolatori e altri automatismi atrofizzano un arto sano. Si provi a far fare una moltiplicazione di numeri anche solo di due cifre a un ragazzino, e si verificherà subito che qualcosa in lui s’è atrofizzato.La presenza di sé alla stessa età era ben altra solo vent’anni fa, perché la vita non devastava la concentrazione e dunque l’io, l’originalità di ognuno. Mai come in quest’epoca tutti si sono pretesi originali, e mai la gente è andata vestita e ha pensato in modi più ovvi e eguali. Il campo delle opinioni si è ridotto a poche isterie noiose di massa; di destra o di sinistra poco importa. Persino il senso del liberismo s’è sbiadito in un’astrazione venale, come l’arte. Questa è la prima evidenza che tutti rifiutano di vedere: l’io umano, ovvero quant’è vera intelligenza e morale nell’uomo, è indebolito, aggredito e la società ne risulta sempre più astratta e noiosa. L’io, quella parola che nessuno può dire ad altro di sé, è pervertito a istinto o isteria di massa, meccanica. Appunto tutti comunicano, ma per ovvio paradosso tutti sono più soli, e debolissimi nel dire.
Lo Stato, soprattutto quello del residuo comunista, è l’altro punto dolente, anch’esso eluso da un’informazione che divulga quanto non sa. Ad esempio il conformismo dava e dà ancora per scontato che la Cina sia un’eccezione da riformarsi: il suo Stato dispotico contraddice, si afferma, globalizzazione e mercato. E dunque l’Occidente dovrebbe solo attendere, adoprarsi per i diritti civili a cui il movimento reale delle cose evolverà. E invece sta accadendo il contrario. Giacché non si è intesa la relazione storica fra Stato ed economia moderna. Quanto si chiama capitalismo, ovvero la misura in denaro degli atti economici, ridotti sempre più a tornaconto, dal suo primo inizio necessita dello Stato. Senza le tasse non vi sarebbe Stato, monetizzazione dell’economia di sussistenza. Persino le guerre sono state un potente movente alla economicizzazione. La quota di spesa pubblica che era circa al 20 per cento prima della Grande Guerra, oggi è circa il doppio ovunque. Il capitalismo infatti sradica dai nessi comunitari e naturali, standardizza e crea plebi le cui invidie non solo sono un potente movente per la pubblicità e la concorrenza, ma sono anche amministrate dallo Stato che le contempera e le standardizza ulteriormente.In altri termini il lavoro, come il suo oggetto, perdono sempre più funzione individuale, si standardizzano. Tra l’altro nei momenti nei quali il mercato si allarga, si mondializza, il processo si intensifica. E lo Stato lo amministra. Perciò il dispotismo in Cina si può dire più esito che residuo. Già John Stuart Mill era nell’Ottocento ben consapevole del fenomeno. Sosteneva che il capitalismo è standardizzazione e che, impoverendo l’io, gli occidentali rischiavano di divenire tutti cinesi. Quindi con tanto di Stato dispotico a ciò adeguato.Che cosa sto insomma sostenendo? Che la crescente pressione fiscale, come il monopolio delle emissioni di moneta, sono aspetti della stessa standardizzazione. Che tra Urss e capitalismo novecentesco ci sono differenze di grado, ma non di natura. Ambedue stavano procedendo a fabbricare la felicità delle masse, senza l’io. Indebolendo ogni scelta intellettuale e morale fino a perseguitarla. Certo che tra pubblicità e ospedali psichiatrici, c’è grande differenza. Ma è sempre il controllo delle masse l’argomento, e il dissidio tra i due opposti sistemi concerneva solo gli espedienti felicitizzanti. È quanto i marxisti non hanno mai voluto capire. Gli Stati socialisti erano varianti storiche dei sistemi di dispotismo mercantilista secenteschi. E perciò lo Stato comunista cinese si è adattato bene al capitalismo. Togliere la proprietà privata è servito, in Russia come in Cina, del resto, a sradicare gli elementi individuali della produzione: si è attuata una perfetta propedeutica alla standardizzazione capitalistica.
Si è fatto tabula rasa dell’io dove c’era, o di comunità funzionali a moventi diversi dall’economia. L’agire perfetto per far crescere poi la più disumanizzante società di massa. Insomma quanto sto dicendo è che solo un’attitudine libertaria nuoce al capitalismo. Come movimento reale delle cose, invece, l’esperimento marxista cinese gli è complementare.Del resto la standardizzazione che minaccia l’io è la medesima che dà per scontate parole ambigue come globalizzazione, euro, comunismo, Stato e mercato, sviluppo sostenibile. Parole ormai giornalistiche, quindi usate per emozionare con un senso che si dà per ovvio, ma evitando purtroppo di pensare. Un esempio: l’euro. È evidente dove porta il monopolio delle emissioni di moneta statali: a un dispotismo della moneta che nulla ha a che vedere col liberismo. I liberisti veri come von Hayek o quelli della vecchia scuola di Chicago erano per il free banking, la libertà d’emissione. I liberisti furono contro la Federal Reserve in America. E alla sua creazione infatti rimproveravano l’aver generato la più grande inflazione e la più grande depressione mai verificatesi. L’euro e l’idea di uno Stato europeo non sono poi diversi nella loro natura dallo Stato che Napoleone o Hitler volevano creare in Europa. Ed infatti Bruxelles è un’enorme burocrazia che detta costituzioni e leggi astratte, e sempre più dispotiche. Si pensi a ciò che succede coi conti bancari in Liechtenstein o con il Kosovo: se ne troverà ampia conferma.E anche la globalizzazione: ma quant’è non univoco il suo significato quando si abbandonino i luoghi comuni! Gli immani movimenti di popolazione, e l’impoverimento dei redditi che essi producono ad Occidente stanno servendo a una proletarizzazione che rilancia i peggiori statalismi proprio quando i comunisti stessi, ignoranti del movimento reale delle cose, si sentivano invece perduti. E l’ecologismo che cos’è se non il divulgatore zelante di una amministrazione dispotica di aria e acqua e terra che devono essere contingentate perché scarse o in pericolo? Con l’esito di rinforzare il dispotismo statale e i controlli e le burocrazie. E assai meno le coscienze: la percezione della natura degli ecologisti resta la più astratta. Si riduce alla sopportabilità della crescita, a contingentamenti; non recupera percezioni viventi della Natura. Vuole sottometterla a meccanicismi energetici. Ed evolve a dispotismo che distribuisce permessi. Ovvio il suo avvicinarsi ai melanconici falliti del comunismo, ora rincuorati.Tratteniamoci per ora a questi due risultati. L’io umano è indebolito dalla standardizzazione: essa insidia intimità mai immaginate in precedenza; la capacità di concentrazione e la creazione ne sono indebolite. Gli Stati accumulano più poteri in forma di superstati e peggiorano questa fragilità, con esiti che tendono inevitabilmente al dispotismo. Crescita di Stati i quali creano e amministrano plebi secondo criteri sempre più imperiali, e indebolimento dell’io ad opera di una tecnica che meccanizza la natura esteriore, e l’anima interiore. Fermiamoci per ora a queste due affermazioni. Già il riuscire a dirle bene basterebbe. E ne deriverebbero degli atti necessari, assai più coerenti di quelli che per solito la politica o l’economia o la cultura consuete vanno purtroppo, goffamente, sostenendo.

domenica 2 marzo 2008

PREX & TITS

Per chi vuole pregare: uovo-rosario a batterie, il PREX, con effigi e colori a scelta. Imposti il giorno e lui attacca con gli avemaria. E c'è anche la versione con cuffie. Come fare a meno della spiritualità digitale?
Per chi vuole tette più grandi: ci sono persone che pagano l'intervento per voi. Basta che mandate le vostre foto before and after il pompaggio siliconico. Come fare a meno della solidarietà voyeuristica?

sabato 1 marzo 2008

Avanti popolo

Stiamo andando bene. Cav rompe con Mastellone e il suo UDEUR (Unione Demopartitocratica per EUropei Ribaltoni). Valzer Veltroni, su consiglio di Jovanotti, elogia Bassolino, dicendogli mi fido di te. Gli ascolti del festival-pippa di pippo vanno a picco. Bene.

Web 2.0

A 4 minutes video about Web 2.0.

Democratico, repubblicano o feticista?

Goldie Hawn, in veglia davanti alla bara del padre morto, rimprovera figlio e marito che litigano di politica (Everyone says I love you, Woody Allen).
"Vi prego, per favore, non vi mettete a litigare di fronte al nonno, va bene? Lui non era ateo, non era repubblicano e non era nemmeno democratico."
"Beh, sarà stato pur qualcosa, no?"
"Era un feticista del piede."