martedì 8 dicembre 2009

Fimmini e Masculi

Non ci basterebbero tutti i rotocalchi e le soap opera del mondo per raccontare gli uomini dell’occidente benestante. Si potrebbe cominciare così: “Braccia sottratte al calcestruzzo. Vedovi della zappa in crisi davanti a un chiodo da attaccare al muro. Prede di immensi sconforti quando si tratta di far funzionare la caldaia. Pallidi (o peggio, abbronzatissimi) intellettuali di grido che porgono mani mollicce, spettegolano come servette, lamentano persecuzioni, scompaiono al momento del conto, hanno dimenticato il portafogli a casa assieme a quel che resta del rigonfiamento dei pantaloni, non se la sentono di spostare la macchina e offrono in cambio il numero privilegiato del radiotaxi, mandano messaggini con faccette tristi e puntini di sospensione, hanno bisogno di riposo e di mascherine sugli occhi, tengono accanto allo spazzolino da denti la crema antirughe, hanno paura la sera quando tornano a casa soli, si dichiarano femministi, si commuovono davanti a cortei anti sfruttamento, sospirano che per i giovani è meglio lasciare il paese, si preoccupano per il precariato, si informano sulla clitoride, prendono tranquillanti, vogliono sentirsi amati e compresi, confidano le infelicità alle amiche transessuali nel post coito abbarbicati a gigantesche tette dure di silicone, e piangono”. (...)
Nel frattempo allora, mentre qui si rammendano calzini e lavano mutande
, sempre in nome delle Pari e Allegre Opportunità, ci si permette di suggerire qualche piccolo mutamento, accorgimento, medicamento, per gli amati uomini così eccessivamente modernizzati, così eternamente vittime delle erinni, così tristemente costretti a cercare, come dicono gli psicologi maschi, focolari alternativi, quelli con gli omoni che cucinano torte di mele: noi prepariamo il risotto, voi attaccate il decoder e sintonizzate i canali; noi strofiniamo le vostre camicie con acqua fredda e sapone di marsiglia facendo attenzione a colletto e polsini, voi aggiustate l’anta di legno dell’armadio; noi vi sorridiamo, voi non grugnite annodandovi sciarpe color malva. Noi sapremo sembrare timide e tutte sguardi e misteri, voi mostrateci però, per pietà, la vostra smania di conquista (bisogna riscrivere tutte le regole del galateo, signori: una donna non corteggia, ma viene virilmente adocchiata, fissata, cercata, regalata, sospirata, chiamata, aspettata, assediata, scongiurata, ignorata e infine assaltata e soggiogata). Vale per tutte, democratiche e meno democratiche, carrieriste e fieramente casalinghe, principesse e popolane, moderne e reazionarie, carlebruni e “ciabatte malscopate”, come definisce Buttafuoco certe signore disperate ai corsi di flamenco.

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