Si può condensare la storia d’Italia in 25 brevi racconti? Probabilmente no, ma la raccolta Il fuoco nel mare (Adelphi, pagg. 210, euro 18) di Leonardo Sciascia coglie con lucida ironia alcuni caratteri nazionali. L’antologia è molto ricca e varia, tutti gli scritti (tranne due, inediti) furono pubblicati su giornali e riviste tra il 1949 e il 1975. Sono incluse anche alcune storie per ragazzi come il bellissimo apologo (ambientato nella Sicilia mitica di Federico II) che dà il titolo al libro. [...]
L’UNITÀ D’ITALIA. Ci sono le memorie garibaldine, che affiorano qua e là. E diventano protagoniste ne Il silenzio. Si descrivono le diverse reazioni dei paesi al passaggio delle camicie rosse. C’è chi aiuta come può l’esercito venuto dal Nord e c’è chi se ne lava le mani perché non vuole essere coinvolto per timore di rappresaglie. Per questi ultimi c’è anche la comprensione dei garibaldini, che si chiedono cosa dia loro il «diritto di portare a gente simile nuove sofferenze, la violenza della guerra, il rischio della devastazione e del saccheggio». La libertà di scrivere libri, di pubblicare giornali, di eleggere rappresentanti? Belle cose senza senso, per gente a cui manca «la libertà di non avere fame».
LA GUERRA DI LIBERAZIONE. Sciascia ricorda i fatti di Castiglione e di Mascalucia: «la prima strage tedesca in territorio italiano, così come la prima insurrezione armata contro l’esercito nazista, si sono avute in questa parte d’Italia, e mentre i tedeschi erano ancora alleati». Molti racconti descrivono il surreale ingresso degli Alleati in paesi silenziosi e bruciati dal sole. Dopo lunghi attimi di sospensione, ecco partire le grida di gioia per l’arrivo degli americani. «“Viva la repubblica stellata!” gridò l’avvocato Calafato, con una voce che non aveva perduto timbro e forza da quando, sei anni prima, alla stazione, era riuscito a salire sul predellino del treno per gridare “Duce, per te la vita!” sotto lo sguardo fiero e paterno di Mussolini».
IL DOPOGUERRA. In effetti molti rimangono vittime della tentazione di cambiare bandiera a seconda della convenienza e transitano senza problemi da uno schieramento all’altro, da una ideologia all’altra. Ne traggono giovamento tutti i partiti, anche quello comunista. Sciascia immagina l’effetto di un annuncio radio a sorpresa in un circolo dove si discute e gioca. L’Armata rossa è entrata in Italia! Ed ecco che fior di conservatori, lentamente, tra una battuta e l’altra, come se nulla fosse, si scoprono un po’ di sinistra, anzi proprio di sinistra, addirittura comunisti incorruttibili dal capitale.
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2 mesi fa
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