lunedì 10 maggio 2010

Liberalismo illiberale

Le istituzioni liberali cessano di essere tali non appena si sono realizzate: dopo, non esistono elementi più nocivi alla libertà che le istituzioni liberali. Si sa che cosa esse producano: minano la volontà di potenza, livellano montagna e valle elevando questo livellamento a morale, rendono l’uomo piccino, vile e godereccio – con esse trionfa ogni volta l’animale del gregge.
Liberalismo: in tedesco abbrutimento da gregge… Fino a quando si lotta per raggiungerle, quelle stesse istituzioni generano ben altri effetti; allora esse promuovono in effetti potentemente la libertà. Più precisamente, è la guerra che genera questi effetti, è la guerra per le istituzioni liberali, la guerra, che, in quanto tale, fa perdurare gli istinti illiberali. E la guerra educa alla libertà. E infatti, cosa è la libertà? Che si abbia la volontà di autoresponsabilità. Che si tenga fermo alla distanza che ci separa. Che si acquisti maggiore indifferenza verso gli affanni, le dure difficoltà, le privazioni, perfino verso la vita […]. Libertà vuol dire che gli istinti virili, compiacentisi della guerra e della vittoria, prevalgano sugli altri istinti, ad esempio su quello alla “fortuna”. L’uomo divenuto libero, e tanto più lo spirito fattosi libero, calpesta quel tipo spregevole di benessere del corpo, del quale sognano bottegai, cristiani, vacche, femmine, inglesi ed altri democratici.
Nietzsche

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