giovedì 27 maggio 2010

Sputtanopoli

Ottimo articolo di Cundari. Questa e' sinistra.

Secondo Stella i cittadini italiani
“avevano il diritto di sapere se le persone coinvolte nell’affare dalla Protezione civile erano persone serie o no, coscienti o no, rispettose del bene pubblico o no”. Proprio così: non colpevoli di questo o quel reato, bensì serie, coscienti e rispettose del bene pubblico. Era dunque giusto intercettare e pubblicare le loro telefonate per far sapere a tutti se erano o no, per farla breve, delle brave persone. E poi quando uno scrive che nel nostro dibattito pubblico si sta affermando una concezione da teocrazia islamica dicono che esagera.

Domanda: c’è o no un problema in tutto questo, comunque la si pensi sulla “legge bavaglio”, cui peraltro io resto contrario? I tanti autorevoli giornalisti, giuristi e costituzionalisti impegnati in questa come in tante altre “battaglie di civiltà” non hanno nulla da dire? E’ questo quel paese civile, quello stato di diritto che si vorrebbe ricostruire in Italia e per cui tanti si battono? Un paese in cui l’“opinione pubblica” abbia il diritto di leggere sui giornali le private telefonate di qualunque cittadino al preciso scopo di valutarne la conformità all’etica pubblica?

Giunti a questo punto bisognerebbe domandarsi
anche chi avrebbe titolo per stabilire i confini di quest’etica pubblica, quale “Comitato per l’imposizione della virtù e l’interdizione del vizio”, come si chiama in Arabia Saudita l’organo da cui dipende la polizia religiosa.

1 commento:

Stefano ha detto...

http://www.ilfoglio.it/soloqui/5318