Bruno Vespa, sei la foglia di fico che copre la vergogna del monopolio ideologico televisivo, in più mi hai rovinato una cena e un dopocena. L’altra sera mangiavo il bollito alla Corale Verdi con il mio amico Luca Sommi, lo conosci anche tu, ti ha accompagnato a visitare la mostra del Correggio, e gli dicevo che i nemici di Dio, della patria e della famiglia hanno occupato l’etere per intero: Annunziata Augias Bignardi Fazio Floris Gruber Mentana Santoro, e Victoria Cabello Ilaria D’Amico Camila Raznovich, e Piero Angela e Mario Tozzi, e Crozza e Littizzetto? Intingendo nella salsa verde mi ha risposto: “Ma voi avete Bruno Vespa!”. Mi è andato il cotechino di traverso. Io non voglio che tu mi venga addebitato, Bruno, no e poi no, tu sei un vecchio democristiano nichilista, sei l’unico abruzzese con cui non mangerei gli arrosticini, la tua religione è il cinismo giornalistico-romano. L’altra sera il lambrusco era cattivo, perfino più cattivo di tanti vini che consigli tu, e nemmeno la lingua con la mostarda è riuscita a confortarmi. Ho provato a dimenticarti col nocino, tutta notte con l’acidità di stomaco.
Langone
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