La bellezza del somaro, film. Critica da sinistra dei radicalchic intellettualoidi affermati fintoalternativi e libertari a corrente alternata. Nevrosi postmoderne della borghesia nostrana rappresentate da macchiette e caratteri: ma è tutto voluto, la Mazzantini è intelligente e l'acume si respira.
L'amore tra una diciassettenne viziata e un settantenne "poeta" è il casus belli per raccontare l'odierno conflitto di generazione tra figli a cui non manca nulla ma che non hanno niente di ciò che conta - speranze educazione futuro- e genitori che hanno avuto tutto, ma forse neanche se lo meritavano. Borghesi de sinistra e de noantri con ideali repressi, sogni infranti, col pensiero unico del conformismo che finalmente sbatte contro il muro della realtà e la bellezza della semplicità. Adorano la psicanalisi e non capiscono gli elementari bisogni d'affetto e passione, inneggiano alla libbertà e alla diversità e vanno già in crisi se il ragazzetto della figlia è nero, sono moralisti moralizzatori ma l'amante non manca mai. Sputavano sentenze ed ora sputano tagliatelle, si riempivano la bocca di sogni, ora di porchetta. Lottavano per cambiare il mondo, ora litigano per non mutare nulla. Da progressisti fuori a conservatori dentro il passo è breve. E il somaro è sempre più bello.
La pupa e il secchione
2 mesi fa
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