venerdì 6 giugno 2008

Leggenda talmudica

A proposito della conoscenza inconscia.
Quando nasce un bambino, un angelo gli tocca la fronte, e il piccolo dimentica la conoscenza della verità che aveva al momento della nascita; se non la dimenticasse, la sua esistenza successiva diverrebbe insopportabile.

2 commenti:

Stefano ha detto...

La ragione per la quale l'uomo, prima di nascere, deve passare nove mesi nel ventre della madre è che lì l'arcangelo Gabriele gli insegna tutta la Torà, quella scritta e quella orale. Per nove mesi, con una candela accesa sulla testa, l'uomo impara tutta la Legge e, solo quando è pronto, può uscire alla luce del mondo. Un istante prima della nascita l'angelo gli spegne con un soffio la fiammella e il bambino dimentica tutto: tutta la sua vita dovrà essere dedicata allo studio della Torà, a cercare di ricordarsi quello che aveva già imparato. Gli viene spenta la fiammella che portava sulla testa nel ventre della madre e questa viene sostituita dalla luce del mondo esterno. Nei meandri oscuri del ventre materno aveva una luce interna, questa si spegne e al suo posto viene la luce del sole, abbaglia invece di illuminare. Per questo, continua la leggenda ebraica, il neonato piange al momento della nascita, poiché ha dimenticato tutto e dovrà dedicare tutta la sua vita a cercare di ricollegarsi faticosamente al sapere perduto.
Il neonato piange poiché non sa più.

Stefano ha detto...

1)La luce della Verita', cosi' come la luce di Dio, non puo' essere guardata tutta insieme e tutta in una volta, perche' accecherebbe. Servono gli occhiali della Ricerca, del Dubbio e dell'Umilta'.
2) La Verita' potrebbe non coincidere con la Felicita': doverla raggiungere potrebbe essere necessario e fatale, benche' ci rendesse miserabili in Questa vita.
3) Soprattutto, la ricerca della Verita' in questa vita non e' un atroce esercizio didattico.
Primo perche' la Perfezione e' (vedi Fichte) nella sostanza e nella forma la Continua Ricerca della Perfezione. La Perfezione risiede gia', e forse solamente, nella Ricerca stessa.
Secondo perche' (vedi Pascal) la Coscienza della propria Miseria e' gia' segno di nobile Grandezza.