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Pagine (e strisce) bianche
Molti romanzi italiani hanno una nuova protagonista: la cocaina. Solo per restare ai titoli dei libri entrati quest’anno nella rosa dello Strega, abbiamo «Acciaio» (Rizzoli) di Silvia Avallone, «Hanno tutti ragione» (Feltrinelli) di Paolo Sorrentino, «Un anno fa domani» (Instar) di Sebastiano Mondadori. Tonnellate di cocaina vengono consumate in molti libri di Walter Siti, tra gli ultimi «Troppi paradisi» (Einaudi) e «Il contagio» (Mondadori). Cocaina al centro della scena anche nel recentissimo «Il re dell’ultima spiaggia» (Bompiani) di Alessandro Fabbri. Studenti e di «Unhappy Hour» (Leone editore) di Andrea Intini. Borgatari, operai, cubiste, figli di papà, cantanti semifalliti, star della musica, rispettati professionisti: a quanto pare avrebbero una cosa in comune, la passione per la sniffata. A volte espediente narrativo, altre tratto sociologico, comunque sempre in prima linea (bianca).
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