“Nata a Firenze, a 15 anni è folgorata sulla via di Damasco dall’Introduzione alla metafisica di Heidegger. Per mesi ne legge i sacri testi in lingua originale e gli resta devota anche giunta a Pisa, prima classificata alle selezioni per la Scuola Normale Superiore. Da lì esce con 110 e lode per la sua tesi in Filosofia Teoretica e un libretto d’esami con tutti 30 e lode. A Roma si diploma alla LUISS, Master in Direzione del personale e organizzazione. Convinta però che la filosofia debba uscire dall’accademia e passare dalla comunicazione, si avvicina al giornalismo e ai mass media. Dopo qualche anno e centinaia di articoli scritti approda a Mediaset, collaboratrice ai testi per Il senso della vita e Buona domenica.”Trovato su fb, via Massimo Mantellini
6 commenti:
Sarò sincero: se il fatto è vero, la mia meraviglia è zero...
...perchè, dovendo scegliere fra tradimento con pane ed Onestà e fame, scelgo di campare (tanto, se Dio esiste, Egli avrà compassione e comprensione).
O no?!?
Bonae Mentis, paupertas soror est...
Ora, dato che condivido il contenuto dell'adagio di cui sopra, posso dire solo questo: se succede (perchè ci vuole anche un pò di fortuna per arrivare ad un lavoro), prendiamo quello che ci viene dato (ed anche se mangiare quel pane, probabilmente, è un pò come tradire la propria Anima.
Ovvio. Per mangiare va bene tutto. E poi il lavoro nobilita. E a volte mobilita pure. Si voleva solo porre l'accento 1) sui tempi e 2) su come a volte la preparazione scolastica o universitaria sia sovradimensionata -per usare un eufemismo- agli scopi professionali.
Si Stefano, sono d'accordo sul punto di Principio. Meno sul "sovradimensionamento" della preparazone scolastica, inferiore e superiore, in relazione agli scopi professionali. Non so come funzioni Ingegneria, ma so come funziona Giurisprudenza (chi esce dalla Cattolica con 110 non sa redigere un contratto di compravendita nè sa neppure abbozzare una comparsa o una citazione) e qualche altra Facoltà relazionata allo studio delle Scienze Astronomiche e Planetarie (magari l'Astrofisico neo-laureato ti sa dimostrare a memoria l'entanglement quantistico, ma messo davanti ad una volta stellata fatica a riconoscere Orione...). Io credo che il problema non sia più (o non tanto) nella "Preparazione" che si riceve (tanto poi è l'esperienza sul campo che ti fa imparare e crescere), quanto sul fatto che, a dispetto delle fregnacce che ci raccontano, i posti di lavoro "congrui" (rispetto al titolo acquisito) sono pochissimi e, spesso, "riservati" ai paraculi ed agli amici e parenti dei paraculi.
Ma magari sono disfattista e miope e quindi mi sbaglio io...
Un Saluto!
Condivido.
I posti di lavoro congrui sono pochi, oppure l'istruzione non prepara congruamente per i posti disponibili.
Anyway, la scuola dovrebbe insegnare a vivere, prima di tutto. Il lavoro e' un corollario.
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