mercoledì 4 novembre 2009

Croce e delizia

Facci su Libero e Magli sul Giornale.
Ora rubo il commento del mio amico arguto Luca:

Bel duello, ma battaglia di retroguardia, per entrambe le posizioni.
Come non essere d'accordo con le limpide argomentazioni di Facci?
mmmh, non saprei?
Forse augurandosi che non chiedano di togliere la croce anche dalle bandiere di otto
nazioni europee in cui appare come elemento pricipale (cinque luterane, una anglicana, con ben due croci, una ortodossa).
Di due nazioni in cui appare con evidenza nello stemma e di cinque nazioni in cui la potete vedere se vi arrampicate sul palo (due cattoliche, la Spagna e San Marino, che rischia, per inciso, il cambio del nome in Marino, aprendo un conflitto internazionale sul tipo Macedonia / FYROM, per le rivendicazioni dell'omonima localita' laziale).


6 commenti:

Stefano ha detto...

Il crocifisso come il fumo. In effetti uccide.

http://www.wittgenstein.it/2009/11/04/una-laica-proposta/

Stefano ha detto...

http://stefanocicetti.blogspot.com/2009/11/crucifige.html

Stefano ha detto...

"In questa vicenda i cristiani dovrebbero ricordare che non gli sono richieste professioni ma atti di fede (Mt 7, 21-27); i laici mettersi in testa che non e' la rinuncia, ma la libera espressione delle identita' l'obiettivo del loro lavoro, nonche' che l'iconoclastia e' sempre stata la cifra delle piu' feroci eresie; gli educati tenere conto che nella storia tutto si tiene ed aggirarsi in essa con le pinzette e' esercizio infantile, pedante ed inconcludente.
Insomma, c'erano le premesse perche', maturi i tempi, la questione fosse risolta dalla politica. Il fatto che cada dall'alto di una corte suprema, per via giudiziaria, e' una sconfitta per chi ama la convivenza civile di questo angolo stupendo di mondo che e' l'occidente ed una vittoria di Pirro per chi, in mancanza d'altro, ne gioisce."

Stefano ha detto...

Molti hanno parlato, e bene, sulla questione del Crocefisso.
Spavaldi in tutta semplicità, e particolarmente benvenuti in bocca a un innovatore e riformatore ecclesiastico, gli inviti del cardinale Walter Kasper ad “alzare la voce” contro quella sentenza di Strasburgo. Va richiamata però, per spiegare l’idea afasica che segue, l’osservazione recente di Adriano Sofri circa il fatto che attaccare un Crocefisso può forse essere atto dubbio, staccarlo dal muro è certamente arrogante. Ma ecco la tesi afasica.

Non è affatto detto che si debba accettare la sfida implicita nella sentenza di Strasburgo, quella di razionalizzare un elemento forte della tradizione, cioè di rispondere alla domanda: è giusto, è laico, è rispettoso dei diritti delle minoranze e dei diritti universali dell’uomo il fatto di avere un Crocefisso attaccato al muro di una scuola o di un ospedale?
Certo, bisogna alzare la voce.
Un nostro lettore propone di uscire per strada con un Crocefisso al collo, bella proposta.
Ma la tradizione parla da sola, svellerne le forme è una missione di progressismo universalista che deve essere complicata da un non-argomento, da un alzare la voce che accompagna il silenzio.
Insomma: nessuno deve sentirsi obbligato a dimostrare che il Crocefisso non offende sensibilità particolari, ed è il prodotto di una sensibilità universalistica, di una identità culturale eccetera.

Troppa grazia sant’Antonio.
Quando una sentenza antidiscriminatoria stabilirà che ci si può sposare tra madre e figlio, padre e figlia o tra fratelli, ecco, non sarà necessario, non deve risultare necessario rileggere “Le strutture elementari della parentela” del compianto Lévi-Strauss o controargomentare in difesa del tabù dell’incesto: si farà appello alla tradizione, e la si rispetterà confermando l’interdetto, che spesso è l’altra faccia della verità e dell’amore, della carità e dell’omaggio semplicemente umano, o umano-divino, che il Crocefisso attaccato al muro trasmette con ogni possibile nitore.
Non tutto è razionalizzabile: ciò che c’è, che è dato, che è creduto, ha spesso un valore incommensurabile secondo le misure del più misero dei relativismi.

Giuliano Ferrara

Stefano ha detto...

http://www.ilfoglio.it/soloqui/3768

Stefano ha detto...

http://www.macchianera.net/2009/11/05/ma-io-difendo-quella-croce/

Mica e' tutto da buttare.