domenica 30 novembre 2008

Donne che (non) uccidono polli

Dov’è una donna che sa uccidere un pollo? Nel libro di John Seymour, “Guida all’autosufficienza” (Mondadori), mi ha molto colpito la sequenza illustrata “Come si uccide e si prepara un pollo”. Conosco decine di poetesse, centinaia di scrittrici, migliaia di giornaliste, una contessa, due baronesse, tre marchese (però zero duchesse), conosco commesse e avvocatesse, dottoresse, studentesse, professoresse, un’archeologa, due guide turistiche, conosco traduttrici, attrici, fotografe, mamme che non hanno bisogno di lavorare, mamme che avrebbero bisogno di non lavorare, deputate, teatranti, una cantante lirica, una sindachessa, una presidentessa, e disoccupate e impiegate a milioni. Secondo me nessuna di queste sa uccidere un pollo. “Afferratelo per le zampe con la mano sinistra e per il collo con la destra, con la testa nella palma. Spingete la destra in basso e torcetela, in modo che la testa del pollo si pieghi all’indietro. Fermatevi appena sentite rompersi l’osso del collo, per non staccare la testa”. La mia libreria per una donna che sa uccidere un pollo.
Adriano Sofri

Is there a Santa Claus?

Famoso editoriale del Sun, 20 settembre 1897.
“Caro direttore, ho otto anni. Alcuni dei miei amici dicono che Babbo Natale non esiste. Mio papà mi ha detto: ‘Se lo vedi scritto sul Sun, sarà vero’. La prego di dirmi la verità: esiste Babbo Natale? Virginia O’Hanlon”.
Questa era la domanda di Virginia. Church le rispose così:Virginia, i tuoi amici si sbagliano. Sono stati contagiati dallo scetticismo tipico di questa era piena di scettici. Non credono a nulla se non a quello che vedono. Credono che niente possa esistere se non è comprensibile alle loro piccole menti. Tutte le menti, Virginia, sia degli uomini che dei bambini, sono piccole. In questo nostro grande universo, l’uomo ha l’intelletto di un semplice insetto, di una formica, se lo paragoniamo al mondo senza confini che lo circonda e se lo misuriamo dall’intelligenza che dimostra nel cercare di afferrare la verità e la conoscenza.Sì, Virginia, Babbo Natale esiste. Esiste così come esistono l’amore, la generosità e la devozione, e tu sai che abbondano per dare alla tua vita bellezza e gioia. Cielo, come sarebbe triste il mondo se Babbo Natale non esistesse! Sarebbe triste anche se non esistessero delle Virginie. Non ci sarebbe nessuna fede infantile, né poesia, né romanticismo a rendere sopportabile la nostra esistenza. Non avremmo altra gioia se non quella dei sensi e della vista. La luce eterna con cui l’infanzia riempie il mondo si spegnerebbe.
Non credere in Babbo Natale! E’ come non credere alle fate! Puoi anche chiedere a tuo padre che mandi delle persone a tenere d’occhio tutti i comignoli del mondo per vederlo, ma se anche nessuno lo vedesse venire giù, che cosa avrebbero provato? Nessuno vede Babbo Natale, ma non significa che non esista. Le cose più vere del mondo sono proprio quelle che né i bimbi né i grandi riescono a vedere. Hai mai visto le fate ballare sul prato? Naturalmente no, ma questa non è la prova che non siano veramente lì. Nessuno può concepire o immaginare tutte le meraviglie del mondo che non si possono vedere.
Puoi rompere a metà il sonaglio dei bebè e vedere da dove viene il suo rumore, ma esiste un velo che ricopre il mondo invisibile che nemmeno l’uomo più forte, nemmeno la forza di tutti gli uomini più forti del mondo, potrebbe strappare. Solo la fede, la poesia, l’amore possono spostare quella tenda e mostrare la bellezza e la meraviglia che nasconde. Ma è tutto vero? Ah, Virginia, in tutto il mondo non esiste nient’altro di più vero e durevole. Nessun Babbo Natale? Grazie a Dio lui è vivo e vivrà per sempre. Anche tra mille anni, Virginia, 10 volte 10mila anni da ora, continuerà a far felici i cuori dei bambini.

sabato 29 novembre 2008

New York New York

Di qui una guida semiseria per New York; di qua, invece, la mappa dei crimini (fa molto 2.0).

martedì 25 novembre 2008

Lussi anticostituzionali

Lo so, e' uno scandalo che una ragazzetta che posa nuda per uno stupido calendario diventi ministro. E' inaccettabile che una pornostar sia a capo di un circolo politico. E' fuori da ogni ragionevole circostanza costituzionale che un imprenditore a capo di tre reti televisive e di decine di case editrici diventi presidente del consiglio. Ma Luxuria senza trucco e' brutta piu' della fame.

domenica 23 novembre 2008

Croci

Un altro segno della decadenza dell'Occidente, un altro dei motivi per cui saremo superati, presto e in tutto, da islamismi e cineserie varie. Perche' loro sono orgogliosi fino alla prepotenza, noi siamo prudenti fino alla coglioneria.

Caste

Uno dei motivi per cui tutto cio' che e' al di la' degli Urali non mi interessa granche'.
Manish è stato preso mentre andava a scuola. È stato picchiato, bastonato, portato per le strade del villaggio con la testa rasata, e poi gettato sotto un treno, sotto gli occhi della madre. E tutto questo perché Manish Kumar, 15 anni, aveva osato scrivere una lettera d’amore a una ragazzina di una casta diversa dalla sua. Rompendo una regola che, seppure ufficialmente abolita, continua a esistere - e a uccidere – in India.

L'acqua tende alla sfera

Quando il contenente supera il contenuto.

Una poesia lunga due ore

Cyrano de Bergerac film, qui il testo. E qui il commento del libro.

Poesia minimissima

Ne ho lette diverse, sono liriche e profondissime.

Al party
Le fante
son tante
le coche
poche

Rischio estinzione
Le mante
son tante
le foche
poche

Indole animale
I gatti
son matti
i cani
sani

Sotto l'albero
La bici
fa felici
il treno
meno

Restare bambini
Il gioco
dura poco
l'incanto
tanto

Alla Ford
La Fiesta
resta
la Ka
va

Faccende domestiche
La ragazza
ramazza
l'ava
lava

e poi la piu' corta:
Fiera, a Milano
A pero
c'ero
a Rho
no

e poi la piu' bella:
Stitichezza
Al cesso
sto spesso
ma vado
di rado

Sempre cara mi fu quest'ernia al colon

Beh l'incipit e' perfetto. Ho scoperto questa storia dei falsi incipit (Fincipit): ne e' nato un libro(Sempre cara mi fu quest'ernia al colon), che tra l'altro nasce da un paio di blog (eiochemipensavo, perche' no?) di un paio di persone (Alessandro Bonino, Stefano Andreoli), che tra l'altro scrivono anche su un altro bel blog (Spinoza).

Relativismo culturale

Una sera al bar è entrato un tizio che aveva i pantaloni tutti pieni di chiazze bianche, tipo vernice, e anche un po’ scoloriti, allora ho detto alla mia morosa Secondo me quello lì ha pitturato casa e lei mi ha detto Ma cosa dici, le macchie son di gran moda, e mi ha spiegato che quelli lì son blugins trendissimi e modaiolissimi che tralaltro costano un sacco più di quelli normali.
Ieri è venuto Barigazzi a prendere il caffè, aveva dei pantaloni tutti pieni di chiazze bianche, tipo vernice, gli ho fatto Soccia Barigazzi, se siam modaioli e Barigazzi ha detto Ma che cazzo dici, ho appena pitturato casa.

sabato 22 novembre 2008

La foto russa

Ma sono vere?

Assolutamente si'

Certe parole, certi modi di dire sono come virus che, usciti da qualche laboratorio di ricerca sulla guerra batteriologica, si diffondono con rapidità impressionante e presto infettano gran parte della popolazione. E' già capitato al "salve", solo per citare uno dei ceppi virali più recenti e tenaci, quell'espressione che sta fra il buongiorno ed il ciao, che non è nè carne nè pesce, che fu per anni il biglietto da visita del simpatico presentatore Lubrano (non era male la trasmissione mi manda Lubrano, dove la protesta dei buggerati di turno veniva alleggerita dall'umorismo tutto napoletano di Lubrano. Poi è venuto uno che si prendeva troppo sul serio, Marazzo, e abbiamo visto tutti com'è andata a finire).Tanto il salve di Lubrano era insolito e gaio e piacevole, quanto è stucchevole e vigliacco il salve che ora sta sulla bocca di tutti gli sconosciuti, o appena conosciuti, che vi capita di incrociare e che vi salutano senza guardare, come se si vergognassero di pronunciare un fresco buongiorno o se non osassero pronunciare un amichevole ciao. Capita anche, è raro ma capita, che alcuni virus, dopo una violenta sfuriata, regrediscano rapidamente fino a quasi scomparire.E' il caso dell'attimino che, dopo un preoccupante dilagare, ha fortunatamente sollevato un moto di indignazione generale e quasi più nessuno osa pronunciarlo.Ora c'è un nuovo virus che si sta rapidamente diffondendo, è il virus dell'incertezza, del desiderio di affermare quello che non sappiamo, il desiderio di garantire quello che non possediamo. I principali portatori, anzi portatrici, di questo morbo sono aspiranti. Aspiranti veline, aspiranti conduttrici, aspiranti attrici, in genere belle ragazze che per il momento aspirano qualcos'altro. Comunque certamente destinate ad un brillante futuro.Sì, certamente.Anzi, oserei dire, aZZolutamente Zì.

L'ultima sulla crisi

Un francese, un tedesco, un inglese, un irlandese ed uno spagnolo si riuniscono per decidere come salvare dalla crisi le loro banche nazionali. Apre, come al solito, il francese che dice: "noi ce le compriamo". Segue il tedesco: "noi abbiamo stanziato 500 miliardi, ma i dirigenti dovranno fare sacrifici, ridursi gli stipendi, non spendere in pubblicità, ecc. ecc."E l'inglese: "well, I'd put 250 billions pounds on it". E lo spagnolo: "anche noi faremo qualcosa, ma non abbiamo certo i vostri mezzi". Arriva infine trafelato l'irlandese, che sbotta: "avete visto un cazzo d'italiano che scappava ? Si è preso i miei soldi quello stronzo!"
Qui i dettagli.

venerdì 21 novembre 2008

Olocausto catartico

Il culto dell'Olocausto sarebbe il modo per surrogare Cristo e la sua crocifissione. L'Olocausto servirebbe agli ebrei per proteggersi nella memoria. Sancita tra l'altro per legge in Europa, dunque atto di fede, in quanto non s'ammette a riguardo discussione. E tutto cio' appunto perche' l'Olocausto e' piu' che una giustificazione dello Stato ebraico in Palestina. La sua memoria sarebbe il modo di sacralizzarsi in una crocifissione come quella di Cristo; e tuttavia senza di Lui.

Onda su onda

La donna e' come un cavallo o un'ondata del mare: che senso ha chiedere ad un'onda di avere pieta'. Meglio cavalcarla, lasciarsene portare e con la bocca chiusa perche' altrimenti si affoga. Intesa silente.
Geminello Alvi

Blog o social?

Usavamo uno strumento, il blog, effimero ma duraturo al tempo stesso. Perchè un post scaccia l’altro, è vero: ma rimane tutto lì, non solo negli archivi, ma proprio come insieme delle parole pensate, scritte, commentate. Oggi invece gran parte di queste parole si gettano nel fiume della conversazione 2.0, quella che chi ne sa chiama social; e non solo vivono ancora meno di quanto vivessero quelle dei post di un tempo, ma si perdono senza lasciare traccia di sè. I blog, con il passare del tempo, diventano delle biblioteche: luoghi nei quali fermarsi, dopo aver passato (anche piacevolmente) un po’ di tempo a fare il giro delle ombre al bar di Twitter e poi al pub FriendFeed e poi al caffè Fb; fermarsi, e recuperare tempo e senso, e restare un po’ in silenzio, chè anche la buona conversazione viene a noia, se si esagera.

Affitti tempranti

Proprietari di mono e bilocali delle città universitarie, padroni dalle mani adunche di Roma, Milano, Padova, Bologna, Parma, Firenze, Camerino, Urbino, vi prego di non abbassare gli affitti. Gli alti costi fortificano i giovani. Non per essere cattivi, anzi: chi non può pagare può tornarsene al paesello, farà contenta mamma e troverà spazio nell’agroalimentare. Lo dice anche Paolo Nori. Lui è un autarchico, lo scrittore più impermeabile alle parole d’ordine che abbia mai conosciuto. Nel suo ultimo libro, “Pubblici discorsi” (Quodlibet), scrive: “A Reggio Emilia non ci ho mai abitato. Non che non mi piaccia, solo le case costan troppo poco. Affitti troppo bassi, dopo spendo poco, devo lavorare meno, mi impigrisco, è finita”.

giovedì 20 novembre 2008

Think tanks amerikani

Il pensiero obamistico: non mistico, non onanistico. Buono a sapersi.

Per brindare ad una crisi

Non tutte le crisi vengono per nuocere, foriera di benefici effetti è la crisi del tartufo, il tubero truffaldino. Ad Alba il mercato langue, giustamente non lo vuole più nessuno, non si sente il bisogno di nuove rapine dopo quelle in Borsa, e così molti cuochi, di quelli che senza ascomiceti, astici, tonni e foie gras non riescono a mettere insieme un menù, saranno costretti a imparare a cucinare. (Qualche suggerimento: zucche, lenticchie, cavoli, cardi, alici, castagne…) Inoltre, approssimandosi la stagione delle feste, il tartufo potrebbe trascinarsi all’inferno quella cosa altrettanto puzzolente e più nociva (in quanto additivata e artificiale), come si chiama, ha un nome francese, ah sì, era nel titolo di una canzone di Peppino Di Capri, champagne.

Prese il calice e rese grazie

Redattori del Corriere della Sera, basta con le calunnie e la disinformazione nei confronti dei cattolici! A pagina 25 trovo scritto che il Papa è astemio. Astemio andate a dirlo a Corrado Augias. Il Papa è un sacerdote e i sacerdoti, durante ogni messa, bevono. Siccome siete molto concentrati sui capolavori di Stella e Severgnini vi dev’essere sfuggito un libro intitolato “Vangelo”: “Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue”. Beveva Gesù, bevevano gli apostoli, ogni domenica bevono i chierici e anche i laici che partecipano alle messe, grazie a Dio sempre più numerose, in cui la comunione è data nelle due specie (per intinzione o direttamente dal calice). Anch’io bevo mentre scrivo questa preghiera… Cattolico astemio è una contraddizione in termini. Informatevi, aggiornatevi: il libro che vi ho segnalato è in tutte le librerie, costa pure poco, non avete scuse.

mercoledì 19 novembre 2008

lunedì 17 novembre 2008

Rai: del tutto, del piu' e del meno

Chissenefrega dello scontro della politica di questi giorni sulla nomina della presidenza della commissione della vigilanza della Rai? Troppo complicato, troppi complementi di specificazione.

domenica 16 novembre 2008

A-Abbrrronzatissimi

Nel Seicento essere di colore era la cosa peggiore che potesse succedere alla corte del re Sole. Le duchesse si incipriavano il viso per avere la pelle chiarissima, e si riparavano dal sole. Il colore era riservato alle classi inferiori. Oggi invece succede il contrario. Essere ricchi significa essere abbronzati. Tutte le classi dominanti del mondo occidentale vogliono apparire come il vostro Berlusconi, sempre in forma, abbronzati a puntino. Mentre in Asia, in India, e nelle Filippine le élite vanno alla ricerca di prodotti miracolosi per schiarirsi la pelle. Da un lato, dunque, vince il superabbronzante, dall’altro lo schiarente. Variazioni epidermiche dell’eguaglianza universale: Ognuno sogna di essere l’altro, salvo i cinesi che restano un caso a parte.

sabato 15 novembre 2008

Anche il Massimo

Cari italiani, occhio al portafogli: non è vero che la scuola pubblica è, e deve restare, gratuita. Anzi. Il sistema di istruzione statale pesa sulle tasche di ciascun cittadino, bimbi in fasce inclusi, mille euro l’anno. Insomma, cambiare lo status quo conviene a tutti. Parola di Massimo D’Alema. E se lo dice lui.
Cavalli, presidente dell'associazione "Il Mulino", sul Quaderno di ItalianiEuropei, associazione presieduta dal Massimo: Gli insegnanti? Sono troppi: negli ultimi tre decenni, nonostante il calo costante di studenti, non sono diminuiti i prof. Così oggi il numero di studenti per ogni docente è in Italia più basso della media dei paesi Ocse. Le cause dello squilibrio? Un monte ore di lezioni annuo “elevato”, la presenza di molti insegnanti di sostegno per i disabili, la frammentazione in piccole sedi “soprattutto alla scuola primaria” e anche “la volontà di assorbire nella scuola un eccesso di laureati in certi settori onde ridurre la disoccupazione intellettuale”.

Anche gli angeli

Angelo, guida la mia mano come l’hai guidata a Tiziano Ferro quando ha composto “Alla mia età”. Questo cantante poco simpatico, torvo, di Latina, musicalmente artificiale come la sua città, ieri notte mi ha fatto venire le lacrime agli occhi. Impossibile che sia tutta farina del suo sacco. Era dagli anni Novanta di Luca Carboni che Dio non appariva in una canzone italiana di successo con un ruolo attivo, non soltanto per far rima con “io”. Angelo, io senza canzoni non sono capace nemmeno di piangere. Produrre cattivi sentimenti è facilissimo, ci riescono perfino i giornalisti, per far nascere quelli buoni ci vuole un miracolo, devono congiungersi musica e poesia. Angelo, ispira altre canzoni che spingano non ad amare (non esageriamo): a compatire.

giovedì 13 novembre 2008

martedì 11 novembre 2008

Venti di passione

Oggi, US:
- Starbucks dichiara profitti in calo del 97%
- Circuit City, grande catena di elettronica (tipo Mediaworld) dichiara bancarotta (un suo negozio aveva occupato lo spazio del vecchio Tower Records di Broadway, chiuso a sua volta due anni fa)
- DHL licenzia 9500 persone
- un pezzo del New York Times racconta dei tantissimi americani che ormai hanno da pagare un mutuo sulla casa superiore al valore della loro casa, crollato nel frattempo
- un’intera pagina pubblicitaria di Chase Bank cerca di rassicurare i risparmiatori sul fatto che li aiuterà a pagare i mutui

lunedì 10 novembre 2008

I'm Italian, ma non cosi' brutto

I'm Italian, and prime minister Silvio B. is not speaking in my name.
Causa nobile, per carita'. Pero':
1) Fa invidia vedere che tante persone sono libere da impegni durante il giorno (eufemismo; il non eufemismo richiederebbe l'uso della parola "cazzo", che evito.)
2) No, non fa tanta invidia, considerate le non stupende facce delle foto (litote; la non litote richiederebbe l'utilizzo del nome "cazzo", che non voglio scrivere).

domenica 9 novembre 2008

Impazzite dal troppo ragionarci

Lungo monologo di Manlio sulle donne, impazzite per troppo ragionarci. Secondo lui l'errore di ragionare con le donne presuppone che in esse esista un distacco dalla vita che invece non hanno. Giacche' le donne sono per lo piu' fecondabili, il che significa immerse nella vita. Bisognerebbe insomma oltre ai figli dare loro al piu' due, tre idee che le impressionino. Mai ragionarvi; nelle pause del parlare puo' sfuggire quanto dopo le contorcera' dentro. Invece amarle. Soltanto i saggi potrebbero parlare con le donne, perche' fecondano coi loro pensieri. Ma appunto tacciono.
Ragionare con le donne ha l'effetto di conforderle; perche' turba la loro abbondanza acquea, che e' altrimenti morbida e bella. La fa levitare e manca loro l'aria.
Geminello Alvi
Perche' queste cose non le insegnano ai maschietti nella prima elementare di tutti i paesini del mondo?

sabato 8 novembre 2008

Questo soltanto libera da ogni dolore

Scegli dunque:
la morte celere
oppure l'amore lungo.
Nietzsche

Discende da cieli stellanti

Un fiume soave d'oblio.

Che ne sanno costoro?

L'intellettualita' che amministra tutta la cultura inclina alla vergogna preventiva, piu' che mai insicura. E infatti tanto poco stima se stessa che basta arrivi un inglese a dire ovvieta' sulla storia d'Italia e tutti gli badano. Ma che ne sanno costoro? Gli acquirenti al meglio di case in collina, in cui beatamente fingersi italianati. Che ne sanno loro dei nostri padri? Che ne sanno del vino nel brodo, e di quanto ci piace d'essere generosi, e per pura insesatezza litigiosi? Che ne sanno di Roma, dei morti nostri e del perche' le madri ci vizino tanto, e quali fichi siano quelli buoni a settembre o dell'ebbrezza di polenta e formaggio, e di che ingenuita' ridicola generi ogni nostra astuzia? Di che commozione si senta, negli inevitabili esili, per la lingua di quell'Italia che s'è maledetta. Per il nostro felliniano particolare di patacche.
Geminello Alvi, Ai padri perdóno

giovedì 6 novembre 2008

Tutto e' possibile

Non è per contraddire Barack Obama, ma “il Paese dove tutto è possibile” non sono gli USA. È l’Italia.
Michele Serra

mercoledì 5 novembre 2008

God bless US

Obama speech and McCain speech.
Molto americano e ottimo nelle sue banalita' il primo, elegante e religioso il secondo.
Alla fine c'e' sempre Dio a benedire, per fortuna.

Il mondo e l'immondo

Negli Usa hanno scoperto che guardare le sit-com più amorali (“Sex and the City”, “Gossip girl”…) aumenta le probabilità di rimanere incinte. Quindi sono i programmi castigati ad aver ridotto l’Italia a un ospizio. Macché qualità, macché Aldo Grasso, qui ci vuole Rai Diseducational. Il mondo nasce sempre dall’immondo.

domenica 2 novembre 2008

Proteste fuoritempo

Il più giovane leader dei contestatori universitari ha ventisette anni ed è quindi al terzo fuoricorso (a Lettere alla Sapienza). Gli altri hanno circa trent’anni e manifestano “contro i tagli finanziari previsti da un governo che vuole colpire la libera università, la scuola pubblica e la ricerca” (Francesco Raparelli, portavoce di “Rete per l’autoinformazione”, iscritto alla libera facoltà di Filosofia, 30 anni, da un’intervista alla Stampa). Quelli che manifestano, sfilano, occupano, protestano, bloccano, hanno un nobile scopo: non farsi rubare il futuro da una riforma scellerata, e gli slogan infatti sono pieni di “futuro”.
Però, signori (ché a trent’anni non si è più ragazzi, e infatti noi femmine cominciamo a calarci gli anni intorno ai ventotto), quale futuro? Quello che avete dietro le spalle, quello di una laurea presa da vecchi? A trent’anni non si può stare ancora all’università (e per giunta occupare, come se ci fosse ancora un sacco di tempo per dare gli esami, come se non costasse niente stare lì a bersi una birra e a discutere della mediocrità degli altri). A trent’anni si è più che grandi, e lo studente arrabbiato plurifuoricorso è ridicolo, tristissimo, non ci può essere alcuna energia in quello che dice, fa persino rabbia. “Ma io faccio il pony express per mantenermi” è una scusa penosa: tutti abbiamo fatto le cameriere, le hostess alle fiere, i baristi, i cazzeggiatori euforici, poi prima di un esame clausura totale e via, un voto in più sul libretto, un passo verso la libertà, e parecchio altro spazio per il cazzeggio o l’impegno civile. Trent’anni sono troppi (e anche ventisette).
Datevi una mossa, per pietà. Un occupatore di università non può essere stempiato, con la pancia, non può stare lì da dieci anni a lamentarsi, rimandare l’appello alla prossima volta perché non ha avuto tempo e il professore ce l’ha con lui perché è uno scomodo leader. Un occupatore di università deve avere vent’anni e i capelli al vento (meglio se si mantiene senza lagne e senza i pianti dei genitori che temono prenda freddo: non serve l’appartamento in centro, basta una stanzetta da dividere ed è anche molto divertente). Il trentenne ancora all’università, con un minimo di senso estetico e di orgoglio, eviterà di occupare e di lamentarsi, soprattutto non si definirà mai più studente (né tantomeno laureando che non ci crede nessuno) ma, almeno, minatore.

Non e' il 68

Non è il Sessantotto. Il Sessantotto era il tempo in cui si occupavano le scuole senza mamma e papà che portavano i panini e pretendevano di vegliare con te. Mamma e papà, nel Sessantotto, i ragazzi li aspettavano a casa, pronti alle mazzate (nel caso non fossero bastati i celerini). No, non è il Sessantotto. Il Sessantotto era un tempo in cui al professore ancora non si dava del tu. Malpagato pure allora, meritava comunque che ti alzassi quando entrava in aula (ho letto da qualche parte: “Non è che magari qualcuno, dopo aver ripristinato il voto di condotta, pensa che ci si debba di nuovo alzare in piedi quando entrano in classe maestri e professori?”. Perché, non si fa più?).
No, non è il Sessantotto. Il Sessantotto era il tempo in cui capitava che una ragazza in pantaloni rischiasse la sospensione, ma se li metteva lo stesso. E tutti insieme, ragazzi e ragazze, rischiavano il sette-in-condotta-e-tutte-le-materie-a-settembre, se tiravano troppo la corda, e la tiravano. No, non è il Sessantotto. Il Sessantotto era Trasgredire l’Ordine Costituito ma sapere la lezione meglio di chiunque altro. Era Stefano espulso da tutte le scuole d’Italia perché aveva restituito un ceffone al preside e perché in un tema (ineccepibile dal punto di vista ortografico) aveva parlato di divorzio. Nel Sessantotto, infatti, andare fuori tema era il succo di tutto e passare il compito era obbligatorio, ma se ti beccavano e arrivava il due non correvi dai genitori a piagnucolare, e i genitori non correvano al Tar. Mentre ora tutti in coro – studenti, genitori e professori – sembra si siano dati da svolgere lo stesso tema: “Tutto il potere al nulla”.
Non mi ispirano questi ragazzini normalmente casinisti (le occupazioni sono come la varicella, vanno fatte perché ci si immunizza, a parte Bernocchi). Non mi ispirano perché – da sessantottina ammuffita – diffido della mobilitazione autorizzata dai genitori solidali e dal prof. che porta gli striscioni.

Riformiamo il look della scuola

A Roma e a Milano sembrava una brutta replica del già visto. Botte, spranghe, prepotenze, fasci, antifasci, equivoci in movimento. La cosa più inquietante, a guardare le folle studentesche che si picchiano, occupano le stazioni, celebrano se stesse nelle aule espugnate, è il persistere della differenza antropologica da photo-op: quelli di sinistra bellini, con molte ragazze, quelli di destra piuttosto torvi, e masculi. Almeno il look, bè, quello poteva pure cambiare.

Dove mangiare a Parma

I dolci non servono a niente (video).

Pro contronatura

Ci sono cose che vanno contro natura molto piu' della sessualita', cose che soltanto gli umani riescono a fare, come avere una religione o dormire in pigiama.

Americanum Bellum

Baracum Obamam, Africanum-Americanum Terrae Lincolni contra Ionnes McCainus, mavericus et veteranus captivusque Belli Francoindosinini.

Salviamo l'Italia

Prima le banche.
Poi le donne e i bambini.

La crisi dei rifiuti

A Napoli non c'e' piu' immondizia sulle strade.
Il Cav ha risolto il problema oppure non abbiamo piu' niente da buttare?

Basta la testa

Vietato scrivere sui muri e alzare la voce, attenti anon buttare la cicca o a suonare di sera. Parma dice basta al degrado; con vigili muscolosi, multe salate e una Carta delle regole che punta alla sicurezza, ma che rischia la guerra ai ragazzi.
Renata, Chiara, Alessio: "Per essere civili non servono regole, basta la testa".
Appunto.

La figlia della madre del regista

La terza edizione del «Festival del film» diretto da Gian Luigi Rondi, che chiude oggi, ha visto molto apprezzato L'uomo che ama di Maria Sole Tognazzi, figlia di Ugo Tognazzi e sorella dell'attore Ricky Tognazzi e del regista Gianmarco Tognazzi, il cui padrino, alla nascita, era Gian Luigi Rondi. Molto apprezzata, per lo stesso film, anche la vice-regia di Martina Veltroni, figlia dell'ideatore del festival Walter Veltroni, a sua volta figlio del dirigente Rai Vittorio Veltroni, la quale (Martina) aveva già lavorato come assistente alla regia in Caos calmo di Giovanni Veronesi, fratello dello scrittore Sandro Veronesi, autore del romanzo Caos calmo, molto amico (Sandro) di Walter Veltroni, con protagonista (in Caos calmo) il regista e attore Nanni Moretti, sposato con Silvia Nono, figlia del compositore Luigi Nono e sorella di Serena Nono, ex di Massimo Cacciari, la quale (Martina) è stata aiuto regista anche in Parlami d'amore di Silvio Muccino, fratello di Gabriele Muccino, questo dopo aver lavorato (sempre Martina) con Carlo Verdone che è fratello di Silvia Verdone che è moglie e agente di Christian De Sica, figlio di Vittorio De Sica e padre di Brando De Sica, regista 25enne diplomato in California (diversamente da Martina Veltroni, che studia a Manhattan) e fratello di Mariarosa De Sica, sceneggiatrice, il quale (Brando De Sica) al Festival ha presentato il pure apprezzato Parlami di me, film dedicato al padre Christian e scritto anche da Maurizio Costanzo, ex marito di Simona Izzo, doppiatrice e regista assieme alla sorella Rossella Izzo, la quale (Simona) ora è la moglie di Ricky Tognazzi dopo esser stata la compagna di Antonello Venditti con il quale ha avuto un figlio, Francesco Venditti, che è attore e che esordì nel 1996 in Vite strozzate di Ricky Tognazzi, e che ha avuto un recente successo nella miniserie di Raiuno Amore proibito, interpretata assieme ad Adriano Giannini, figlio di Giancarlo Giannini, e a Claudia Zanella, figlia di sua madre. La terza edizione del «Festival del film» ha visto anche la gradita presenza di Carlo ed Enrico Vanzina, figli del regista Steno, che hanno presentato un film sul padre esattamente come Brando De Sica, ma diversamente da Marco e Claudio Risi, figli di Dino Risi, che al padre hanno dedicato solo una mostra, mentre Erminia Manfredi, moglie di Nino Manfredi, assieme alla figlia Roberta, produttrice, e al figlio Luca, regista ed ex marito di Nancy Brilli, precedentemente sposata con Massimo Ghini, hanno riproposto (Erminia, Roberta e Luca Manfredi) L'avventura di un soldato di Nino Manfredi. Toccante anche il film-testamento sulla propria malattia di Gil Rossellini, figlio di Roberto Rossellini, regista del celebre Roma città aperta.
Facci