martedì 29 settembre 2009

Le facce della medaglia

Espulsione e integrazione. Ovvio.

10 domande per "Gad the Sad"

Signor Lerner, può in coscienza rispondere a qualche interrogativo sulla sua e altrui sessualità?
Finalmente ieri su Repubblica il punto di vista di un uomo moderno, Gad Lerner, che le ha cantate al Cav. e a tutti i sessualmente fissati (“il retrogrado galateo di Silvio Berlusconi”). Quelli che considerano le donne “prede da conquistare”, “ornamento e oggetto del desiderio” (e non figure angelicate con cui discutere di Proust), e gli anzianotti che si illudono di riuscire nella conquista non per via di denaro, posizione e potere, ma per quel fondoschiena da urlo che a sessanta o a settant’anni fa ancora la sua figura (orrore). Verissimo: gli uomini sono tutt’altro, sognano tutt’altro, conquistano in tutt’altro modo e per provarlo rivolgeremo a Gad Lerner dieci semplici ma urgenti domande a sfondo non troppo erotico (non rispondere alle quali costituirebbe un ulteriore violento attacco alla libertà di stampa).

1. A che scopo Mao Tse Tung riceveva vergini a palazzo, per rinvigorire il morale delle Guardie Rosse?

2. Per quale motivo Fidel Castro ha invaso il pianeta con undici figli segreti, per dare impulso alla coltivazione della barbabietola da zucchero socialista?

3. John Fitzgerald Kennedy accettò, pur di allietare i figli con le canzoncine di buon compleanno, di intrecciare appassionate relazioni con Marylin Monroe e decine di altre, cominciando durante la luna di miele?

4. Ted Kennedy diventò una specie di maniaco sessuale con annesso incidente mortale (per l’amante) perché troppo sconvolto per la morte dei fratelli?

5. Paul Newman, amante focoso di uomini e donne di ogni età (“Paul scopa praticamente tutto quello che si muove”, dalla sua ultima biografia), sacrificò all’arte una vita altrimenti irreprensibile?

6. Roman Polanski (senza scendere nei particolari su Roman Polanski), stava cercando ispirazione per il seguito di “Rosemary’s Baby”?

7. Bill Clinton si occupava personalmente della formazione delle stagiste perché un vero capo non delega mai?

8. Valéry Giscard d’Estaing, che ha dichiarato di avere amato Lady D e di essere “diventato, col tempo, più libero nel sesso”, si è immolato per la grandeur della Francia?

9. François Mitterrand, numerose amanti e una figlia segreta, aveva grande appeal sulle donne per via di quei pazzeschi bicipiti e pettorali che tutta Europa ancora gli invidia?

10. Alla luce di quanto sopra riportato, signor Lerner, può in coscienza dichiarare di condurre trasmissioni televisive, ultima L’infedele, esclusivamente per aiutare la rinascita democratica di questo paese, nonostante l’incolmabile vuoto lasciato da Romano Prodi, e assolutamente non per, sbadatamente, incidentalmente, casualmente, platonicamente rimorchiare?

Polanski, pollastrelle e polli

Ah, il doppiopesismo.
Voci sinistre dicono oggi:

"Caro Dio, quando ti ho chiesto di poter far arrestare un ultrasettantenne che andava con le minorenni, io non intendevo Roman Polanski!"

Serenita' di stampa

L'arrampicatore sugli specchi. La serenita' di stampa. (serenita' e' parola prodiana percio' da eliminare). La serendipita' di stampa. L'umilta' di stampa. La solidarieta' di stampa. Mai che si parli dei doveri della stampa.

Le ultime parole famose

Laici, atei, increduli

Come non postarlo?

Maccartismi

La liberta' di informazione vista dal Secolo.

Canone Mai

Osservazioni da sinistra. Intelligenti.

Obama mi fa tanta paura

100 di questi giorni

Tecnicamente immortale. Auguri!

lunedì 28 settembre 2009

I meglio libri / 9

Un po' di storia e filosofia.
Storia dei Greci, Storia di Roma, I libelli, L'Italia del Novecento, L'Italia del Millennio di Montanelli. La guerra civile, Pasanella e Pellegrino. Dentro la moschea, Pallavicini. Il genio, Harald Bloom. Noi e gli antichi, Canfora. La filosofia pagana, La filosofia medievale, La filosofia del mondo nuovo, La filosofia dell'Illuminismo di Chatelet (4 volumi). Il grande terrore, Conquest. Storia delle credenze e idee religiose, Eliade Mircea (3 volumi). L'industria dell'olocausto, Finkelstein. Storia dell'economia, Galbraith. Kung Hans: Credo, Cristianesimo, Ebraismo, Islam. René: Introduzione alla storia contemporanea vol. 1-2-3. I bassifondi dell'antichita', Salles. Democrazia cos'e', Sartori. La filosofia moderna, Scruton. Una storia della Repubblica, Accame. Salo', Bertoldi. Diario, Ciano. Il secolo breve, Hobsbawn. Il risorgimento italiano, Clark Martin. Storia della guerra del Vietnam, Karnow. Nazionalsocialismo e bolscevismo, Nolte. La decadenza dell'europa occidentale (2 volumi), Silvestri.

L'utero e' mio e lo gesticolo io

Ancora Kabul, 17/09

L'acqua di Atlanta, 23/09

La sabbia di Sydney, 22/09

Che ore sono su Marte?

Quanti spunti. Quando la scienza arriva ai confini di Tempo e Spazio (e inizia a urtare con la filosofia).

Essere o non essere

Universi e multiversi. Il paradosso dell' "è".

Blog & Bla bla

Oddio quanti ce ne sono di sinistra? Tutti tranne uno, mi pare di aver visto.

Disoccupati che sniffano

Cocaina, 1 milione di consumatori occasionali. In forte crescita il numero dei consumatori in Italia, soprattutto tra i giovani: aumenta “in maniera esponenziale’’ chi ha provato la coca almeno una volta (nel 2001 erano poco più di 400 mila); resta costante quello di coloro che la usano abitudinariamente, una o piu' volte al mese (circa 300 mila persone). Presentati i dati di un’indagine (2001-2008) dell'Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ifc-Cnr). Le percentuali più alte "fra i giovani tra i 15-35 anni’’, ma dal 2001 al 2008 decuplicano i 35-44enni che hanno sperimentato la sostanza (da 0,1% all'1%). Il numero maggiore dei consumatori in Lombardia, Lazio, Piemonte e Liguria. Il primato va ai disoccupati (5% dei partecipanti), seguono artigiani, commercianti e operai. Sotto l'1%, casalinghe e pensionati.
Provare eroina o coca? ''Poco pericoloso per 1 adolescente su 3''. I dati ''sbalorditivi'' del rapporto 2009 sulle dipendenze patologiche dell'Ausl di Ferrara, che ha coinvolto 1219 studenti fra 13 e 15 anni. Per uno su quattro è ''poco o per nulla rischioso'' sperimentare cannabis. Plebiscito per l'alcol: l'86,5% non lo ritiene pericoloso. Il rapporto registra in generale una domanda in crescita del 6,4% rispetto al 2007. Ai Sert nel 2008 si sono rivolti 1.027 tossicodipendenti, 390 alcolisti, 229 tabagisti e 31 giocatori d’azzardo.
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Istat: persi 378 mila posti di lavoro in tre mesi. Nel secondo trimestre 2009 disoccupazione al 7,4%: mai così alta da 15 anni. Sono 3 milioni e 203 mila gli occupati (-1,6%); il numero di chi è in cerca di occupazione sale a 1 milione e 841 mila, l’81% in più rispetto al secondo trimestre 2008.
Veneto, “arriva il periodo più duro''. A breve licenziamenti e chiusure di aziende e già si contano “115 mila lavoratori in meno e - 25% di assunzioni nel 2009 rispetto al 2008”. Parla la segretaria generale Franca Porta. Piemonte, oltre 15 milioni di euro a chi ha perso il lavoro. L’assessore Migliasso: ‘’Supportiamo chi paga il prezzo più alto della crisi’’.

Baaria

Un corale affresco coi suoni e le passioni della Sicilia fa da cornice...no, cambiamo. Dunque, una storia di vita e d'amore in un paesino che assiste alle vicissitudini italiane della seconda meta'...no, non mi piace. Allora, la nascita e i puri ideali (poi traditi in patria e all'estero) del partito comunista post-bellico visto cogli occhi di un amore travagliato e sincero...non mi convince. Camei eccellenti, centinaia di comparse e il suono del dialetto e delle bestie siciliane accompagnano le passioni politiche e amorose di una famiglia e del paesino chiuso tra mare, monti e ansia impossibile di riscatto e liberta'. No no no...insomma, Baaria: uno spot Barilla di due ore e mezzo. Cheppalle.

Contenti loro

domenica 27 settembre 2009

Auguri, e buon lavoro

Ora Berlusconi, dopo una settimana all’estero per l’assemblea generale dell’Onu e il G20, torna in Italia e si rimette al lavoro.
Ritira le citazioni civili ai giornali, smette di occuparsi della inesauribile letteratura sulla sua vita privata, lascia che la tv si faccia da sola e da sola si involtoli nel proprio nulla, rimette all’onore del mondo il meglio del suo carattere, sorridente, dialogante, autoironico, si dà una disciplina e un’agenda politica, e la propone al paese.
Magari dà anche una intervista a Repubblica.

Berlusconi ha un senso, come uomo di stato, perché il suo concetto di libertà politica ed economica riguarda direttamente la vita delle imprese e delle famiglie, la vita degli individui; niente di enfatico o di eccentrico, semplicemente gli si chiede di riprendere in mano le sue idee sulla crescita, esposte nel discorso di apertura della legislatura e in mille altre occasioni, e di rilanciarle nella forma di decisioni e atti di riforma che incidano sul fisco, sulla concorrenza e sulla competitività.
Altrimenti l’Italia si muoverà come un pachiderma nella fase imminente della ripresa.
Gli si chiede di varare una seria e profonda riforma della giustizia, nel senso dell’efficienza e del garantismo (e tra le due cose c’è una relazione stretta); di provvedere con lungimiranza al deficit energetico, realizzando il progetto del nucleare civile; di integrare le giuste misure di contrasto dell’immigrazione clandestina selvaggia con procedure di integrazione visibili e di tutela del diritto d’asilo in cooperazione con l’Onu, nel segno di una cultura dell’accoglienza che ha un significato profondo, una volta eliminate le maggiori paure sociali e svuotato il più pericoloso dei canali di traffico degli umani, la rotta marittima.

Gli si chiede di occuparsi della cultura, dell’istruzione, della salute, sempre nel segno di un metodo liberale e di contenuti attenti al significato profondo delle cose in un governo civile senza paraocchi confessionali e senza cedimenti alle logiche conformiste del secolarismo fanatizzato.
Gli si chiede di andare in Parlamento spesso, di dare il senso di una qualche considerazione istituzionale alla classe dirigente eletta, e di cambiare completamente registro con la stampa, che va considerata un’industria di libertà, per di più in crisi, e trattata senza disprezzo e senza subalternità, provocando i fatti (questo è poi il governo di un paese) ai quali presto o tardi la stampa dovrà fare eco, mantenenedo autonomia critica o spirito di pregiudizio (chissenefrega).

In televisione meglio andarci di rado, trattando il mezzo con efficace correttezza.
La campagna elettorale per le regionali va consegnata interamente nelle mani del partito unitario della maggioranza, trattando senza fretta né ansia i sempre risolvibili problemi che pone la Lega o che pone Fini, sapendo che si discute con alleati indipendenti, gente che fa politica, e non amici sempre sotto esame di fedeltà.
Poi abbiamo bisogno di essere divertiti, incuriositi, sollecitati dalle mille attenzioni che quel grande uomo di spettacolo è capace di prodigarci, come cittadini e come spettatori.
Non lo vogliamo con la compassata e dignitosa mestizia di un Forlani, il Cav., lo preferiamo autentico e qualche volta sbarazzino, magari irritante per gli snob ma salace e puntuale al rendez vous con l’ipnosi di massa.

Soprattutto, ci piacerebbe essere sorpresi, di tanto in tanto.
Non sempre nomine di fedelissimi, qualche volta aperture a competenze diverse, sia pure a sinistra o in ambienti lontani dai soliti circuiti, e uno spirito di governo proiettato sulla legislatura, senza chiusure di partito.
Continui tranquillo a promuovere anche le belle ragazze, non glie ne verrà alcun danno.
Il lodo Alfano? Andrà benone, il giudizio della Corte costituzionale.
Andasse male si provvederà, con tutta calma, ad impedire, con i modi più soavi, aggressioni giudiziarie politicamente orientate.
La maggioranza c’è, non bisogna vivere con la sindrome del 24 luglio permanente.
Auguri, e buon lavoro.

Giuliano Ferrara

sabato 26 settembre 2009

venerdì 25 settembre 2009

Farabutti

Farabutto deriva dallo spagnolo "faraute" -mediatore, messaggero- che trae a sua volta dal francese "héraut", araldo. L'informazione dovrebbe riscoprirsi più farabutta, in senso etimologico.
Pubblicato il 26 settembre sul Foglio, lettere al direttore.

Bavagli o travagli?

Rileggendo le notizie di prima pagina degli ultimi mesi in Italia mi chiedo se sia più urgente manifestare per i diritti dell'informazione o per i suoi doveri. Dovremmo discutere di deontologia della libertà di stampa, non della sua ontologia. Ho visto più travagli che bavagli.

L'uomo più im-potente del mondo


Lui di nascosto, osserva te
Tu sei nervosa, vicino a me
Lui accarezza, lo sguardo tuo
Tu ti abbandoni, al gioco suo
Ed io tra di voi, se non parlo mai
Ho visto gia', tutto quanto
Ed io tra di voi, capisco che ormai
La fine di tutto e' qui.
Lui sta' spiando, che cosa fai
Tu l'incoraggi, perche' lo sai
Lui sa' tentarti, con maestria
Tu sei seccata, che io ci sia
Ed io tra di voi, se non parlo mai
Osservo la vostra intesa,
Ed io tra di voi, nascondo cosi'
L'angoscia che sento in me.
Lui di nascosto, sorride a te
Tu parli forte, chissa' perche'
Lui ti corteggia, malgrado me
Tu ridi troppo, hai scelto gia'
Ed io tra di voi, se non parlo mai
Ho gonfio di pianto, il cuore
Ed io tra di voi, da solo vedro'
La pena che cresce in me.

Come le palle del cane

Per quel che riguarda la scienza, siamo indietro. Siamo dietro.
Ci vogliamo finalmente dire che non possiamo porre confini alla scienza? Che la natura (o Dio, chi preferisce) non ha messo limiti alle scoperte dell’essere umano, in quanto l’hanno dotato di un’intelligenza superiore? Vogliamo prendere atto, finalmente, che se non cominciamo sul serio a fare ricerca, l’Italia è destinata a rimanere ai margini del mondo?

Beauty

Scruton, quello del Manifesto dei conservatori che tengo alla destra della Bibbia.
«Il degrado dell’arte non è mai stato più evidente» che oggi, scrive Scruton. Ma «la bellezza è un valore reale e universale, radicato nella nostra natura umana». Insomma attingibile, conoscibile e quindi comunicabile, insegnabile, persino plasmabile. Il filosofo inglese lo scrive all’inizio del suo libro e lo ripete fino alla fine. Cita persino l’idea del pulchrum oggettivo, antica quanto Platone e le Enneadi di Plotino, ne espone la «versione cristiana» elaborata da san Tommaso d’Aquino, che della bellezza fa un concetto trascendentale, tutt’uno, e «convertibile», con la giustizia, la bontà, la verità della perfezione dell’essere divino. Per forza Scruton ha spaccato, ancora una volta, la bolgia dei commentatori, degli opinionisti e dei critici in due metà contrapposte, chi volentieri lo lapiderebbe sulla pubblica piazza e chi invece lo osanna per il suo ritorno a concetti chiari e distinti ancorché démodé. Un vero reazionario, insomma, ma Scruton non se ne vergogna affatto. Anzi. Sono anni che attacca frontalmente il culto del brutto tipico di chi progetta le città in cui siamo per forza di cose costretti tutti a vivere, il cupio dissolvi palpabile nella stragrande maggioranza degli «artisti» contemporanei, la vanagloria nichilista delle cosiddette «archistar».

Vulnerabili e divini

Ma voi non vi sentite saturi di giorni tutti uguali farciti di avvenimenti tutti uguali, di non-notizie che s'inseguono implacabili, rimbalzano, si conficcano negli occhi e nelle orecchie come schegge d'irrealtà? Non sentite, come me, l'aria mancare mentre mandate giù l'ennesima litigata fra primedonne, le incomprensioni della politica, i vittimismi dell'informazione, i gettoni di presenza spacciati per questione democratica, la velina che si toglie le mutande, il faccendiere che torna in auge transitando dalla galera, la violenza quotidiana che ormai non turba più?Vorrei dirvi che sento l'istinto, urgente, disperato, di chiudere quest'incubo e dedicarmi ad altro. Che non m'importa se mi marchieranno come apolitico, qualunquista, indifferente. Che c'è vita vera da recuperare, ci sono visite da rendere, e telefonate da fare, e compagnia da donare a chi conta le ore in una casa vuota e troppo grande. C'è un sole da ritrovare, pallido quanto volete ma vivo. E splende ostinato un po' anche per noi, che abbiamo perso l'incanto. Vorrei invitarvi, anche se suona come la bestemmia di un bambino, a bucare con uno spillo le bolle giganti in cui ci rinchiudono, e... respirare! Cercando un po' di ossigeno in un mattino, un ritorno a casa, un cappuccino al bar, in un viaggio in treno, in una battuta fra amici, nell'incontro con uno sconosciuto, nelle tette di una ragazza che ci lasciano fantasticare un impossibile ritorno a scuola. Se essere più forti per essere più deboli non funziona, forse è il caso di osare il contrario, essere più deboli per essere più forti. Provare lo sconforto allegro d'un sabato di pioggia, dell'eterno ritorno del maledetto lunedì che in fondo non è male. L'eccitaizone infantile di una partita allo stadio o in un campo da calcetto, di un disco che esce, di un film che ti piace. Del primo giorno di vacanza. Dell'ultimo giorno di vacanza. Forse, vale lo stesso la pena di tentare una piccola gioia fragile, una lieve complicità con noi stessi, che non ci abbandoni più. Che ci trasformi un poco, facendoci tornare serenamente vulnerabili. Male che vada, saremo stati meglio già inseguendola, questa chimera. Saremo stati non umani, ma divini.
Massimodelpapa

Lavare i piatti sul Tamigi

«Un’estate a Londra da lavapiatti, da barman o da parcheggiatore. Quella sì, è risolutiva».
Altro che sciacquare i panni in Arno.

Finezze

Un'analisi politica.

mercoledì 23 settembre 2009

martedì 22 settembre 2009

Magari Garko ce la fa


Ex fax

Io il fax non l'ho mai capito.

Scritto e orale

Parlando dei Paesi di lingua araba, il professore non ha dubbi sul fatto che la mancanza di libertà derivi da una censura intellettuale connaturata alla storia del Medio Oriente. «La storia politica europea si è costituita sul modello greco, la sovranità, il potere deriva dal consenso dalla gente... In Medio Oriente il modello è rimasto un altro. È quello degli antichi egizi, dei sumeri, la sovranità viene da Dio... Con il tempo il divino ha smesso di essere il monarca, è diventato il libro del Corano». E quindi la parola scritta è diventata una delle ossessioni dei governanti o dei gruppi politici musulmani: «Controllando la scrittura, dividendo con forza l’arabo classico, dei colti, dalla lingua parlata si è riusciti a impedire qualsiasi contagio delle idee». E questa non è una realtà ancestrale, ma qualcosa che accade anche ai giorni nostri: «La lingua parlata è nei Paesi arabi diversissima da quella scritta dai giornalisti e dagli scrittori. Moltissima gente resta esclusa. Semplicemente non è in grado di leggere i libri che vengono tradotti a uso e consumo delle sole élite. Da pochissimo la diffusione dei media come la televisione ha iniziato a cambiare questo stato di cose. Ma la maggior parte della popolazione è ancora “muta” e “sorda”, senza possibilità di imparare».
Perché il mondo arabo non è libero. Politica e terrorismo religioso (Spirali, pagg. 200, euro 30). Moustapha Safouan

247 meno 1

Prima ho pensato pensa che sfiga, l'uomo più alto del mondo. Le stampelle per camminare, il letto e le porte su misura, i vestiti su misura, disfunzioni a non finire. Poi ho pensato a quello alto 246 cm, uno in meno del più alto del mondo. Oltre il danno, la beffa.

Fatto matto

Magari il primo numero lo compro, vediamo quanto mi fa incazzare.

Mi facci il piacere

Alle volte "basta un congiuntivo di più e sei bollato come finocchio".

lunedì 21 settembre 2009

Sanaa

Una storia, questa, che assomiglia non poco a quest'altra di cui avevo scritto qui. Chissà cosa ne pensano davvero i giovani musulmani di questa storia.

Uno dei padri

E' morto Irving Kristol.

Battaglie per risorgere

Un paio di libri.

Arrivare in fondo

Al bicchiere. Fisica e metafisica del giorno dopo.

giovedì 17 settembre 2009

Kabul, 17/09

Un filo retorico, ma il genere epidittico deve esserlo. E poi e' scritto bene.
I talebani hanno ucciso sei soldati italiani. Avevano una nazione, una bandiera, un onore e un nome. Erano eroi del quotidiano, lontanissimi da casa, ma capaci di ricordare che esistono i doveri e non solo i diritti, sono lo specchio di un popolo che spesso indulge a dipingersi come pavido e opportunista, ma che è invece capace di gesti di grande eroismo, come quello di Fabrizio Quattrocchi, il fornaio senza diploma che ci ha mostrato "come vive un italiano" (nelle parole di George W. Bush). Il nostro eroismo non si nutre delle virtù militari, emerge di fronte all’offesa e all’ingiustizia. Di fronte alle scuole distrutte in Afghanistan dai talebani con il loro islamismo apocalittico, di fronte alle bambine a cui viene gettato acido in faccia, di fronte alle mine piazzate al passaggio di un gruppo di alunni. Quei sei italiani erano la mano che impedisce all’oscurantismo di tornare a riempire gli stadi di adultere da lapidare. Sono il volto migliore della nostra partecipazione a questa guerra dei cent'anni. I loro nomi non devono essere lambiti dagli opposti cretinismi nostrani e dalla cupidigia della resa senza condizioni. Siamo in Afghanistan per una vittoria da difendere dal fanatismo della peggior specie, siamo lì per testimoniare il nostro contributo orgoglioso alla libertà. Siamo andati in Afghanistan per difenderci in una guerra che ci è stata dichiarata e per confermare, combattendo il terrore, quel che siamo: uomini e donne liberi, figli di quest’occidente che più che geografia, è destino e storia. I nostri di Kabul sono caduti in una guerra che è stata dichiarata al mondo di cui l’Italia fa parte. Un mondo attaccato dal totalitarismo di chi idolatra la morte più della vita. Terroristi e predoni di bambini che uccidono liberatori e liberati. Sono gli italiani migliori, che esercitano la difesa in divisa e che cadono, prima sotto i colpi dei banditi di Saddam a Nassiryah, e poi dei tagliagole talebani a Kabul. Sono soldati immortali come nel celebre frammento di Teognide: “Morendo non perirono, eterni essi s’ergevano a monumento”.
Giulio Meotti

Gli indicatori della ricchezza

La bonheur non ha prezzo.

Pissendlov

Una bella recensione, a me piace Pistolini.

Individualismo immodesto

Segno dei tempi.

Regimetta di bellezza

Si parla tanto di regime, regime di qua, regime di là. Ecco: miss Italia è proprio la classica emissione di regime. Il trionfo del perbenismo, di quella lussuria morbosa ma controllata, confinata nel registro istituzionale. Le nostra brave, sane ragazze italiane, stuzzicanti ma in fondo tutte future spose, mamme, però anche moderne, al passo coi tempi, “determinate”, quante volte la si è sentita questa maledetta parola!, che significa solo decise a passare su ogni cadavere pur d'arrivare. Con le brave famiglie italiane intente a vigilare, a tifare, a lottare insieme a loro: “determinate” le mamme quanto e più delle figlie. Davanti a una giuria che non è una cosa seria, come in tutti i concorsi all'italiana. Sotto gli occhi dei signori dottori direttori generali, ben avvitati in prima fila. Con la regione furbetta che vota al cellulare a manetta, così promuove la sua figlia prediletta (e poi dicono che il sud ha problemi di cinghia). E la Carlucci è la perfetta conduttrice di regime: perbenista, perbenina, affettuosetta, ma quando occorre sbrigativa con le stalentate. Rassicurante nella sua implacabile prevedibilità. Mediocritas non aurea. Ma di regime sì.
Massimodelpapa

Non inneggio all’ignoranza, ma alla diversità, al diritto di essere orgogliosi perché belli e perché la bellezza può essere strumento di successo, senza doversene vergognare. E invece sembra doveroso e moralmente corretto dire: «È bella ma anche...», come se quel ma anche che si aggiunge consenta un riscatto da quella cosa immorale e antiegualitaria che è la bellezza. Questo prudente atteggiamento moralistico lo si è visto anche al concorso di Miss Italia. Le ragazze da premiare non devono essere soltanto belle, per carità! E allora ecco le giovinette in fiore declamare le loro virtù e le loro conoscenze per mostrarsi belle e colte, belle e grondanti moralità.

Miss Italia diventa un’offesa ideologica alla bellezza. Un paio di gambe, un sedere, un seno due occhi intensi e una bocca sensuale non possono essere semplicemente belli e la proprietaria di questo ben di dio non può essere premiata solo per questa sua fortuna. No, deve essere anche bella dentro, essere belle fuori non basta. Si faccia allora un concorso per le belle dentro e si rispetti il millenario significato culturale della bellezza che appare e si manifesta gloriosa ai nostri sguardi. E gli ipocriti non vadano a fare i giurati dei concorsi di bellezza.

Le ultime settimane, in sintesi

In sintesi Vittorio Feltri, che era direttore di Libero, ora è direttore del Giornale e ha raccontato che il direttore di Avvenire, Dino Boffo, è un molestatore; la vicenda era già stata raccontata sommariamente da Panorama, diretto da Maurizio Belpietro, che ora però è direttore di Libero; la vicenda di Boffo, ormai ex direttore di Avvenire, è stata ri-raccontata anche da Panorama non più ditretto da Belpietro – che era già direttore di Libero – bensì da Giorgio Mulè, che era direttore di Studio Aperto prima che diventasse direttore Mario Giordano, a sua volta direttore del Giornale prima che arrivasse Feltri che a suo tempo era stato sostituito da Belpietro prima che Belpietro diventasse direttore di Panorama: il quale, in compenso, su Libero, ha raccontato che il direttore di Repubblica, Ezio Mauro, pagò un attico parzialmente in nero, vicenda che era già stata raccontata dal direttore di Italia Oggi, Franco Bechis, il quale doveva diventare vicedirettore del Giornale ma poi è diventato vicedirettore di Libero: vicenda che oltretutto – quella di Ezio Mauro evasore fiscale, ma anche quella di Dino Boffo – l’Unità e Repubblica considerano una ritorsione di Berlusconi per via della campagna di Repubblica, querelata da Berlusconi assieme all’Unità, che intanto si chiede: che farà Santoro? Marco Travaglio, intanto, prepara un nuovo quotidiano, mentre Gianfranco Fini, dopo l’annunciata querela di Dino Boffo contro Vittorio Feltri, ha querelato pure lui Vittorio Feltri che però aveva detto «le querele si fanno, non si annunciano» anche se due anni fa aveva annunciato querela contro Milena Gabanelli di Report, la quale, pochi giorni fa, ha lamentato che le querele contro Report non verranno coperte dalla Rai, azienda che, un anno e mezzo fa, annunciò querela contro Vittorio Feltri per la pubblicazione di un’organigramma politico dei dirigenti Rai, azienda che, due anni fa, ha querelato anche me per dieci milioni di euro, con ciò impedendomi di andare ad Annozero a confrontarmi con Marco Travaglio, che un anno e mezzo fa ha querelato Giuseppe D’Avanzo di Repubblica per una faccenda di cattive frequentazioni siciliane, già coautore – D’Avanzo – della campagna su Noemi & Escort ai danni di Silvio Berlusconi, che ha querelato Repubblica (e l’Unità, dove scriveva Travaglio) dopo che Repubblica aveva querelato Berlusconi che aveva invitato a non fare inserzioni su Repubblica. Uh, dimenticavo: due anni fa Vittorio Feltri mi ha querelato. Poi l’ha ritirata.
F.Facci

Treccani

http://www.treccani.it/Portale/homePage.html

mercoledì 16 settembre 2009

Un tetro tetris

In morte di B.

Tutte cazzate, a parte il penultimo capoverso.
Ora che Silvio Berlusconi è morto, possiamo affermare con qualche certezza che la sua eredità più profonda e duratura non sia stata tanto l’aver trasformato la destra italiana, quanto aver cambiato la sinistra. Anno dopo anno, governo dopo governo, una buona metà dell’elettorato italiano è diventata sempre meno interessata alle vicende del paese e dei suoi concittadini, e sempre più appassionata alle vicende personali dell’allora premier. Sempre più arrabbiata e desiderosa di vendetta, sempre meno tollerante e partecipante alla vita politica del paese. Sempre più egoista e individualista, sempre meno altruista e lungimirante. Talmente arroccata nella difesa di alcune bandiere apolitiche – la questione morale, la laicità dello stato, il conflitto di interessi – da dimenticarsi completamente di quello che una volta determinava la differenza tra destra e sinistra: il rispetto delle minoranze e degli altri, l’erogazione dei servizi pubblici e la loro qualità, le politiche del fisco, del lavoro e dei redditi, le infrastrutture, l’istruzione. Pensavano che tolto finalmente di mezzo Berlusconi, il governo sarebbe scivolato placidamente tra le loro mani. Solo che l’uovo cadde dall’altra parte, e a raccoglierlo c’era una destra deberlusconizzata, capace di convincere la grande maggioranza degli italiani a votare per lei e aprire un nuovo solido ciclo di governo.

lunedì 14 settembre 2009

Duello duetto

Ieri c'e' stato il duello telesivo tra i due candidati premier in Germania, Angela Merkel e Frank-Walter Steinmeier. Attualmente la prima e' cancelliera, il secondo vice. Si' perche' hanno governato dal 2005 i due piu' grandi partiti, insieme, CDU/CSU con SPD. Sarebbe un po' come PDL insieme a PD da noi. A parte la noia, a parte le capacita' retoriche non eccellenti, a parte le competenze tecniche non spinte, a parte il finto duello, sono i temi ad avermi scioccato. Si e' parlato di economia e finanza per i nove decimi del tempo, il resto e' stato dedicato all'energia nucleare (spegnamo gli impianti nel 2020 o prolunghiamo ancora per un po'?). Da noi si sarebbe parlato di giustizie stampate e stampe giustizialiste, testamenti e biologie varie, radicalismi e centrismi, nordismi e sudismi, rai e tassare mai, chiese e sindacati, integrazione di quelli che entrano e accettazione di quelli che lo prendono. Poi, certo, anche cinque minuti di economia e finanza. Ma non di piu', e' palloso.

La congiura degli snob

Insisto: è la congiura degli snob. Alla sessualità berlusconiana, ormai soggetto della disputa politica del decennio, mancano i quarti di nobiltà e correttezza politica necessari in certi ambienti. Vanno pazzi per Tom Ford, la poetica universale è per loro quella del single man, dell’omosessuale perbene che vive allo spasimo un grande amore romantico, mentre la sessualità non blasonata, quella del machista o del puttaniere, non arrivano nemmeno a riconoscerla come una inclinazione comune, ordinaria, no, la innalzano a simbolo di ciò che non si deve essere, di come non ci si deve comportare. Lo si è visto con Zapatero, la sua rigidità, il suo imbarazzo così correttino, così curioso per il capo del governo di un paese che idolatra Almodòvar e i suoi pazzi costumi da ultimo girone dell’Inferno: fanno la morale al maschio in quanto tale, considerano un insulto la parola priapismo, giudicano condannabile l’erezione, il gallismo ora lo chiamano sexual addiction, nascondono come un retaggio culturale immondo la vecchia libido predatoria in auge fino a qualche anno o decennio fa, insieme con la logica seduttiva e sottomessa della donna oggetto. Eppure è di quella stoffa che è fatta la vita privata della maggioranza delle persone, una maggioranza che ha il vantaggio di non voler imporre il suo modello a nessuno, e si limita a pascolare quietamente nel proprio desiderio e nel proprio costume.

Questo film e' piccolo

Eccezionale Mariarosa.

Quest'uomo e' grande

domenica 13 settembre 2009

8 anni dopo



Caimano

Uno da Moretti si aspetta leggerezza, sospensione, una sorta di poesia del quotidiano, non un film moralista e qualunquista. E peggio, mediocre. Sara' colpa del berlusconismo che ci ha mediocrizzato tutti; senza il caimano saremmo stati tutti geni della critica in Italia, tutti pasolini.

venerdì 11 settembre 2009

Puttane

Si dice puttane.

14 giugno o 11 settembre?

“I wahabiti professano uno stile di vita di estrema austerità, e quello che praticano lo impongono rigorosamente agli altri. Ritengono che sia una questione di dovere, come di fede, uccidere tutti quelli che non condividono le loro opinioni e fare schiavi le proprie mogli e i propri figli. Alcune donne sono state messe a morte nei villaggi wahabiti per il semplice fatto di apparire nelle strade. E’ un crimine penale indossare abiti in
seta. Alcuni uomini sono stati uccisi per aver fumato una sigaretta, e per quanto riguarda il crimine dell’alcol, il più energico
sostenitore della moderazione in questo paese si fa superare di molto da loro. Austeri, intolleranti, ben armati, assetati di
sangue, nella loro regione i wahabiti sono un fattore distinto che va preso in considerazione, sono stati, e sono ancora, molto pericolosi per le città sante Mecca e Medina e per l’intera istituzione del pellegrinaggio, nel quale i nostri consudditi indiani sono così profondamente coinvolti”.

di Winston Churchill, 14 giugno 1921, Camera dei Comuni

Le pietro di Di Pietro

Pietre=immobili.

Donne con le palle

Sul serio pero'.

giovedì 10 settembre 2009

Fiuggi, le liberta', i ranghi

Anche lui tutti i torti non ce l'ha.

Le catene del peccato

A Parma sono un personaggio, sono famoso per avere la catena più
grossa della città (sono andato fino a Milano per comprarla, cinquanta
euri di pesantissimo acciaio cementato con maglie elettrozincate a
sezione quadrangolare e lucchetto blindato, dovreste vederla, è
tremenda ed eccitante). Quando a barriera Garibaldi incateno la
bicicletta al lampione (i pali della segnaletica stradale non bastano
più, una volta i ladri non riuscendo a tagliarmi la catena hanno
sradicato il palo) i negozianti escono dal negozio per commentare e i
passanti si fermano a guardare. Pensano che tenga molto alla due
ruote, che invece all’interno del mio biciparco rappresenta
l’esemplare più dozzinale, valore affettivo zero e valore materiale
non superiore a quello della catena. In realtà tengo molto alla
catena: non conosco confutazioni migliori al teologo che nega il
peccato originale, l’animista Vito Mancuso.
C.Langone

mercoledì 9 settembre 2009

Piu' sani con Bersani

Perche' sostengo Bersani segretario del PD:
1) E' un vecchio comunista appenninico, e nei comunisti antemuro ci sono cosi' tanta convivialita' sanguigna, onesta' e conservazione delle tradizioni territoriali da innamorarsene.
2) Ricostruira' una sorta di Unione (comunisti piu' cattolici piu' le vie di mezzo), decretando la fine del concetto originario del PD, dimostrando la ciclicita' della storia del mondo.
3) Franceschini e' gia' finito, con Bersani si vedra' un'altra autoeliminazione.
4) Marino si e' autoeliminato prima ancora di cominciare, quindi non e' possibile sostenerlo.
5) In un colpo solo si fanno fuori pure i giovani non-giovani, i simpatici antipatici, i cervelli liberi con le mani legate, i cosiddetti "piombini" gia' impallinati: Serracchiani e Civati.

Beethoven

Sentinelle a pendolo

Sono andato a rivedermi alcuni vecchi articoli qui sul blog, e ne ho trovato uno che mi ha fatto sobbalzare: non perchè avessi qualcosa da rimangiarmi, ma semplicemente perchè la cronaca italiana è talmente frenetica, nella sua catatonia, da farti scordare quello che è successo appena ieri. E, appena ieri, leggevo quanto segue.
Attacco alla libertà di stampa laica. Schifo e sdegno per il cattofascismo, risultato del patto d'acciaio tra il duce Berlusconi e le gerarchie ecclesiastiche, sempre ferme all'antisemitismo di papa Pacelli, di cui Ratzinger è il degno continuatore. Allarme per la libertà e la democrazia, per il pluralismo e un sacro laicismo stritolato nei diktat dell'Italia vaticana.
Che era successo? Semplicemente che uno sventato redattore del tg 3 aveva ironizzato, in modo alquanto sgangherato, sui “quattro gatti che ancora si ostinano a seguire il papa in vacanza”, e, a seguito delle polemiche politiche e delle proteste di alcuni telespettatori, era stato non rimosso, come si tentò di vittimizzare la faccenda, ma semplicemente assegnato dal direttore del tg 3 ad altro e più rilassante incarico. Sotto gli occhi dell'Usigrai, che vigila sull'integrità delle sue lance democratiche, e nell'indignazione delle sentinelle della libertà, che già strillavano alla normalizzazione clericale dell'Italia, stile Radio Maria.
Era la metà del mese di luglio. Appena ieri, appunto. E le preoccupate sentinelle democratiche, chi erano? Oh perbacco: ma le stesse che oggi si stracciano le vesti in favore della Chiesa violentata da Berlusconi nel suo ennesimo attacco alla libertà d'informazione. Che vergano e firmano appelli per il pluralismo laico e democratico. E che scendono in piazza – metaforicamente, perchè fa ancora caldo – al grido “Siamo tutti Boffo, chi non salta Silvio è”. Vedi come cambiano in fretta le cose in Italia, quando conviene.
Massimodelpapa

martedì 8 settembre 2009

L'oblio dell'obliteratrice

Allegria!

Chissa' da quant'e' che i giornali hanno pronti gli articoli, i video, le immagini, i reportage, forse anche qualche intervista e dichiarazione.

United steaks

Busoni e culani

Quella parola lì è quattro volte insoffribile: 1) è una parola inglese-americana; 2) è una parola rubata al neolatino; 3) è una parola che non si legge come si scrive; 4) è una parola che impone un giudizio.
Superbo articolo di Langone sulla parola impronunciabile.

La rabbia di Oriana

Come nacque.

lunedì 7 settembre 2009

Un'avventura per se'

"L'uomo -sano, bello, putrefatto-non ha bisogno di consigli, ma di qualcuno che lo tenga per mano."
"La vita va cavalcata, non sgrossata per renderla apparentemente piu' facile."
"Chi ha raggiunto lo stadio di non meravigliarsi piu' di nulla dimostra solo di aver perduto l'arte del riflettere."
"Il vero protagonista della storia e' il mendicante: Cristo mendicante il cuore dell'uomo e il cuore dell'uomo mendicante di Cristo."
Queste 100 paginette raccolgono alcune testimonianze di persone intervenute al Meeting CL 2008.
In questo mistero lucente e illuminante della fede, una fede applicata ed ecumenica in quanto "cattolica", al servizio di se' e poi degli altri in quanto consegnata a Cristo, una fede rivolta ad una Presenza, e rivelatrice della Presenza, una fede che non e' limitata ma potenziata dal manifestarsi nell'esperienza e dal matrimonio con la ragione e l'umanita', una fede libera e consapevole, in questi racconti di speranza vince il paradosso dell'uomo, il "quasi nulla" dell'io che ha la capacita' dell'Infinito.

Mantieni la destra

Il Feltri ruspante. Ogni tanto ci vuole.

La merda e la bellezza

Il travaglio del divo

Michael Jackson

Barent Fabritius, 1650.

sabato 5 settembre 2009

Risus abundat

L’umorismo che per Kundera era “il fulmine divino che scopre il mondo nella sua ambiguità morale”, foriero di precarietà e tremende incertezze, oggi è stato sepolto dagli “amuseurs”, sotto la lapide della loro ilarità perpetua. Il riso dell’umorista sfidava la muta, quello degli addetti al continuo divertimento di massa invece la scatena: il primo era una forma di dubbio, che scuote le certezze dell’ideologia, mentre il secondo è un verdetto che taglia le teste di chi è in alto e punisce a colpi di caricatura tutti i retrogradi e i reazionari che col loro anacronismo contravvengono alla malizia dello spirito del tempo. Cos’è successo per essere arrivati a tanto? “Difficile da capire”, dice Finkielkraut. “E’ una delle incrinazioni teratologiche della passione egalitaria, che io certo condivido, pur riconoscendo che può assumere forme spaventose o oscene. L’attuale spirito di derisione testimonia il rifiuto di ogni forma di trascendenza. E’ come se la bellezza, l’esigenza, la grandezza fossero un insulto all’eguaglianza, ma in questo modo il riso chiude la parentesi dell’umorismo e torna alle sue origini barbariche. Il riso è, sì, proprio dell’uomo, ma il barbaro, come l’uomo contemporaneo, ride delle differenze, delle difformità, di tutto ciò che lo allontana dalle sue certezze. E’ come se desse la caccia alla grandezza e vendicasse la mediocrità dall’affronto che la superiorità le infligge”. ... Noi siamo soggetti a un regime di ilarità permanente, che si avvolge negli orpelli dell’umorismo, mentre lo sta uccidendo. L’impostura consiste nel presentare come resistenza al potere politico l’espressione di un potere ben più forte com’è quello dell’opinione, privo di limiti e contropotere. Tant’è che di tutto si può ridere tranne che di quelli che fanno ridere, i quali, se vengono criticati, gridano alla censura”.
M.Valensise

Anti-briganti

Il "brigantaggio".

Trova l'erore

venerdì 4 settembre 2009

Baarìlla

Volevo vederlo, questo "affresco" di formazione idealnostalgico nostrano condito coi sapori del sud. Sto cambiando idea.
Baaria sembra uno spot Barilla di tre ore. Che fracassamento di palle.

Fare le scarpe

Verissimo, anche al mio paese. Pensa se era proctologo.
C’è uno qua che ha un negozio di scarpe, quando ti saluta ti guarda sempre le scarpe.

giovedì 3 settembre 2009

Cuccioli di vespa

Anche se il mio amico LB dimostra il contrario. Ma la Vespa e' bianca.
Quando hai un cucciolo (di cane), stai pur sicuro che molte ragazze si fermeranno, ti diranno che bello, ti chiederanno quanto tempo ha, eccetera, e questa, non bisogna neanche dirlo, è una cosa che fa piacere, si fan anche delle amicizie, e poi, chi lo sa.
Ecco, se hai una Vespa Sprint Veloce 150, verde, del 1973, in ottimo stato, fa lo stesso effetto. Ma con i maschi.

S'i fossi de sinistra

Gli darei ragione.
Il viaggio bertinottiano al termine della storia della sinistra italiana è lungo, è storico. E va dall’ammissione della superiorità del modello europeo e occidentale del dopoguerra («Non ci piaceva, l’abbiamo combattuto in ogni modo, ma è quello che ha creato il miglior sistema di conquiste sociali di sempre») alle quattro grandi occasioni perse: la Primavera di Praga non capìta, il Sessantotto non colto, il periodo fra la fine della prima Repubblica e l’inizio della seconda non capitalizzato in termini di conquiste sociali, e i governi di centrosinistra, le due vittorie elettorali di Prodi: «Non siamo riusciti a fare una cosa, una sola, di quelle per cui ci hanno mandato al governo».
Una percentuale. «Il 65% degli operai del Nord vota Berlusconi o Lega. Di fronte a questo dato, di cosa vogliamo parlare? Quando vogliamo ricominciare la discussione?».
Domande più interessanti di quelle su Noemi.

Guerre creative

Nel linguaggio e nel sentire comune prevale la connotazione negativa delle crociate.
«Sarà qualche anticorpo illuminista che abbiamo ancora in circolo? Battuta a parte, allo storico spetta capire e non giudicare perché nel Medioevo si diffuse questa forma sui generis, anche violentissima, di pellegrinaggio in Terra Santa fatto da gente che ci credeva davvero. Erano uomini pronti a rischiare la vita, a stare lontani da casa per anni, con concrete probabilità di non tornarci, per rivivere la Passione di Cristo, per penitenza, perché pensavano che l’esistenza avesse un senso che andava al di là degli interessi materiali quotidiani».

Le crociate furono guerre creative?
«La guerra non è mai creativa in sé. È un fenomeno complesso, doloroso e devastante. Sovente, va detto, stimola la creatività degli uomini che la fanno».

Per questo la affascina?
«La storia è interessante perché rappresenta un’enorme casistica di comportamenti umani: ci dice molto di noi. Restando alla guerra, i documenti dimostrano che si è sempre fatta, che è stata sempre considerata importante nella società e che si sono tributati sempre onori ai combattenti. Se nemmeno il primo Cristianesimo ha potuto estirparla, dovremmo convincerci che si tratta di un aspetto del genere umano con cui faremo i conti in eterno».

Alessandro Barbero: ha appena pubblicato Benedette guerre. Crociate e jihad (edito da Laterza nella collana dei Libri del Festival della Mente, pagg. 95, euro 10), brillante riflessione storica sulle guerre di religione.

Da aggiungere a "i meglio libri".

mercoledì 2 settembre 2009

Un attimino tardi

Si e' svegliato tardi. Ora ha l'occasione per dire qualcosa istituzionalmente di sinistra, o di sinistramente istituzionale.

Tosar maiali

E' una tutta strilli e poca lana, come diceva quello che tosava i maiali.

1000

L'eccedenza snob

«Si scrive quando la gioia o il desiderio di vivere non basta. Si scrive quando e perché si è malati». Leggere è la convalescenza della malattia scrittoria, quella condizione intermedia fra ricaduta e rinsavimento. Si mangia in bianco, si beve acqua, si va a letto presto. E con un libro che ci aiuti a non guarire del tutto.
Vittorio Sermonti, Il vizio di leggere

Scarcity

“The first lesson of economics is scarcity: There is never enough of anything to satisfy all those who want it. The first lesson of politics is to disregard the first lesson of economics”. Thomas Sowell

In tutta coscienza

“Non mi rammarico di avere sempre seguito la voce della coscienza”.
A.Hitler, 30 aprile 1945, poco prima di suicidarsi.

Sanguis Christi, inebria me

Chi combatte l’alcol ha letto il Corano e non il Vangelo: Gesù ha cambiato l’acqua in vino, mica in crodino.

Due righe di codice

martedì 1 settembre 2009

Destra = Sinistra

Il Demiurgo a Teutoburgo

Esattamente duemila anni fa si svolse in Bassa Sassonia la battaglia di Teutoburgo. Roma subì una delle più gravi sconfitte della sua storia, quella che mise fine alla sua espansione in Germania. L'evento, che sancì per sempre il confine tra mondo germanico e latino, rappresentò anche l'inizio della storia della Germania. E il numero in questi giorni in edicola della rivista mensile «Storica National Geographic» dedica allo scontro un ampio articolo che racconta passo per passo la battaglia, analizzando cause e conseguenze della disfatta.

Farsi beffa di Boffo

Diamoci una regolata, senno' altro che 24 luglio, siamo al 9 giugno.
Leggere qui e imparare a memoria.