Massimodelpapa
Non inneggio all’ignoranza, ma alla diversità, al diritto di essere orgogliosi perché belli e perché la bellezza può essere strumento di successo, senza doversene vergognare. E invece sembra doveroso e moralmente corretto dire: «È bella ma anche...», come se quel ma anche che si aggiunge consenta un riscatto da quella cosa immorale e antiegualitaria che è la bellezza. Questo prudente atteggiamento moralistico lo si è visto anche al concorso di Miss Italia. Le ragazze da premiare non devono essere soltanto belle, per carità! E allora ecco le giovinette in fiore declamare le loro virtù e le loro conoscenze per mostrarsi belle e colte, belle e grondanti moralità.
Miss Italia diventa un’offesa ideologica alla bellezza. Un paio di gambe, un sedere, un seno due occhi intensi e una bocca sensuale non possono essere semplicemente belli e la proprietaria di questo ben di dio non può essere premiata solo per questa sua fortuna. No, deve essere anche bella dentro, essere belle fuori non basta. Si faccia allora un concorso per le belle dentro e si rispetti il millenario significato culturale della bellezza che appare e si manifesta gloriosa ai nostri sguardi. E gli ipocriti non vadano a fare i giurati dei concorsi di bellezza.
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