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La congiura degli snob
Insisto: è la congiura degli snob. Alla sessualità berlusconiana, ormai soggetto della disputa politica del decennio, mancano i quarti di nobiltà e correttezza politica necessari in certi ambienti. Vanno pazzi per Tom Ford, la poetica universale è per loro quella del single man, dell’omosessuale perbene che vive allo spasimo un grande amore romantico, mentre la sessualità non blasonata, quella del machista o del puttaniere, non arrivano nemmeno a riconoscerla come una inclinazione comune, ordinaria, no, la innalzano a simbolo di ciò che non si deve essere, di come non ci si deve comportare. Lo si è visto con Zapatero, la sua rigidità, il suo imbarazzo così correttino, così curioso per il capo del governo di un paese che idolatra Almodòvar e i suoi pazzi costumi da ultimo girone dell’Inferno: fanno la morale al maschio in quanto tale, considerano un insulto la parola priapismo, giudicano condannabile l’erezione, il gallismo ora lo chiamano sexual addiction, nascondono come un retaggio culturale immondo la vecchia libido predatoria in auge fino a qualche anno o decennio fa, insieme con la logica seduttiva e sottomessa della donna oggetto. Eppure è di quella stoffa che è fatta la vita privata della maggioranza delle persone, una maggioranza che ha il vantaggio di non voler imporre il suo modello a nessuno, e si limita a pascolare quietamente nel proprio desiderio e nel proprio costume.
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