mercoledì 18 novembre 2009

Per portare l'Italia all'estero

Ecco cosa dice Ivan Scalfarotto. Finalmente posso sostanziare i miei pregiudizi su di lui.
Io il 5 alla manifestazione di Roma, ci andrò. A titolo personalissimo, ma ci andrò. Vivessi a Londra, a Berlino o a New York, a Parigi o a Madrid, non farei la stessa scelta. Vivessi in una di quelle città mi aspetterei di scendere in piazza per delle cose più strutturate e complesse, per diritti fondamentali e scelte politiche fondamentali. Vivessi in una di quelle città mi sembrerebbe francamente vacuo essere in strada solo per dire sì o no, e figurarsi se il sì o no fossero concentrati, chessò io, non su grandi temi come la guerra o la povertà, ma su una persona fisica. Andare a un “No Merkel day”: ma figurarsi! Ma vivo a Milano, anzi tra Roma e Milano, e vivo qui come uno che non ha sempre vissuto qui; come uno che a Londra, a Parigi e a New York ci ha vissuto e lavorato e che non ha mai visto da quelle parti nessun governante provare pervicacemente a piegare la legge e i suoi principi al proprio interesse, nessun governante prendere a calci i pilastri stessi della democrazia che governa. E’ per questo che sarò in piazza il 5 dicembre ed è per questo che – ciò che più conta – lavorerò nel Partito, perché un giorno vivere e far politica a Milano, o tra Roma e Milano, ricordi e assomigli di più a vivere e far politica a Londra, a Berlino o a New York, a Parigi o a Madrid.

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