Il 1980 segnò l’inizio di una nuova epoca che avrebbe cambiato il volto dell’Italia. E avrebbe seppellito il «mondo di ieri» con spavalderia spietata, con giovanile brutalità, con scostumata intemperanza. Il caso ha voluto che nel 1980 si materializzassero fatti ed eventi destinati a racchiudere il senso di marcia dei troppo vituperati anni Ottanta, quelli dell’edonismo e dell’individualismo, del culto del corpo e dell’apparire. È l’anno in cui trionfa Ronald Reagan, profeta della rivoluzione liberista. È l’anno di Lech Walesa che spezza le giunture del sistema comunista. E ancora: nasce in quell’anno un mensile di «investimento e tempo libero» che porta come titolo, inquivocabile indizio dei tempi, «Capital». Per Laterza esce un libro che racchiude nel suo titolo il senso di un cambiamento storico: Il trionfo del privato. Rinasce il Carnevale di Venezia. Irrompe la grande televisione commerciale con la nascita di Canale 5 e con il Processo del Lunedì di Aldo Biscardi si impone il format del talk show sguaiato e rissoso. L’esposizione dei Bronzi di Riace inaugura l’era dell’Evento culturale di massa. In autunno la marcia dei 40 mila a Torino piega il sindacato. Insomma, gli anni Ottanta nascono accostando nel 1980 indizi, segnali, premonizioni di un futuro con cui l’Italia non ha ancora fatto i conti.
La pupa e il secchione
2 mesi fa
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