venerdì 18 dicembre 2009

Nord rivoluzionario

Fosse vero che Giafranco Fini medita un ribaltone dell’attuale maggioranza spostando una trentina di parlamentari che lo seguono da destra a sinistra saremmo alla guerra civile. Perché?Fate caso ad un dato storico. In questo paese le rivoluzioni vengono dal Nord d’Italia. E’ stato sempre così. E al Nord il PD conta nulla... e Fini meno di nulla. E’ la Lega e il PdL berlusconiano che dominano perché sono, fatte le debite scale, rivoluzionari. Lombardia, Regno di Sardegna, e Triveneto, e buona parte dell’ex Stato Pontificio, sono le zone più ricche d’Italia a confronto dell’arretratezza del Sud. Si tratta di un rapporto di forze sbilanciato verso il Nord come lo fu nella guerra di secessione del 1860 in USA. Da una parte l’Unione di Lincoln, dall’altra la Federazione, agraria prevalentemente, del generale Lee. Non ci fu storia su chi vinse, ci furono decine di migliaia di morti però. Al Nord Italia non si possono imporre Fini, Casini, Bersani, D’Alema, vessilliferi di una visione sudista ed assistenzialista, clientelare ed immobilista alquanto, dello Stato. Non hanno seguito, non hanno carisma e, temo, non hanno neanche idee se non quelle di ottenere il potere e gestire i clientes. Non li si può imporre al Nord neanche sugli scudi di Di Pietro, De Magistris e di tutti i magistrati politicizzati, una minoranza.
F.Floris

1 commento:

Anonimo ha detto...

L'Italia la si può cambiare in un solo modo. Anzi, in due.
Un'ondata letale di colera che si porta via 30 milioni di italioti, oppure una VERA rivoluzione/guerra civile, che se ne porta via 55.
E poi si ricostruisce.
Altro che Fini, Di Pietro, Silvio, Intellettuali vari e 'stò ca..o!

sorry.