mercoledì 30 dicembre 2009

La scuola oggi / arte

Si esce da scuola con un’idea mimetica, neorealistica e puramente artigianale dell’arte, e assolutamente visiva e visivamente «universale». A nessuno salta in mente che Giotto fa schifo se destoricizzato, tutti vanno ad Assisi e dicono «che bello», ma guai a studiare perché. Idem al Louvre (a Lourdes per i concorrenti del Grande Fratello), si fa la fila davanti alla Gioconda, perché la si è vista stampata su magliette e cartoline e giornali, perché è famosa quanto un tronista, perché non si sa bene perché. Se si potesse le si chiederebbe un autografo, ci si accontenta di una cartolina. L’arte contemporanea non esiste e di fronte a un Fontana o un Duchamp l’italiano scolarizzato dice «potrei farlo anch’io», per cui nell’Ottocento avrebbero comprato un Puvis de Chavannes di merda e non un Van Gogh. Alla fine si esce dalla scuola dell’obbligo con in testa la stronzata secondo cui non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace.

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