“A ritmo lento ella lo conduceva qui e là e poi su e poi giù, verso una felicità dolce, comprensibile e indimenticabile. E d’improvviso, quando egli era giunto al punto sublime ed ella pareva giungere all’estasi con lui, una pausa improvvisa, cambiava ritmo e bruscamente s’allontanava, e lo abbandonava da solo fuggendo dal talamo e scomparendo, dove pochi istanti prima con un muoversi rapido e poi lento, e subito rapido e lento assieme, incessante e triste e melanconico e dolce ma amaro, ma travolgente, e galoppante e trottante, lo aveva rapito con sé verso prospettive ed estasi sconosciute.Ardentemente egli desiderò che ella tornasse a giacere con lui ancora e ancora, poiché di fatto si sentiva abbandonato e illuso, con una voluttà profonda ancora nel corpo, anzi, là giù in basso dove un dolore acuto lo disturbava e gli faceva sanguinare il cuore.Senonché ella non tornava, ed egli vieppiù sentiva il bisogno di lei, ed era come un uomo al quale una donna abbia porto la mano calda in un saluto ed egli la abbia trattenuta tra le proprie, e quel contatto abbia fatto penetrare nel suo cuore una dolcezza, una tenerezza nuova struggente che egli vorrebbe tenere con sé per sempre, ma ora ecco è solo e non sa nemmeno se lei tornerà, mentre egli la amava prima e ora, e anche domani e dopodomani, ma adesso la desidera e l’ha financo stretta tra le braccia intimamente, molto intimamente, ed ella gemeva con lui sino ad un istante prima.Ed ecco che dal salotto arriva alle sue orecchie e alla mente una cifra musicale, un organetto di strada e gli sovviene un passaggio di musica, una poesia che lo riporta alla sua infanzia e gli sembra di avere ora una possibilità di tornare giovane…”
“Vecchia bacucca, me la porti o no questa tazza di tè con biscotti, e non le solite madeleine stantie della settimana prima! strega che non sei altro non so perché non ti ho ancora buttato fuori a calci. Lo vedi o no che sto lavorando, e se non mangio e non mi scaldo non scrivo, e se non scrivo non mi pagano? Guarda tu che razza di bischerate mi tocca scribacchiare e ‘sti parigini teste di tolla non ne hanno mai abbastanza. E a me che mi frega, basta che la lira corra, porco di un giudeo!”“E preparami un bacile d’acqua calda che mi devo lavare le terga. Perchééé? E a te che t’importa vecchia strega pettegola?”“E se viene il carrettiere della piazza a trovarmi, a te non deve interessare capitooooo?, anzi lasciami il tè, le madeleine, l’acqua calda e vattene fuori dai ..oglion.. per due ore, che io e il carrettiere abbiamo da parlar d’affari, brutta ruffiana che non sei altro!”Amen.
M.Proust
La pupa e il secchione
2 mesi fa
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