martedì 6 ottobre 2009

Mediaregime, barbapapa', mondoimmunita'

Qui, quo e qua.

2 commenti:

Stefano ha detto...

Il governo accusa l'opposizione di antiberlusconismo spicciolo, di dire solo dei no, di non fare proposte. Dice anche che questo modo di opporsi rafforza Berlusconi e indebolisce chi la fa.
Osservazione, questa, incontrovertibile sul piano empirico, come mostrano le risultanze elettorali, ma, allora, perchè si lamenta di una opposizione che, in ultima istanza, la beneficia, perchè rimbrotta un benefattore?
L'opposizione esercita il diritto di avversione al governo e può impiccarsi come desidera e vuole, purché stia nella legalità e nel dettato costituzionale. Accusarla di volere sovvertire il dato elettorale con attacchi funzionali a manovre parlamentari tese a modificare la maggioranza è cosa vana fin quando vige una Costituzione che fa della nostra una democrazia parlamentare pura. In punta di diritto l'azione dell'opposizione, piaccia o no, è lecita.
Sovverte essa una Costituzione materiale di fatto? E' possibile, ma ciò non è impugnabile di fronte al Giudice costituzionale, davanti al quale sono invece portati il governo e la maggioranza.
Questo è l'ostacolo del Governo: hic Rhodus hic salta! Il governo, tutta la maggioranza?, vorrebbe agire come se fosse in un diverso regime costituzionale, l'opposizione difende la Costituzione. Questo è il dato propositivo dell'azione dell'opposizione: stando sul terreno della Costituzione, difende tutti gli interessi costituiti che essa tutela configurando una democrazia corporata non basata, come si dice, sulla divisione dei poteri ma sui “poteri separati” delle corporazioni.
L'opposizione avverte la difficoltà di sostenere questa posizione conservatrice, più o meno nobile che sia, e, perciò, dichiara una disponibilità a cambiare la Costituzione fissando una sola condizione: che a farlo si sia tutti insieme. Questa clausola, sostenuta almeno da due cariche e mezzo delle tre massime cariche istituzionali del paese, è, in realtà, un vero e proprio potere di veto che blocca ogni rinnovamento del paese.
Di queste cariche una e mezzo appartiene alla maggioranza. Ergo la maggioranza combatte se stessa sostenendo un potere di veto dell'opposizione.
Non sarà una manifestazione a eliminare questo paradosso della vita politica italiana, né lo sarà una elezione anticipata.
Il governo è bloccato dai veti, si limita all'emergenza, non svolge l'azione riformatrice annunciata. Questi suoi limiti non sono colpa dell'opposizione, ma suo merito.
Il premier non può fare come quello spadaccino che vedendo l'avversario muoversi esclamò: “Come, non ti lasci infilzare?”, né può accusare l'opposizione di sfruttare i suoi incidenti.
Se vuole, si rivolga al paese, spieghi in maniera plausibile i suoi incidenti e, nel caso, sporga le scuse, dica se vuole utilizzare la maggioranza per rimuovere i poteri di veto, ossia per cambiare la Costituzione. Se ha questa maggioranza!
De Gaulle lo fece da solo contro la possente opposizione socialista, comunista e liberale, la Francia è oggi esempio ammirato, anche a sinistra, di democrazia decidente.
Qui, come nella Roma antica, si discute mentre Sagunto sta per essere espugnata. Sagunto è il nostro paese, il suo è il nostro destino annunciato se questo chiacchiericcio, sempre più cattivo e inconcludente, non ha un termine.
Giuseppe Corona
g.corona44@libero.it

Stefano ha detto...

http://www.corriere.it/editoriali/09_ottobre_06/panebianco-stabilita-governo_22a3ebec-b238-11de-9355-00144f02aabc.shtml