domenica 12 luglio 2009

Atei devoti

Tanto tempo fa, nel corso di una delle nostre battaglie razionaliste in difesa dello spazio pubblico della fede e della cultura cristiana (il caso Buttiglione), ci facemmo sfuggire, et pour cause, questa frase: “Ebbene sì, siamo atei devoti”. Non essendo atei (non almeno nel senso del simpatico e povero Odifreddi) e nemmeno poi tanto bigotti, che cosa volevamo dire? Volevamo ritorcere ironicamente contro i laicisti d’occasione, fattisi intolleranti contro la fede privata di un candidato commissario in Europa, una formula icastica firmata dal compianto Nino Andreatta, cattolico molto adulto, per bollare chi faccia un uso politicamente e opportunisticamente disinvolto, filoclericale, di una fede che non ha. Volevamo semplicemente dire che l’Italia e il mondo occidentale non si reggono senza la cultura e il patrimonio di fede cattolico e cristiano, ed esprimere questa convinzione nella forma modesta ma non servile di una devozione verso l’avventura della nostra religione. Sfottevamo il pensiero dei finti libertini, affettando devozione (che per noi significa dialogo e rispetto, oltre che stupore e talvolta grande ammirazione).
Che cosa ti vanno a fare adesso i finti libertini, i laicisti militanti di Repubblica e MicrOmega, gli stessi che ci hanno pubblicamente processato per le nostre idee di sostegno al papato della ragione? Organizzano una vera persecuzione del libertino Berlusconi (magari fosse libertino, monsignor Crociata, l’amor nostro purtroppo è solo un gaudente) allineandosi, si fa per dire, a posizioni della gerarchia episcopale italiana e arrivando, nel caso estremo della rivista di Paolo Flores d’Arcais, a chiamare i fedeli a raccolta, su appello di un prete, per evitare che il Papa, ricevendo eventualmente Berlusconi, conferisca il crisma della sua autorità morale a un simile peccatore.
Questi atei devoti senza allegria e senza ironia, feroci conformisti nell’uso e nell’abuso di quelle sacrosante omelie e altri castighi spirituali, che Berlusconi merita in pieno ma di cui discuterà con il suo confessore, sacrificano alla più faziosa lotta politica contro l’Arcinemico ogni tipo di laicità indipendente, ogni fronte civile contro le ingerenze del Vaticano, ogni arcigno proposito di incarcerare i preti che invitano all’astensione sul maltrattamento dell’embrione umano, ogni posizione di principio sulla libera chiesa nel libero stato. Tanto si sono appoggiati ai principi, come avrebbe detto un laico serio (Leo Longanesi), che i principi si sono piegati.

Elefantino

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