venerdì 31 luglio 2009

I meglio libri / 8

Basta con i libri dell’estate, coi gialli da ombrellone, col romanzone-primo-in-classifica. Basta con i Bildungsroman alla Vaccinara di Federico Moccia che durano lo spazio di un bagnino. Piuttosto meglio i racconti fuori dal tempo e dalle mode di un narratore di razza che ha attraversato il Novecento come Manlio Cancogni: l’antologia La sorpresa (Elliot) raccoglie i più belli, scritti tra il 1936 e il 1993. Basta con gossip, pettegolezzi, cronache a luci rossa di riviste patinate e quotidiani patetici. Se volete un’estate veramente hot, leggete la raccolta di racconti erotici Nella tua carne (Einaudi), storie di seduzioni e di sesso, di lolite e amori senili, di equivoci e vendete, di tradimenti e rimpianti. Firmate, invece che da pennivendoli moralisti, da grandi libertini come Denon e De Sade, decadenti come Barbey d’Aurevilly, surrealisti come André Pieyre de Mandiargues, "metafisici" come Julio Cortázar... Ecco il vero piacere dei sensi.
E basta anche con le prediche civil-popolari della ditta Saviano&Santachiara. Per un’estate dis-impegnata la lettura obbligatoria sono i saggi raccolti in Homo poeticus (Adelphi) di Danilo Kis, scrittore jugoslavo morto nel 1989, un attimo prima della dissoluzione della sua patria e del suo mondo. Un autore senza etichette né ideologie che parla della grande letteratura europea e americana, dei deliri del Novecento, del senso ultimo dello scrivere (e del leggere): «La scrittura è vocazione, mutazione dei geni e dei cromosomi; si diventa scrittori come si diventa strangolatori ... La scrittura è vanità. Una vanità che talvolta mi sembra meno inutile di altre forme di esistenza. Scrivo, dunque, perché sono insoddisfatto di me stesso e del mondo. Per esprimere quest’insoddisfazione. Per sopravvivere!».
E infine, per tutti i turisti ciabattoni che prendono d’assalto città d’arte, musei, castelli e abbazie: basta con le visite mordi-fuggi-dimentica, intruppati, accaldati, annoiati pur di vedere un capolavoro di cui, alla fine, non si capisce niente. Allora, meglio starsene in poltrona, tranquilli, e sfogliare un vero capolavoro come le opere di Cesare Brandi (1906-1988), fondatore dell’Istituto centrale del Restauro, professore universitario, critico e storico dell’arte: i suoi Viaggi e scritti letterari sono una "guida" meravigliosa per imparare ad amare l’arte, dalla Grecia antica alla Toscana rinascimentale.

1 commento:

vanessa pellicciari ha detto...

bildungsroman alla Vaccinara: ottima definizione x quel genere di pseudoletteratura.

povera Italia