Ci chiediamo: perché? Avevamo osservato con piacere il suo rapporto con Bettino Craxi, visto con favore la sua discesa in campo, seguito con estrema apprensione la campagna elettorale del 1994 e con vera passione quella del 1996, cui seguì la traversata di un deserto che sentimmo in qualche modo di attraversare anche noi. E allora ci chiediamo: perché? Prendemmo le sue parti su tutto. Sulla P2, la questione Ariosto, sulle tangenti alla Guardia di Finanza, il calciatore Lentini, Medusa cinematografica, i terreni di Macherio (benedetti terreni), i falsi in bilancio, la mafia, le stragi, su tutto. E per la terza volta ci siamo domandati: perché? Senza parlare del conflitto d’interesse, o delle leggi ad personam, dei rapporti con la stampa, o di leggi Gasparri, riforme della Costituzione e attacchi alla magistratura. Ponte di Messina compreso. Occasioni che sempre, sempre, ci hanno visti schierati con lui come un sol uomo. Sicché per la quarta volta, leggendo le migliaia di interviste sui gelati e le pizze, Duccio Trombadori e io ci siamo interrogati sul perché fossimo rimasti, noi due, gli unici italiani mai invitati a Villa Certosa. Che dice, Cavaliere? Ci paghiamo un volo di linea?
Andrea Marcenaro
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