Per uscire dalla crisi, e ripartire, l’Italia dovrebbe riflettere sui propri ritardi e realizzare quelle riforme che l’aiutino a modernizzarsi.
Non c’è settore — sia del lo Stato, sia del sistema pro duttivo, a parte certe piccole nicchie industriali — che non registri forti ritardi nell’innovazione.
L’Italia della cultura, della politica, dell’economia ha fatto la sua rivoluzione industriale prima di essere una società civile strutturata.
Rispetto alla gentry dell’Inghilterra agraria, diventata borghesia cittadina con la rivoluzione industriale e mercantile, e cosmopolita col colonialismo trionfante cantato da Kipling, l’Italia ha avuto i latifondisti reazionari raccontati da Verga, un capitalismo assistito, un nazionalismo tardo e straccione. Rispetto alla grande borghesia francese post rivoluzionaria — che, con l’Ecole politecnique e l’Ena, ha generato i commis di Stato repubblicani e democratici — la società italiana ha espresso una piccola borghesia post unitaria priva di coscienza di classe che ha rifiutato la modernità e, con essa, il capitalismo e la libera concorrenza, rifugiandosi nel corporativismo e nell’autarchia del fascismo, ieri; nell’assistenzialismo, nel protezionismo parassitario e nella burocrazia del pubblico impiego, poi.
Ci siamo affacciati alla contemporaneità senza aver letto un libro — qualcosa di simile alla letteratura liberale inglese e francese sulla quale si sono formate le borghesie di quei Pae si — ma solo attraverso la televisione; che ci ha introdotti alla modernità «ame ricana » senza aiutarci a entrare in quella «europea».
La nostra etica pubblica è bigotta, moralista, pauperista; scimmiotta il puritanesimo anglosassone senza averne i fondamenti storici, sociali, religiosi, che ne legittimano politica e capitalismo.
La nostra idea di democrazia — come si è visto negli ultimi tempi — coincide con lo scandalismo fine a se stesso, con il ribellismo alle regole, con il rivoluzionarismo velleitario che una minoranza esprime spaccando le vetrine e vorrebbe concretare in rivoluzione col benestare dei carabinieri.
via Corriere
La pupa e il secchione
2 mesi fa
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