mercoledì 28 gennaio 2009

I dolori del giovane Faust

Nel Faust lo spirito che eternamente nega inneggia al carpediem : "All'attimo dovrei io dire: resta, sei cosi' bello!"; il Werther consiglia di fare con i fanciulli come Dio fa con noi: Egli non ci procura mai tanto grande felicità come quando ci lascia nel vaneggiamento di una cara illusione. Cosa e' l'attimo se non una cara illusione vaneggiata?
Il Werther riflette molto sul desiderio dell'uomo di estendersi, scoprir nuove cose, vagare per il mondo; e poi, per converso, sulla segreta tendenza a volontariamente limitarsi, a camminare sui binari dell'abitudine senza affannarsi di quanto avviene a destra o a sinistra. E il Faust surroga il tutto: erra l'uomo, finche' aspira.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono passati troppi anni da quando studiai un pò di Letteratura Tedesca e quindi, ora, non saprei più dire se il messaggio del "Giovine (ma sempre sofferente)Werther" era, in fondo ed inter alia, quello del viaggiare con l'animo - giacchè il corpo è stanco (sovente) ed abitudinario (com'è forse parte dell'Umana Condizione) -. D'altro canto, certo condivido la chiosa Faustiana che ben menzioni nella tua nota e che ancora ci riporta alla Condizione Umana, che è la condizione, se vuoi, dell'errore perpetuo (in una visione, certo, reale e realistica, sebbene pessimisticamente cosmica, della Vita).
Le tue riflessioni credo che parlino all'Animo del Lettore e, come già ho scritto, suonano note e battono tempi. Quali note e quali tempi, ovviamente, non saprei dire, ma la sensazione è che si tratti delle Note (ivi la maiuscola è d'obbligo) e dei Tempi del Pensiero, della Vita, della nostra Condizione di "vorrei ma non posso", di "mi piacerebbe, ma", di "lasciarsi andare, ma tenendo la leva del freno a portata di mano"...
E così via.
Bravo, comunque. Bravo davvero.

Un Saluto!