giovedì 25 novembre 2010

Debito pubblico: storia vecchia, pericolo nuovo

La FAZ, uno dei rari quotidiani conservatori tedeschi, autorevole ed equilibrato, riporta oggi in prima pagina economica nell'articolo "L'Italia si avvicina al baratro" dati economici conosciuti: debito pubblico più alto d'Europa che supererà quest'anno la soglia del 118% del Pil, crescita del debito stesso al ritmo del 3% annuo contro l'1% di crescita economica, situazione politica incerta, un dopoguerra disgraziato di politica economica miope, timorosa delle riforme impopolari e tutta intenta al mantenimento dei soliti privilegi delle caste.
Nonostante l'ancora buona situazione del debito privato, l'occupazione che ha tenuto, le banche che hanno retto e il famoso risparmio delle famiglie (che però risparmiano sempre meno) l'abisso si avvicina. L'Italia, continua l'articolo, senza provvedimenti economici seri e lungimiranti sarà un pericolo per l'euro, come e più di Grecia e Irlanda. Saremo i terzi dei Paesi PIIGS?
Tutto noto, ok, come le seguenti considerazioni: in Germania la stampa parla della noiosa economia, in Italia di telefonate di vecchi, puttane, tetti, case, feste, messe cantate sulla virtù civile; se il governo dovrebbe (avrebbe dovuto, visto che ormai non c'è più la maggioranza) intraprendere scelte anche impopolari rapide ed efficaci, l'opposizione avrebbe potuto (potrebbe, ma non lo fa perchè non conviene a nessuno) denunciare la gravità della crisi, proponendo soluzioni almeno verosimili. Invece saliamo sui tetti, difendiamo caste, strumentalizziamo categorie, discutiamo di legalità, terzi poli, terzi mondi, guardiamo le cime dei monti (Montecitorio, Montecarlo, Montezemolo) e non ci accorgiamo del precipizio.

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