sabato 29 maggio 2010

Si non caste, tamen caute

Ieri sera mi capita di parlare dopo uno spritz con un amico. Un veneziano d'adozione come me.
Appena laureati siamo venuti a lavorare a Venezia e ci siamo rimasti per sempre.
Poi parliamo anche di quando eravamo ragazzi. E lui che è di Roma, mi racconta com'era bella negli anni '60 .
Mi racconta anche di un suo parente con il quale gli capitava di andare in giro per la città, ricevendone ogni dieci minuti indicazioni di ...toponomastica postribolare:
"Vedi quel portone ? Lì c'era la Pina... Vedi quell'altro? Là c'era Donna Letizia" e così via.
I casini erano stati chiusi da pochi anni, ma la loro ubicazione era ancora presente nella mente di coloro che li avevano frequentati o che ci erano passati davanti per anni.
Ed ecco la coincidenza.
Stamattina esco e mi imbatto nel mercatino del bric- brac che ormai da anni organizzano di tanto in tanto in Campo S. Margherita.
Vado su e giù a curiosare e trovo una bancarella che vende diversi cartelli di metallo con iTariffari delle case Chiuse.
In genere hanno una cosa in comune: l'evidenza dell'anno di riferimento, accompagnata dall'indicazione dell'anno di E.F. ( era fascista).

Prendiamo questo

La Casa di Piacere è definita rinomata ( come fosse una ditta commerciale qualsiasi) e le "prestazioni" sono definite "appuntamenti" .
Turba solo un po' in un contesto così "rispettabile" l'intestazione del cartello: PREZZARIO.

Guardate, invece quello sotto.
Non c'è la volgarità del termine "prezzario". Il termine usato farebbe invidia ad uno studio notarile:
SPETTANZE.
E la Casa è definita "stimata".
Laddove la prima "casa" parlava di appuntamenti, qui si usano i termini decisamente triviali diSVELTA e di DOPPIA .

Il più "elegante " se vogliamo ( stiamo pur sempre parlando di casini) è il cartello successivo, quello di una certa MADAMA GIOIA

Il termine usato qui è IMPEGNO ( militari e ragazzi sono agevolati nell'impegno: si presume che, vista l'età, siano dotati di maggiori energie, ma anche di minori risorse finanziarie, è giusto andargli incontro..). Naturalmente l'impegno può essere... normale o doppio.

Ma se MADAMA GIOIA ostenta una certa finezza di termini, la stessa cosa non si può dire della LOCANDA PASQUALINO , che decide di allettare la clientela con il più trucido ed esplicito degli inviti

Poi c'è chi punta sull'economicità della prestazione.
Come Cesara, che si firma orgogliosamente LA TENUTARIA e afferma di avere "i prezzi più bassi d'Italia"
( e le ragazze ? ci chiediamo...non è dato saperlo; d'altronde se i prezzi sono bassi, mica si può pretendere che...)

Chiudo la carrellata con un paio di cartelli un po' più stringati ( uno dei due è un ammonimento nei confronti dei clienti abituati, come si diceva allora a "far flanella" cioè a sostare nel postribolo senza decidersi a...consumare).
Eccoli.

Che dire ? Un'esperienza che a quelli della mia generazione e delle successive è mancata.
Gli anziani che hanno praticato ...il genere ne parlavano di solito con nostalgia.
Non necessariamente con rimpianto, ma con nostalgia sicuramente sì.

Ricordo una partenza per il mare.
Avevo 16 anni e stavo andando a Milano Marittima.
I miei genitori non potevano accompagnarmi. Sarei stato in una pensione. Mia madre era abbastanza tranquilla perchè in quella località passava la villeggiatura la famiglia di un mio compagno di liceo.
Nell'accompagnarmi al treno mio padre cominciò un ingarbugliato discorso che finiva con una citazione latina : Si non caste, tamen caute.
Insomma, temeva che approfittassi della libertà per assoldare una fanciulla prezzolata.
E aggiunse:
"Adesso si corrono dei grossi rischi. Non come ai miei tempi, che erano controllate continuamente... c'era più igiene"
" Scusa papà - dissi io, che avevo capito benissimo, ma volevo sfruculiarlo- Chi era controllato?"
"Ecco il tuo treno" rispose.
Grazie a F.Cusumano

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non ho vissuto il periodo delle "case chiuse"... Ma tutti i "vecchi" che ho ascoltato al riguardo mi hanno detto che era meglio andare in un bordello legalizzato, piuttosto che trovare prostitute /per lo più non italiane e, di regola, sporcho e malttrattate), in viuzze di campagna, sui margini di qualche strada statale e, magari, in qualche vicolo abitato dalla cosiddetta "gente per bene".
Io non so, mi è difficile esprimermi su questa materia, ma un'idea me la sono fatta: sulla pelle delle prostitute, alla fine, ci mangiano tutti, Anche quelli che, rigorosamente SOLO a parole, ne "difendono i diritti"...