Ringrazio il mio amico per la super recensione.
L'esperienza mi e' piaciuta, il film no. L'esperienza mi e' piaciuta perche', croce della mia vita, sono uno di quelli che non conoscono a memoria nomi, testi e facce di canzoni e cantanti, ma ho passato invece puberta' ed giovinezza tra l'album dei calciatori ed il pastone politico del TG1.Ho cosi' rivissuto i tempi andati, per i quali, per pessimi che fossero, ho piu' affetto che per quelli contemporanei. Ho goduto della vista di alcuni eccellenti attori che non si vedono piu' come Flavio Bucci, Anna Buonaiuto, Aldo Ralli e molti altri volti familiari dei dopocena che cominciava alle 8.40 in punto. Ho goduto della ricostruzione delle fattezze dei politici di quella coda degli anni '70: Evangelisti e' stato riprodotto in maniera commovente, cosi' Pomicino. Ma quando ho visto la montatura degli occhiali di Vincenzo Scotti ho riso da solo e mi e' scappata una lacrima (pero' ha un accento siciliano, lui, enfant prodige della dc partenopea). Ho goduto di certe grisaglie, occhiali (anche altri), e pettinature, sebbene la ricostruzione scenografica e costumistica non sia stata spinta all'eccesso filologico. Ho goduto della sceneggiatura di tutti i personaggi, eccetto Andreotti, degna di trent'anni di cronache parlamentari di Ceccarelli. Ho goduto di questa sorta di rievocazione storica come mi accadde solo per la Piovra II (quella con una interpretazione di Sergio Fantoni) e per il film su Aldo Moro con Giammaria Volonte'. Mi ha convinto meno il personaggio di Aldo Moro (su cui, va detto, c'e' una spietata concorrenza nel cinema degli ultimi dieci anni). Nervoso, volitivo, persino confinato in un nascondiglio di cemento armato (non era una parete in carton gesso?); diverso dal mite svogliato, pomeridiano, che ci hanno consegnato i biografi. Ma bisognerebbe chiedere a Mario Moretti com'era in quei giorni. Il film e' invece una coproduzione tra il Pingitore del Bagaglino e il Coppola rintronato del Padrino III. La sceneggiatura di Andreotti e' puramente basata sulla raccolta di battute fruste e volgari che tutti conoscono e rappresentano la piu' grande sopravvalutazione della storia del paese unitario. Non c'e' storia. C'e' il solo caso umano della sua segretaria (la Degli Esposti, grande attrice, vedi sopra).Per il resto un po' Lock and Stock, secondo un canone narrativo gradevole ma manieristico che da noi e' arrivato con dieci anni di ritardo e minaccia di restare per altrettanto tempo. Quando la morsa si stringe sulla vicenda mafiosa il film si travaglizza e diventa noioso e petulante. Nel complesso perfettamente italiota l'atteggiamento verso Andreotti. Il solito servilismo canino di amore per chi ci lega al palo (si dice che a Torino Agnelli girasse senza portafoglio perche' ovunque entrasse, fosse pure la piu' sordida bettola, si cessasse immediatamente di abbaiare sguaiatamente al suo indirizzo e si facesse a gara a pagargli il caffe'). Andreotti, e con lui Moro, Kossiga, la DC, i partiti satellite, la combriccola pretesca, andavano sconfitti nell'urna, che e' quello che credo intendesse Pasolini quando scriveva di processarli nelle piazze. Persa quell'occasione non mi interessa sapere cosa ha combinato, se lo ha combinato lui o se paghera' un giorno. Le vittorie al novantesimo mi incantano, quelle a tavolino neanche le voglio sapere.
Io non l'ho ancora visto perche' essendo molto interessato alla storia dell'Italia post-unitaria sono in cerca di fonti almeno minimamente attendibili; ho avuto finora il timore pregiudiziale che il film possa deviarmi storiograficamente. Come tutti quelli su Moro, molti non ne ho visti per paura che mi avessero restituito un'immagine distorta, e invece un buon film e' un ottimo metodo per una introduzione alla comprensione di un argomento complesso. Io pagherei centinaia di euro per una cena con Andreotti e Kossiga. A parte quello che possono aver malefatto, chi la conosce meglio di loro la storia repubblicana? Il guaio e' che per loro stessa ammissione non dicono la Verita', quindi la confusione filologica e' ancora assicurata. Ma una cena con loro resterebbe in ogni caso il piu' bell'audioromanzo de mi vida.
La pupa e il secchione
2 mesi fa
2 commenti:
Un mio amico mi disse di esserci stato a cena con Kossigaboia e che fosse persona spiritosa e di grande valore.
Non fatico a crederlo. Anche io ho conosciuto esponenti minori, anzi minimi, politicamente parlando, della DC e personalmente erano tipi interessanti.
Malgrado quello che il popolo malmostoso e sempre elettore dice e bofonchia, io credo che le persone che si danno alla politica siano di norma spiriti geniali e ottime compagnie. Ho sempre avuto rispetto e stima di chi ci si dedica, no per la lagnosa cantilena dello spirito di servizio. Diffido di chi lo fa per quest'ultimo motivo ed invece ammiro chi lo fa , in ordine decrescente di stima, per divertimento, per ambizione e per scojonatura. Chi lo fa per interesse lo capisco.
Tornando a Kossiga o ad Andreotti, non so che dire. A me Kossiga non piace.
Per me Kossiga e' l'esecutore, non l'ispiratore, non mi sembra un tipo che ispiri nulla, della politica celerina di quegli anni. Fu incapace durante il caso Moro e incredibilmente eletto presidente da una maggioranza bulgara, tant'e' che c'erano i comunisti. Unici contrari, ca va sans dir, i radicali che di Giorgiana Masi non si son mai dimenticati.
Il resto lo hai visto anche tu: e' rancoroso, pieno di fiele, vendicativo, insomma mi sembra uno che invecchia male.
Lo so, probabilmente ne sa a carrettate, ma sognerei di vederlo rodersi gli ultimi anni nel disinteresse generale, primo tra tutti quello dei giornalisti ruffiani.
Se sa qualcosa vorrei che lo dicesse in una caserma dei Carabinieri appeso per i coglioni, come faceva fare lui.
D'altronde se io domani passeggio per il corso dicendo che sono a notizia di reati e non li voglio dire, commetto a mia volta reato e faccio quella fine appesa li'. Lui invece ci fa dell'umorismo ed a me quelli che fanno gli spiritosi con le disgrazie altrui non piaciono per niente.
Se lo prendera' il diavolo quando vorra' sollevarci del fastidio.
Per Andreotti vale lo stesso discorso, soprattutto sull'umorismo. Mi sfugge un motivo intelligente per tutta questa ilarita' quando compare a prendere per il culo il prossimo. Ho detto poco sopra che adoro chi fa politica per divertimento, e quindi mi piacciono i politici che sanno fare battute o lazi (Iannuzzi, Formica, Trombadori, Ferrara, Taradash ...). Ma quelle di Andreotti piu' che battute mi sembrano le scorregge del duca di Mantova dinnanzi ai cortigiani impauriti.
Se vuoi saperne di piu' dei fatti e non detti della politca italiana, ascolta le conversazioni settimanali di Pannella. Io con uno come lui ci andrei si a cena e godrei a vederlo abbuffarsi, pensando a tutti quegl'Italiani che si credono salaci quando, spremendosi come emorroidi per dire qualcosa contro di lui, si compiacciono di sospettare che mangi di nascosto durante i digiuni. Che popolo di cortigiani insulsi.
LB
Buongiorno, notte.
I film sul terrorismo. A me buongiorno notte e' piaciuto. Non troppo, evidentemente se la cosa che mi e' piaciuta di piu' e' quel motivetto per piano, che poi ho scoperto essere Schubert, Moments musicaux, il n. 3 o il 4, non ricordo.
Il personaggio di Aldo Moro, purtroppo, prima di tutti per lui, poveretto, ci perseguitera'. Come fece dire Marco Tullio Giordana a Flavio Bucci in "maledetti vi amero'" un film che dovresti vedere, sempre su quel periodo.
Io non ho un buon ricordo di Moro, che veniva dipinto esattamente nel modo in cui Guerzoni nella trasmissione della radio vuole sia stato ispirato dai suoi nemici, ovvero, pare di capire la destra DC, i missini, gli Amerikani.
Moro e' diventato per il cinema sul terrorismo quello che la doccia vista dal buco della serratura era per la commedia degli anni 70/80. Una scena irrinunciabile quantunque spesso avulsa dalla trama, quando c'era.
Pero' i film sul terrorismo continuano ad interessarmi. Forse perche', per criminali che siano stati (e lo sono stati), non hanno passato la giovinezza coi "watussi" ne' con "vamos alla playa". Certo, sarebbe stato meglio per tutti l'avessero fatto. Ma adesso che la storia e' accaduta preferisco studiare la loro tragicita' imbecille che la nostra imbelle scemenza.
LB
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